Si è conclusa sabato 29 marzo l’edizione numero 23 del Florence Korea Film Fest, diretta da Riccardo Gelli. Un’edizione incredibile, con grandi titoli, grandi ospiti e tanti eventi collaterali.
In occasione della conclusione del festival abbiamo fatto alcune domande al direttore artistico Riccardo Gelli.
– Per la foto di copertina: Florence Korea Film Festival, fotografa Daria Ivleva –
Riccardo Gelli e l’edizione 23 del FKFF
Quella del 2025 mi sembra un’edizione incredibile sotto tutti i punti di vista, dai titoli agli ospiti passando per la presenza del pubblico. Qual è il bilancio di questo festival?
Quest’anno abbiamo veramente superato anche gli altri anni che sono sempre stati di alto livello considerando anche gli ospiti arrivati a Firenze in passato, da Bong Joon-ho a Lee Byung-hun, per citarne due.
Quest’anno gli eventi e gli incontri sono stati spalmati per tutto il periodo del festival, non ci sono stati bassi, ma ci sono stati alti e medi. Siamo stati, quindi, veramente felici tutta la settimana di poter avere un pubblico particolarmente presente per tutto il festival, anche per gli incontri e per le masterclass.
Effettivamente c’è stata una grande partecipazione anche a tutti gli eventi collaterali. Sicuramente questo sodalizio con le tante realtà locali funziona e amplia l’offerta non limitandola solo al cinema.
Sì, non ci sono solo film, ma anche masterclass, incontri, eventi, presentazioni.

Florence Korea Film Festival, foto di Daria Ivleva
L’evoluzione del cinema coreano
Volevo fare una riflessione più generale sul cinema coreano. Indubbiamente si tratta di un cinema che è sempre più importante e che, in qualche modo, con gli anni è arrivato a influenzare e non solo a essere influenzato. Quanto ha influito anche in questo aspetto il festival? Quanto è servito il FKFF per portare e diffondere il cinema coreano in Italia?
Abbiamo indubbiamente fatto un grande sforzo, soprattutto agli inizi e col tempo abbiamo imparato tante cose anche su come organizzare un festival. Il Florence Korea Film Fest ha portato tanti anni fa, quando ancora non si conosceva, la cinematografia coreana in Italia. E non ha permesso soltanto ai fiorentini o agli appassionati di avvicinarsi a questa realtà. Ha anche permesso di far conoscere questa cinematografia ad altri festival. All’epoca c’erano solo kermesse asiatiche, molto più concentrate sul cinema giapponese o cinese.
Il nostro è il primo festival mondiale esclusivamente sulla cinematografia coreana, nato 23 anni fa. E siamo molto felici di essere anticipatori di questa cinematografia. Poi credo anche che, a parte l’influenza del cinema americano e del cinema europeo, molti registi e produttori (e anche qualche attore) hanno studiato all’estero (molti in Francia) e già da lì hanno cominciato a entrare in contatto con la Nouvelle Vague. Non è un caso, per esempio, che molti parlino anche francese.
Quindi c’è da sempre tutta una storia di influenze reciproche perché sono dell’idea che bisogna sempre promuovere e grazie anche a un festival come il nostro probabilmente è stata promossa una diversa cultura rispetto a quella a cui siamo abituati.
Sicuramente una cultura molto diversa, ma molto apprezzata. Oggi più che mai e probabilmente 23 anni fa non è stato così facile.
A me piace sempre citare la prima volta che mi sono presentato per organizzare il festival e mi è stato risposto Perché, la Corea ha una cinematografia?. Quindi è sicuramente una grande soddisfazione.
Oggi è diventata quasi un fenomeno di massa.
È difficile. Oggi bisogna lottare con gli altri festival per prendere un bel film.
Filo conduttore del FKFF 2025
È interessante e affascinante conoscere questo mondo. E questo festival oltre a permetterci di conoscere la cinematografia coreana, ci immerge anche nella storia di questo paese. Mi sembra che quest’anno ci sia un filo conduttore, se così si può chiamare, che immerge in fatti realmente accaduti in Corea.
Volevamo fare una rassegna specifica, come era successo l’anno scorso per gli anni ‘50 della cinematografia coreana, però avevamo bisogno di un po’ più di ricerca. Ci stiamo pensando e lavorando e magari potremmo organizzare qualcosa nei prossimi anni. Diciamo che la rassegna di genere l’abbiamo sempre organizzata. Quest’anno abbiamo dedicato maggiormente il nostro tempo nell’invitare Hwang Jung-min e il regista Na-Hong-jin. Era da molto tempo che avrei voluto invitarlo e lo avrei voluto fare per il film Hope, ma non è stato possibile perché lo sta probabilmente ancora montando e opterà per andare a Cannes. Tra l’altro da segnalare che si tratta di una produzione con attori coreani e non, nello specifico con Michael Fassbender. E sulla scia di questo si potrebbe citare anche La città proibita di Gabriele Mainetti che mescola Italia e Cina a dimostrazione che anche il cinema italiano può essere in parte influenzato dall’Oriente. Chissà, magari ci potrà essere un regista che vorrà avere un attore coreano tra gli interpreti del suo nuovo film.
Mi piace sottolineare, infatti, che noi, oltre a fare la promozione del cinema coreano, cerchiamo anche di promuovere la location qui in Toscana proprio per spingere alcuni registi a girare qui, magari interessati dai luoghi e dalle bellezze.

Florence Korea Film Festival, foto di Daria Ivleva
È bello pensare che possa esserci un’influenza tale e fate bene a insistere in questa direzione. Purtroppo ultimamente i grandi titoli di autori coreani vengono fuori da festival come Cannes e non da Venezia. Magari in futuro i grandi titoli potrebbero essere quelli selezionati come anteprime assolute dal FKFF. Anche perché ci sono tante sezioni di titoli tutti diversi tra loro, ma non solo. Ci sono anche tutte le iniziative collaterali.
Tra queste, per esempio, noi partecipiamo tutti gli anni anche all’estate fiorentina e in quell’occasione organizziamo una sezione dedicata a qualcosa di specifico scelto appositamente per essere proiettato in estate durante queste serate.
Per l’estate 2025 si potrà spaziare dato che già in questa edizione c’è stato l’imbarazzo della scelta, non solo con i titoli, ma anche con i generi stessi. Si è passati dall’horror alla commedia (che tra l’altro, fusi insieme, hanno permesso a Handsome Guys di vincere), ma anche al dramma e al film d’autore.
È vero, c’è stato un ampio assortimento quest’anno.
Riccardo Gelli e la prossima edizione
Qualche anticipazione per la prossima edizione?
Ancora è presto, anche se in realtà a maggio già iniziamo a programmare e già da ora abbiamo dei pensieri su cosa programmare, come organizzare il prossimo anno e le idee. Anche perché, per esempio, occorre contattare gli ospiti per tempo se vogliamo continuare su questa scia e portare grandi nomi a Firenze. Poi naturalmente occorre andare in Corea, contattarli e vedere se sono disponibili. Con Hwang Jung-min siamo anche stati un po’ fortunati perché ha accettato quasi subito, dopo Cannes, è praticamente già stato quasi un sì per partecipare. La conferma di Na-Hong-jin, invece, è arrivata più tardi, a settembre. Negli anni passati delle volte si arrivava anche a gennaio senza avere conferme certe perché è molto difficile, sia per noi incastrare il programma, sia naturalmente per loro, considerando anche tutti i loro impegni e i momenti in cui, per esempio, sono sul set o comunque occupati con i loro nuovi titoli. E poi ci piace pensare che forse è anche perché viene sempre più conosciuto il festival, c’è un passaparola tra gli ospiti che, direttamente o indirettamente, promuovono il festival sempre più ed è, quindi, anche più facile che accettino.
Anche perché è comunque uno dei festival più prestigiosi per la Corea.
Sì, e poi si sta bene a Firenze, si mangia bene e ci sono tante bellezze.
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli
Per l’intervista si ringrazia Valentina Messina e Antonio Pirozzi, ufficio stampa del FKFF