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Korea Film Festival

‘The point men’ di Yim Soon-rye, i 23 ostaggi coreani rapiti dai Talebani

Tratto da una storia vera, il nuovo film con Hyun Bin e Hwang Jung-min mette in scena i negoziati che hanno permesso ai missionari coreani di fuggire dalla prigionia dei Talebani in Afghanistan

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The point men di Yim Soon-rye è un thriller di azione intepretato da Hwang Jung-min (Kill Bok-soon, Hostage: missing celebrity, Narcosantos), Hyun Bin (Crash landing on you, Confidential assignment) e Kang Ki-young (The book of fish, Avvocata Woo). Uscito in Corea del Sud a gennaio, The point men ha cavalcato il botteghino locale e viene presentato per la prima volta in Italia al Florence Korea Film Fest nella sezione Orizzonti Coreani il 4 aprile, alla presenza della regista.

Il film si ispira a fatti realmente accaduti nel 2007, quando ventitré volontari religiosi sudcoreani in viaggio verso Kandahar, furono intercettati e rapiti da una milizia talebana. A questo seguirono quaranta giorni di prigionia e negoziati. La crisi si risolse con due ostaggi sacrificati, il pagamento di un cospicuo riscatto e il ritiro delle truppe coreane dall’Afghanistan.

The point men si concentra sull’attività di chi ha operato la negoziazione, cercando di mediare non solo tra i rapitori e il governo, ma anche tra priorità politiche e umane nell’Afghanistan lacerato.

The point men di Yim Soon-rye

The point men, la trama

Jeong Jae-ho (Hwang Jung-min) è stato incaricato come negoziatore per il recupero degli ostaggi che un gruppo talebano ha appena catturato. A lui si affianca un agente della NIS (National Intelligence Service), Park Dae-shik (Hyun Bin), che ha metodi molto diversi. Park Dae-shik recupera immediatamente un interprete, un furfante di basso rango a cui fa gola la ricompensa (interpretato da un inaspettato Kang Ki-young) e con lui parte per individuare un aggancio efficace con la milizia talebana.

La politica si dimostra subito molto distante: da una parte il neo-governo afgano, che non approva lo scambio di prigionieri.

You only care about hostages. But we have to fight Taliban even after you leave.

Dall’altra, il governo coreano a cui preme non perdere la faccia in una negoziazione che sembra, per tutto il film, più grande delle sue possibilità.

Our aim is to prevent killing not to maintain reputations.

Dopo essere sopravvissuti a truffe e depistaggi, si porta la negoziazione direttamente dentro la caverna del nemico, raggiungendo una conclusione sotto le bombe e tra minacciose pistole puntate alla testa.

Hwang Jung-min

La responsabilità

In The point men la regista Yim Soon-rye ha preferito trattenersi criticamente sulle scelte delle parti, e contestare le presunte priorità che hanno reso le negoziazioni impastate e inefficaci. In un certo senso, l’approccio rispettoso dei ranghi che adotta Jae-ho si dimostra quasi nocivo al confronto dell’attivismo e il pragmatismo di Dae-shik.

Allo stesso modo non è risparmiata la sottile osservazione che condanna l’altruismo sconsiderato dei missionari, presenti in un territorio esposto e instabile, che ha costretto un intero paese a piegarsi e, in ultimo, a finanziare la lotta armata estremista.

Hyun Bin

L’azione nel cinema coreano

La coppia schierata dalla regista è una garanzia, e ancora di più lo è qui dove si confronta la diplomazia con l’azione sul campo. Da una parte il mutevole Hwang Jung-min, che passa dall’essere vittima (Hostage: missing celebrity) a carnefice (Narcosantos), a pedina vincente dello scacchiere in The point men. Dall’altra Hyun Bin, che sta al film d’azione coreano contemporaneo come Tom Cruise lo era per quello hollywoodiano degli anni Duemila.

Jae-ho e Dae-sik sono il personaggio bianco versus il personaggio nero. L’abito con la cravatta anziché la tenuta sportiva. Il mentale contro il pragmatico.

Tuttavia, per assistere alla proposta di action movie bisogna attendere oltre metà del film, per vedere Hyun Bin cavarsela alla grande anche lui dove Hollywood era già passata. D’altronde questo è il primo film che una produzione coreana gira in Giordania. Eppure, non è una ripresa assennata, che non permette di respirare, ma un montaggio ragionato anche con tempi quasi “lunghi” per un inseguimento motorizzato.

Mentre diamo merito alla scena della negoziazione di inchiodare l’attenzione del pubblico, il finale rimane piuttosto affrettato rispetto al resto del film. Gli ostaggi sono spariti, così come il protagonista, pare, martire baldanzoso di uno scambio che non fa che infierire su di un plot già terminato.

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The point men

  • Anno: 2023
  • Durata: 125 minuti
  • Genere: Thriller, azione
  • Nazionalita: Corea del Sud
  • Regia: Yim Soon-rye
  • Data di uscita: 04-April-2023