Il film Annie Ernaux – I miei anni Super 8 arriva al Festival Unarchive di cui trovate il programma qui: ‘UnArchive Found Footage Fest’: prima edizione 2023
I miei anni in Super 8, opera già presentata alla Quinzaine des Réalisateurs dell’ultimo Festival di Cannes, alla Festa del Cinema di Roma 2022 in prima nazionale era uscita nelle sale italiane nel dicembre 2022 distribuita da I Wonder Pictures.
Per la diciassettesima volta da quando è nato, nel 1901, l’Accademia di Svezia ha assegnato il Premio Nobel per la Letteratura (2022) a una donna, precisamente alla scrittrice francese Annie Ernaux, amata in patria e nel mondo per i suoi romanzi spesso trasposti in adattamenti cinematografici. Come nel caso di Passion Simple, cui è ispirato il film L’amante russo di Danielle Arbid, o L’evento, che ha ispirato l’omonima versione cinematografica intitolata L’événement – La Scelta di Anne, diretta da Audrey Diwan, film vincitore del Leone d’Oro a Venezia nel 2021, nato dalla necessità dell’autrice di non dimenticare la dura esperienza di un aborto clandestino e “per conservare la memoria delle donne”.
Non avrebbe immaginato la Ernaux, con i suoi 82 anni odierni che, oltre vent’anni dopo la pubblicazione dei suoi romanzi sul tema, il diritto all’aborto sarebbe stato messo nuovamente in discussione, negli Stati Uniti e non solo. Fra le altre (poche) scrittrici premiate con il Nobel per la Letteratura, si ricordano: Selma Lagerlöf nel 1909, Grazia Deledda nel 1926, Pearl S. Buck nel 1938, Nadine Gordimer nel 1991, Wislawa Szymborska nel 1996, Doris Lessing nel 2007, Alice Munro nel 2013.
Cinema e letteratura per l’emancipazione femminile
L’occhio cinematografico della Ernaux, vigile e attento agli eventi sociali e alle tematiche al femminile, ha raccontato parte della sua autobiografia nel documentario Les Années Super 8 (Annie Ernaux – I miei anni Super 8), realizzato assieme al figlio David Ernaux-Briot.
In questo documentario dal sapore vintage, nostalgico nella forma ma senza sentimentalismi, Annie Ernaux apre il suo personale album dei ricordi, e di quelli di un’epoca, grazie a una serie di video amatoriali girati tra il 1972 e il 1981, quando suo marito Philippe Ernaux decise di acquistare una cinepresa Super-8 per filmare la loro vita e quella dei loro due figli, allora bambini. Accompagnati dalla voce narrante della Ernaux, si susseguono cronologicamente gli eventi intimi della famiglia (compleanni, feste di Natale, attività sportive, quotidianità casalinghe, viaggi e passeggiate, fino alla crisi dei coniugi), che fanno da sfondo a quelli di mezzo secolo di Storia, intercettando gli affascinanti e tumultuosi cambiamenti avvenuti in Francia e nel mondo di quegli anni.
Sono proprio gli stessi anni in cui la scrittrice, pur collocandosi per scelta nel ruolo di madre e moglie, anche insegnante, in un post-Sessantotto ancora in fase di rodaggio, di nascosto dai suoi familiari inizia a scrivere e a portare avanti, nelle sue prime opere, una meta-riflessione sulla condizione della donna (l’aborto clandestino, il passaggio fra classi sociali, ecc.) e sul ruolo della scrittura come mezzo per la presa di coscienza e per l’emancipazione al femminile.
Le motivazioni del premio Nobel ricevuto sono state le seguenti: “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui scopre le radici, gli estraniamenti e i freni collettivi della memoria personale” non solo nei confronti della famiglia, ma anche di “tutte le persone nell’ombra” e delle donne, “il luogo da cui scrivo”.
Immagini mute di un tempo tumultuoso
Dunque Annie, premiata per la sua opera originale con un Premio Nobel mai immaginato quando iniziò a buttare giù appunti in segreto, compie un processo di maturazione umana e artistica, di pari passo con quello della donna dagli Anni Settanta in poi. Le sue prime tre opere, Gli armadi vuoti (pubblicato da Gallimard nel 1974), Ce qu’ils disent ou rien (1977) e La Femme Gelée (1981) compongono una trilogia di romanzi in buona parte autobiografici, che esplorano i temi dell’aborto, della solitudine e disillusione di tante esperienze amorose e la monotonia del matrimonio vissuto nello stereotipo della perfetta casalinga anni Sessanta.
A poco a poco si disvela un mondo nuovo, come quello dei filmini in Super8, rimasti nascosti per anni dopo la separazione dei coniugi Ernaux e riportati alla luce dal figlio David, che propone alla madre di realizzare un film-documento su sé stessa, con un commento critico agli eventi della vita personale e collettiva.
Dietro la macchina da presa, ma anche all’interno del suo stesso occhio registico, la scrittrice racconta così una storia intima che, come nei suoi libri, si intreccia con la Storia sociale e politica. I viaggi in giro per il mondo (dal Cile di Allende all’esotico Marocco, dall’Unione Sovietica alla misteriosa Albania), la vita di tutti i giorni, le fughe in campagna e le crisi della famiglia Ernaux riflettono le emozioni e le insicurezze di un’intera classe sociale nei decenni successivi al Sessantotto. E offrono una testimonianza e un punto di vista unico e insostituibile su un momento storico in cui il nostro presente affonda ancora saldamente le sue radici.
“Rivedendo i nostri filmini in Super 8, girati tra il 1972 e il 1981 – ha raccontato l’autrice – mi è venuto in mente che potessero valere non solo come archivio di famiglia, ma come testimonianza dei passatempi, dello stile di vita e delle aspirazioni di una classe sociale nel decennio successivo al 1968. Volevo incorporare queste immagini mute in una storia che combinasse l’intimo con il sociale e con la Storia, per trasmettere il gusto e il colore di quegli anni”.
Il film Les Années Super 8, che ha ottenuto 1 candidatura ai Cesar, 1 candidatura a iLumiere Awards, al Box Office italiano ha incassato nelle prime otto settimane di programmazione 14,8 mila euro e 10,2 mila euro nel primo weekend.