Presente nel catalogo di Chili Film, piattaforma del cinema, Rinascita di Andrew Semans è una vicenda di riscatto psicologico femminile che vede al centro del racconto Rebecca Hall in un ruolo forte e coinvolgente.
Margaret è una donna realizzata, indipendente. Ha un lavoro di responsabilità, una vita agiata, una figlia che tra poco diventerà maggiorenne. È single, con un amante fisso: consuma il sesso quando ne ha voglia e bisogno. Margaret appare forte, lucida: apre gli occhi ad una giovane, confusa e timida stagista corteggiata da un ragazzo che psicologicamente la destabilizza.
L’unico spiraglio di fragilità della donna è sua figlia Abbie (la brava Grace Kaufman). L’istinto di protezione è molto alto. Abbie è, come tutti gli adolescenti, insofferente alle regole e all’istinto di protezione materno.
Un segreto tossico
Improvvisamente, nella vita di Margaret ricompare una figura capace letteralmente di terrorizzarla. David (uno spregevole Tim Roth) che non l’affronta mai direttamente. Appare, semplicemente, nei posti frequentati dalla donna. Ma questo basta a Margaret per sconvolgerla. Sa che quell’uomo è tornato per riprendersela. Lui custodisce un orrore: un segreto sepolto da 22 anni. Un segreto capace di farla cadere in una spirale di disperazione. La nostra eroina si trasforma: il lato guerriero, enfatizzato, si amalgama a un profondo senso di colpa, che la fa cadere più volte in un vortice di sudditanza psicologica verso David. Tutto ciò che la donna aveva costruito inizia a crollare. In primis, il rapporto con Abbie, che non capisce l’ossessione di protezione della madre nei suoi confronti: reclusa in casa, senza ricevere spiegazioni soddisfacenti. Margaret sa che l’unico modo per uscire da questo vortice è eliminare fisicamente David.
I simboli della sottomissione
Rinascita parte da grosse ambizioni. Al centro, l’esplorazione della figura femminile. La sua psicologia, potenzialmente equilibrata, suscettibile di condizionamenti estremi. Il più profondo, il senso materno. Il rapporto con un essere fisicamente parte del proprio corpo, generato da sé stessa. Totalizzante, spersonalizzante, per certi versi. Su questo annullamento del sé Andrew Semans imbastisce una storia che accarezza il sadismo, sfociando in un’accettazione estrema della verosimiglianza. Il finale, a lungo sospeso nell’incredulità del segreto che bilancia la sfida psicologica tra vittima e carnefice, viene spinto fino al limite, superandolo. Si viene inevitabilmente spiazzati: o lo accettiamo o lo neghiamo come una forzatura che fa crollare tutta l’impalcatura del film.
Rebecca Hall, messa sotto pressione, tiene un personaggio femminile ambiguo, forte e debole insieme, prigioniero di un peccato originale che nessuna indipendenza (economica, affettiva) riesce ad espiare
Minimale, con interni asettici, Rinascita è il bassorilievo visivo di un immaginario profondo, colorato e vivido, seppellito da quel sacrificio glorioso che è il diventare madre.