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‘Tár’: la recensione del film con Cate Blanchett

Su Sky il film di Todd Field con una grande Cate Blanchett nominata agli Oscar

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Ascesa e caduta della direttrice d’orchestra Lydia Tár, un film che esplora il processo creativo, le dinamiche di potere e le molteplici sfaccettature di un’artista unica nel suo genere, incarnata magistralmente da Cate Blanchett. La pellicola ha ottenuto 6 candidature  agli Oscar 2023. tra cui quella per miglior film e per la Blanchette come miglior attrice.

Tár: la storia

Tár diretto da Todd Field ruota attorno alla straordinaria figura di Lydia Tár, la prima donna della Storia a divenire direttrice di una delle più importanti orchestre tedesche.

Il regista racconta tre settimane di vita della musicista di fama mondiale, a ridosso della registrazione della sinfonia che rappresenterà il punto più alto della sua carriera. Lydia è una donna di potere, abituata a stare sul ‘podio’, un’artista illuminata ma anche un essere umano con molte zone d’ombra.

Un film scritto per la Blanchett

Tár trova la sua ragion d’essere nella protagonista, Cate Blanchett; in primis perché Todd Field ha dichiarato che il film è stato pensato e scritto per l’attrice e che, senza di lei, non sarebbe stato realizzato e, in secondo luogo, perché il punto focale della narrazione non sono i fatti, gli accadimenti ma IL personaggio.

Ad affiancare la protagonista, troviamo interpreti del calibro di Noémie Merlant, Nina Hoss, Julian Glover, Allan Corduner, Mark Strong e l’esordiente Sophie Kauer, talentuosa violoncellista inglese, selezionata tra centinaia di colleghe musiciste.

Lydia Tár è la storia stessa, un unico filo conduttore verso cui convergono tutti gli elementi dell’opera; analogamente alla musicista, l’attrice dirige questo film come fosse una sinfonia, in un movimento perpetuo, oscillando tra alti e bassi, tra un’apertura grandiosa, quasi reboante, a un finale sommesso.

Lynda rinasce nella musica e diventa Lydia, un’Araba Fenice che non riesce a mettere a tacere i suoi fantasmi, così come i rumori di sottofondo della quotidianità che interferiscono con le sue creazioni. Non c’è spazio per la tenerezza nello sguardo glaciale della Blanchett, se non quando è in compagnia di Petra, sua figlia, l’unica in grado di restituirle l’incanto, la gioia delle piccole cose e la perduta innocenza. L’unica che riesce a farle abbandonare, per qualche istante, quel podio, il suo trono, che la separa dagli altri e da se stessa.

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L’arte del potere e il potere dell’arte

Tár non è un film da ‘primo impatto’, non solo per la varietà e la complessità delle tematiche affrontate ma anche per la presenza di dialoghi prolissi e poco immediati. Si tratta di un’opera che va dunque ‘scomposta’, ‘digerita’ e metabolizzata e, quindi, è facile comprendere che non può prestarsi a una lettura univoca.

I temi esplorati attraverso la vita, o meglio, una porzione di vita, della direttrice d’orchestra sono molteplici e interconnessi: le difficoltà professionali affrontate da una donna in un ambiente prevalentemente maschile, l’arroganza del potere, il processo creativo che non prescinde mai dall’emotività di chi crea e l’arte che ha come unico intento quello di suscitare emozioni contrastanti, profonde, talmente viscerali da non potere essere definite ma solo attraversate.

Del resto, la musica è un linguaggio segreto che trascende l’umano, trasportandoci in una dimensione ‘altra’ fatta di suoni, pause, silenzi e, soprattutto, tempi. E così Lydia si configura come il punto di congiunzione tra divino e terreno, tra l’Olimpo e l’inferno.

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Un personaggio che eccede nella sostanza, tanto da abbracciare Bene e Male, successo e disgrazia. Lydia, vorrebbe ‘orchestrare’ la sua vita, controllandone tutti gli elementi ma è la sua stessa esistenza a sfuggirle tra le mani, rendendola di fatto solo una pedina, in un gioco di potere di cui è vittima e, al contempo, artefice.

Nel personaggio della Blanchett coesistono grandezza e miseria, superbia e umiliazione. Tuttavia un’interpretazione, seppur magnifica, non può reggere un intero film.

Tár è, indubbiamente ben scritto (anche se a tratti decisamente verboso), ben diretto e con un cast d’eccezione ma manca di quel ‘guizzo’ creativo, di intensità. In definitiva di tutta quell’emotività e autenticità su cui il film tanto si interroga. Non è forse l’unico supremo scopo dell’arte, secondo le parole della stessa Lydia, quello di provocare ‘sussulti nell’anima’ del pubblico?

Il film di Field è il meraviglioso affresco, privo di colori e sfumature, di un personaggio ‘bigger than life’ che resta perlopiù imperscrutabile, contratto nella sua stessa magnificenza. Non riusciamo né ad amare né ad odiare Lydia, non fino in fondo.

In sala distribuito da Universal Pictures. e in streaming su Sky.

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  • Anno: 2022
  • Durata: 158'
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Genere: Dramma, Biografico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Todd Field
  • Data di uscita: 09-February-2023