Centauro, diretto dal regista catalano Daniel Calparsoro e interpretato da Alex Monner, è disponibile su Netflix.
Un action movie che ci fa assaporare l’ebbrezza della velocità.
Daniel Calparsoro (Hasta el cielo) realizza un film di puro intrattenimento; senza nessuna ambizione intellettualistica, evita ogni complicazione drammaturgica per dare corpo al sogno del protagonista: correre in sella alla sua amata motocicletta.
La trama
Rafa è giovane ambizioso, determinato, dipendente dalle emozioni forti e dalla velocità. Il ragazzo sta lottando con testardaggine per diventare un motociclista professionista. Ma qualcosa di più grande metterà in serio pericolo la realizzazione del suo sogno. La madre di suo figlio, infatti, ha contratto un debito con alcuni trafficanti di droga. Per tenere al sicuro la famiglia, Rafa decide di mettere il suo talento di corridore al servizio dell’organizzazione criminale, diventando corriere della droga in sella. Pilota di circuito di giorno, kamikaze temerario di notte, sarà presto costretto a prendere decisioni che cambieranno la sua vita.

La Remakemania
Era l’agosto di un anno fa, quando su Le monde veniva pubblicato un interessante articolo intitolato Remakemania. Il celebre quotidiano francese evidenziava come negli ultimi anni sia sempre più diffusa la prassi di realizzare remake. Un’onda planetaria che tocca il cinema, dai film d’autore fino ai prodotti più commerciali.
La tendenza di rifare un film d’altri tempi non è certo una moda del momento. I remake, infatti, esistono da anni; Scarface (1983) di Brian de Palma, era ad esempio ispirato all’omonima pellicola di Howard Hawks.
Nella storia del cinema ci sono poi anche casi in cui un regista esegue un remake di una sua stessa opera. Come Alfred Hitchcock, che nel 1956 presentò al Festival di Cannes, L’uomo che sapeva troppo, remake di un suo film realizzato vent’anni prima.
Dare una nuova versione a film del passato è una sfida che ha appassionato anche cineasti nostrani: è il caso di Luca Guadagnino con Suspiria (2018), che riprese il cult diretto nel ’77 da Dario Argento. La lista di remake, più o meno riusciti, potrebbe continuare all’infinito, ma bastano questi titoli per comprendere che un remake è possibile quando l’opera originale appartiene ormai al passato lontano.
La Remakemania, cosi definita da Le Monde, invece, riguarda opere realizzate in tempi molto recenti: una vera ‘politica’ adottata ormai da diverse piattaforme streaming. Netflix ha annunciato infatti la produzione di diversi remake ispirati a film o serie usciti da poco tempo. È il caso di The Raid (progetto già in lavorazione) affidato al regista Patrik Hughes, o dell’atteso remake coreano de La casa di carta.
Le differenze con Burn Out
In attesa di queste opere, che ovviamente faranno discutere, la grande N ha rilasciato Centauro, remake di Burn Out, pellicola del 2017 di Yann Gozlan, a sua volta trasposizione cinematografica del romanzo scritto da Jerémie Guez.
La vicenda è sostanzialmente la stessa; l’unica differenza è l’ambientazione. Non siamo più in Belgio, ma in Spagna, con precisione a Barcellona. Sostanziale, invece, è il differente modo in cui vengono tratteggiati i caratteri psicologici e drammaturgici dei principali personaggi.
Nel lungometraggio di Yann Gozlan (disponibile qui) il protagonista, interpretato da Francois Civil (BAC Nord), aveva un carattere, che per alcuni aspetti può essere definito ambivalente. Il Tony di Burn Out, infatti, subiva un certo fascino del male, ma in lui era presente anche un forte desiderio di redenzione. Un tipico esempio di antieroe, un personaggio molto frequente nella recente serialità (si pensi a Breaking Bad o alla serie svedese Clark).

Un film leggero e onesto
In Centauro, invece, tutto questo manca in realtà. Rafa, il protagonista del lungometraggio di Daniel Calparsoro, nonostante sia interpretato da Alex Monner ( uno dei giovani attori più talentuosi in Spagna) non riesce a catturare l’attenzione del pubblico, com’è avvenuto invece con il suo predecessore.
Il personaggio non ha profondità. I suoi trascorsi da ragazzo non certo per bene emergono in alcuni punti, come nei dialoghi con Natalia (Begona Vargas), ma non sono sufficienti per suscitare empatia nello spettatore.
La mancanza di un’adeguata profondità si fa sentire soprattutto nel rapporto che Rafa instaura con la malavita locale. Il conflitto con Carlos e Boro è solo superficiale e i due (che dovrebbero rappresentare ‘il male’) peccano di eccessiva ingenuità e le loro azioni risultano troppo prevedibili.
La vicenda raccontata in Centauro, poi, proporrebbe immancabilmente riflessioni di carattere etico ( se non sociologiche) che vengono invece del tutto tralasciate. E i riferimenti agli scontri di piazza dei separatisti catalani appaiono davvero fuori luogo e diventano solo un pretesto per realizzare sequenze d’impatto visivo.
Pur trattando grandi temi, Daniel Calparsoro non realizza, dunque, un film in grado di smuovere le coscienze del pubblico, . Centauro è un’opera che si dimentica facilmente, ma resta onesta nel suo intento. Il remake di Burn Out non ha l’ambizione di attirare i cinefili incalliti; offre piuttosto un’ora e mezza di puro svago e leggerezza con l’obiettivo di dare corpo al desiderio del protagonista di correre semplicemente con la sua motocicletta.
” Siete come i centauri, invece delle zampe di cavallo avete le ruote”.
CENTAURO | Teaser tráiler | Netflix España
‘Centauro’ su Netflix cosa sapere sul thriller per appassionati di moto