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‘Il castello errante di Howl’ – il fantasy pacifista di Hayao Miyazaki

L'anima pacifista di Miyazaki prende forma in un fantasy cupo e suggestivo. Un inno a un'umanità ancora capace, forse, di redimersi.

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Ormai entrato a pieno titolo tra i classici senza tempo dell’autore nipponico, Il castello errante di Howl di Hayao Miyazaki continua a sorprendere per il suo universo immaginifico e per la sua capacità di parlare al nostro presente. Disponibile su Netflix insieme agli altri capolavori dello Studio Ghibli, il film torna al cinema dall’11 al 17 Agosto.

Il castello errante di Howl : Trama

Il mondo è sull’orlo della guerra. Sophie, una ragazza introversa che lavora in una cappelleria, incontra casualmente il mago renitente Howl, scatenando la gelosia di una strega che la trasforma in vecchietta. Fuggita, Sophie, che a causa della maledizione non può rivelare la sua identità, si imbatte nella strana dimora mobile del mago e decide di entrarci. Qui verrà a conoscenza dell’oscuro patto che Howl ha fatto col demone del fuoco Calcifer e deciderà di fare a sua volta un accordo con questi: se riuscirà a liberarlo, Calcifer scioglierà l’incantesimo.

Incubi contemporanei

“Brutta faccenda la guerra”, dice a un certo punto, forse resa più saggia dalla vecchiaia, Sophie. Come darle torto, del resto, se tutt’attorno a lei il mondo va in fiamme mentre le parti in causa si confondono tra loro, senza più sapere chi siano i buoni o i cattivi. È un mondo fatto di nemici senza volto, quello de Il castello errante di Howl, dove la guerra genera (e rende) mostri e tutto si confonde in un’assurdità senza perché.

Pochi altri autori hanno saputo restituire sullo schermo l’orrore e l’irrazionalità della guerra in maniera tanto schietta, semplice e sincera come ha fatto Miyazaki. Dando qui forma, attraverso un fantasy a suo modo atipico, a incubi e paure tutte contemporanee.

Tra coming of age e redenzione

A fianco della doppia maledizione che imprigiona i protagonisti e fa da motore alla vicenda, c’è infatti anche quella di un mondo condannato ad autodistruggersi. Un mondo restituito dal regista giapponese con tutta la forza emotiva che solo la realtà può garantire e che solo un’anima che impara ad amare, amarsi ed essere amata potrà, forse, liberare.

Un viaggio di formazione che è anche un percorso di redenzione, quindi, quello di Howl e Sophie. Spirito libero e insofferente alle regole il primo, ragazza insicura e chiusa in se stessa la seconda, insieme per imparare il valore dell’Altro e la convivenza reciproca.

Un inno pacifista

Prendendo in prestito il romanzo dell’autrice inglese Diana Wynne Jones, Miyazaki ne conserva l’ambientazione da immaginaria Europa di fine ottocento innestandovi però il suo cuore pulsante. Il senso di un cinema capace di essere sognante e concreto al tempo stesso.
Il risultato è un film decisamente suggestivo, che se da una parte guarda alle origini di Laputa – Castello nel cielo, dall’altra si immerge nella materia trattata con inediti toni cupi e disillusi.

A fare il resto ci pensa un’animazione capace, ancora una volta, di creare un universo bastante a se stesso, tra corazzate volanti, case dalle geometrie impossibili e personaggi memorabili. È proprio a questi che l’autore affida il senso ultimo della sua opera, facendo della loro ambivalenza e imprevedibilità il canto di un’umanità sopita ma pronta a spiccare il volo ancora una volta.

E se l’intreccio pare essere più intricato del solito e alcuni passaggi troppo oscuri, poco importa. A Il castello errante di Howl basta la forza emotiva delle sue immagini e la sua anima genuinamente pacifista per fare la differenza. Per catturarci e trasportarci assieme a lui fino a un lieto fine tra i più malinconici di sempre.

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Il castello errante di Howl

  • Anno: 2004
  • Durata: 119 minuti
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Genere: Animazione, fantasy, avventura
  • Nazionalita: Giappone
  • Regia: Hayao Miyazaki