Nella sezione Le stanze di Rol, al Torino Film Festival va in scena Extraneous Matter – Complete Edition. La strana invasione a base di mostri tentacolari e desideri repressi firmata dal giapponese Kenichi Ugana.
Extraneous Matter – Trama
Tokyo. Una moglie insoddisfatta scopre il piacere attraverso una strana creatura tentacolare nascosta nel suo armadio. Una conoscenza intima e travolgente che presto sperimenteranno non solo le persone a lei vicine, ma l’intero Paese.

Un immaginario ricorrente
Si rifà a un immaginario ricorrente nella cultura giapponese l’idea alla base di Extraneous Matter – Complete Edition, opera composta dai precedenti quattro cortometraggi del regista Kenichi Ugana. Una tradizione che parte dal celebre “Sogno della moglie del pescatore” di Hokusai e arriva fino ai moderni hentai. Eppure quella che a prima vista pare l’ennesima riproposizione di un tema a suo modo tipico, riserva in realtà più di una sorpresa. Perché nel mettere in scena la storia di un essere alieno che irrompe nella monotonia di un’umanità stanca e apatica Ugana contamina il suo approccio da b movie coi modi e i tempi del cinema minimalista.
Tra contagio e ibridazione
Il risultato è un film che, nel suo bianco e nero evocativo, richiama il Tetsuo di Tsukamoto ma spinge il tema del contagio e dell’ibridazione verso lidi inediti e imprevisti.
Non cerca risposte facili, del resto, Extraneous Matter. Consapevole, come i suoi personaggi, che la vita stessa è un insieme di misteri. Non sorprende, allora, siano fatti proprio di questi misteri insondabili anche gli esseri tentacolari e oleosi che invadono l’intimità e infestano la quotidianità piatta dei protagonisti della pellicola.

Nuove prospettive
Sfidando lo spettatore sul terreno del grottesco, il film del regista nipponico, tra ironia e persino sprazzi di umorismo citazionista (la parodia esplicita di E.T.), disegna così una bizzarra parabola sulla contemporaneità. Una nuova, insolita prospettiva che, inaspettatamente, pare aprire a una nuova speranza per il genere umano.