La storia è ambientata nel 1978. Gli abitanti di un piccolo villaggio chiamato Zalava sono convinti che un demone sia tra loro. Un giovane sergente che indaga sul caso decide di arrestare l’esorcista che tenta di scacciare il demone dal villaggio. Ma improvvisamente si ritroverà bloccato in una casa maledetta con la sua amante e gli abitanti del villaggio li crederanno entrambi posseduti.
Il motivo del premio
La motivazione che ha portato la giuria della Settimana Internazionale della Critica a dare il premio a Zalava, film d’esordio di Amiri, è la seguente:
È un lavoro maturo che naviga con competenza attraverso diversi stati d’animo nel film, consegnando un potente messaggio di superstizione e ignoranza, così rilevante per questi tempi difficili. Il regista rappresenta una voce fresca che, attraverso un linguaggio cinematografico giocoso, trasmette un messaggio universale.
Il regista di Zalava
Arsalan Amiri è nato in Kurdistan, Iran. Dopo gli studi di cinema, nel 2003 ha iniziato a scrivere sceneggiature, montare e realizzare documentari. Il suo primo lungometraggio co-scritto, Nahid (2015), diretto da Ida Panahandeh, ha vinto il premio Futuro Promettente in un Certain Regard al 68esimo Festival di Cannes. Ha continuato la sua collaborazione con Panahandeh nei suoi ultimi tre film come co-sceneggiatore, montatore e produttore: Israfil (2017), The Nikaidos’ Fall (2018) e Titi (2020). Zalava, realizzato nel Kurdistan iraniano, è il suo primo lungometraggio come regista.