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Mubi Film

‘Giulia’: blue mind e identità da ricostruire

Ciro De Caro torna dietro la macchina da presa con il suo terzo film presentato alla XVIII edizione delle Giornate degli Autori. Rosa Palasciano straordinaria interprete innovativa

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Presentato al 78 Festival di Venezia per le Giornate degli Autori, arriva su MUBI Giulia: una selvaggia voglia di libertà, il poetico e surreale racconto di un Viaggio.

La regia è di Ciro De Caro; gli interpreti sono  Rosa Palasciano, Valerio Di Benedetto, Fabrizio Ciavoni, Cristian Di Sante. Produttori Ugo Baistrocchi,  Maurizio,  De Arcangelis,  Michael Fantauzzi. Distribuzione KochMedia,

Giulia cosa racconta.

Giulia racconta di una ragazza che si trova in un momento particolare della sua esistenza. Ha perso il lavoro e affronta allo stesso tempo la difficile accettazione della fine di un’importante rapporto sentimentale. Per sbarcare il lunario e far fronte alla grave precarietà economica, Giulia lavora in un centro per anziani. Con la sua personalità complessa e inafferrabile, la ragazza intraprenderà una sorta di Viaggio on the road che la porterà a incontrare un’umanità varia e curiosa, ma ugualmente fragile.

Il mondo di Giulia. Identità da costruire

-Chi è Giulia?

-Giulia sono io

Emerge subito nel film di De Caro il tema dell’ identità. A un colloquio, Giulia non sa quale curriculum consegnare, tra quello che la rappresenta e i tanti che ha preparato per far fronte alle  diverse richieste  dei datori di lavoro; vorrebbe adeguarsi anche in quel contesto, adattarsi a quello che gli altri chiedono,  perché uno vuole una cosa e uno un’altra.

Anche l’introduzione del personaggio di Sergio sembra voler sottolineare l’importanza dell’identità. Al centro anziani legge Shakespeare e cita l’essere o non essere di Amleto, sotto lo sguardo scettico e diffidente di Giulia, timorosa di trovarsi dinanzi un “rivale” che voglia appropriarsi del suo lavoro.

Anch’io so’ fare le cose

ribadisce insicura la ragazza ad Alda, una delle signore  a cui porta, senza enfasi, la spesa a casa.

Si muove Giulia negli spazi di vita incontrando come per caso altri spazi vuoti e glaciali che sembrano non avere significato per lei.

La scritta Dream che campeggia all’entrata di un asettico appartamento la introduce in un altro nulla, dove Giulia assiste meccanicamente a un altro episodio senza importanza della sua vita.

Curiosa degli ambienti, dei cassetti, delle cose sparse per la stanza, ispeziona i luoghi e gli oggetti personali toccandoli e annusandoli per coglierne l’essenza, enfatizzando gesti e parole in modo drammatico ma senza voler produrre realmente una qualche reazione nell’altro.

– Come ti vedi tra cinque anni?

-Con una famiglia

Dilaniata da un impotente e inespresso desiderio di maternità, Giulia ama raccogliere ciò che la incuriosisce, soprattutto vecchi giochi abbandonati tra i rifiuti, ricordi di bambini che avrebbero potuto esser suoi.

Afferra i ‘resti’ di ogni cosa, rifiutandone la fine e non accettandone la conclusione. Mentre il suo compagno di un tempo impacchetta i pezzi della loro storia finita, lei si addormenta in camera,  fingendo un tempo che non esiste più.

Aggrappata all’idea di un sogno che persiste, mentre si stringe alle sue spalle, si consuma il dramma della fine di un Amore e va in scena la struggente scena della ‘negazione’. Giulia finge di non comprendere l’Addio o non riesce realmente a farlo suo, sospesa in una sorta di limbo di straniante inconsapevolezza:

Facciamo un figlio… lo volevamo entrambi…l’abbiamo quasi avuto…

Dinanzi all’assenza di qualcosa di concreto a cui aggrapparsi, Giulia finge di non comprendere che l’amore non c’è più, che il figlio non è mai esistito e che c’è ancora una famiglia ad accoglierla a tavola. Rimane inerme dinanzi all’ imbarazzante e accogliente freddezza di chi una volta l’aveva amata, con le sue brioches pre-confezionate sparse sul tavolo e il suo orgoglio ferito che sfocia in rabbia silente. Ogni volta che si sente ferita fugge e raccoglie qualcosa abbandonata per strada, qualche oggetto che abbia avuto un vissuto speciale e che possa raccontare di famiglia e legami.

 

Il punto di rottura

Abbandonando il telefono in bagno e lasciando tutti i giochi in chiesa, Giulia fa una scelta: lasciarsi il passato alle spalle e non dipendere emotivamente da nessuno.

Il tema della dipendenza affettiva è sempre presente nel film ma non solo nel personaggio di Giulia.

Dagli anziani del centro ricreativo che si incontrano per allontanare la solitudine, al dramma di Nella che ha perso il marito, fino a Sergio stesso, personaggio anch’egli inafferrabile, il mondo descritto da De Caro è popolato da esseri che vagano senza un  equilibrio personale.

‘Jamme Jamme ja’

canta infatti Giulia al centro per anziani, Andiamo lassù andiamo, andiamo lassù andiamo è andata già la testa, già la testa. L’equilibrio di Giulia è andato via e vaga ora per le città assolate di Roma iniziando ad ‘assistere’ ad un nuovo intermezzo esistenziale.

Sergio e Ciavoni, esseri definiti da De Caro  puri e inafferrabili, cercano anche loro di trovare un ‘posto nel mondo’ vivendo di espedienti giornalieri e scoprendo forse emozioni mai provate. Con loro Giulia costruisce un ‘non rapporto’, fatto solo di istanti e di brevi dialoghi, apparentemente senza consistenza.

Mister I’m a sensation

Durante il surreale ballo in terrazzo con Yes Sir I Can Boogie, si muovono personaggi che esprimono solo individualità e desiderio di libertà. Giulia afferma in modo sensuale la sua voglia di autonomia e di espressione di sé stessa (riprendendo in parte la scena con I flow rivers in La vita di Adèle) mentre il mini club di critici parla degli happy few, i pochi felici del Cinema.

Blue mind: il mare di Giulia

Quando la sera chiudi gli occhi cosa sogni?

-Il mare…

Il mare è uno dei personaggi principali del film di De Caro. Svolge un ruolo fondamentale e ne avvertiamo l’importanza nella vita di Giulia fin dall’inizio.

Oggetto di desiderio e protagonista dei suoi sogni, tappa di passaggio nel corso del viaggio fatto con Sergio e Ciavoni e luogo di approdo finale; il rapporto di Giulia con il mare è un rapporto conflittuale. Lo cerca, lo osserva, passeggia fra le sue acque raccogliendone i ricordi, ma stenta a tuffarsi fra le sue onde, restìa ad andare fino in fondo.

Il Mare è tutto ciò che c’è in lei di nascosto, misterioso e silente. È l’insieme dei suoi sogni e dei suoi silenzi, è il passato e ciò che cela di non risolto.

Qui Giulia comprende infine la sua difficoltà  di stabilire rapporti e e giunge ad una forte consapevolezza.

Giulia

Il regista De Caro ci parla del rapporto tra Giulia e il mare.

Non so… Non so se sono io che non so stare al mondo

il suo viaggio deve essere solitario e riguarda solo lei. Attraversa a piedi luoghi assolati, campagne sterminate, riconciliandosi con una natura selvaggia e soprattutto con se stessa.

Il paesaggio della mia infanzia non era la terra ma la fine della terra… A volte penso che la mia visione del mare sia la più chiara cosa che possiedo. Lo raccolgo, esule che sono, come le “pietre fortunate” viola che collezionavo con un bianco anello tutto intorno …un’ondata di memoria i colori si approfondiscono e brillano, il primo mondo trae respiro. (Sylvia Plath)

Così come la Plath afferma di non volersi  limitare a contemplare l’oceano da lontano animata da una rinnovata sensibilità romantica, ma di  gettarvisi dentro, alla ricerca di quella autenticità dell’esistenza che le sarà fatale, così Giulia, dopo aver raccolto pezzi di vita da custodire, si inoltra in un mare calmo al tramonto. Uno spazio acquatico che la riporta all’infanzia e  la riconcilia infine con se stessa in un ultimo, o forse no, catartico incontro.

intervista di Taxidrivers alla protagonista

Leggi altri articoli di Sandra Orlando

Il trailer

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Giulia. Una selvaggia voglia di libertà

  • Anno: 2021
  • Durata: 109'
  • Distribuzione: Kochfilm media
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: italiana
  • Regia: Ciro De Carlo
  • Data di uscita: 17-February-2022