Connect with us

Magazine

Bob Dylan e il cinema: i film che lo raccontano

Uno sguardo ai film e documentari ispirati alla vita e alla carriera dell'artista.

Pubblicato

il

Premio Nobel per la letteratura nel 2016

Per aver creato nuove espressioni poetiche nella grande tradizione musicale americana,

Dylan nella sua lunga carriera  ha spaziato dal country al blues, dal gospel al rock and roll, dal jazz alla musica popolare inglese, scozzese e irlandese.

Tra i suoi capolavori in Musica la celebre Blowin’ in the Wind” rifatta e ricantata da centinaia di altri artisti, ma originata da un canto degli ex schiavi neri che si erano arruolati nell’esercito yankee ai tempi della Guerra civile.

Forte è sempre stata l’influenza della letteratura e della storia americana sui suoi testi e sulle sue canzoni.

Il musicologo Alessandro Carrera, autore del saggio La voce di Bob Dylan, Una spiegazione dell’America (Feltrinelli) ha dichiarato:

Se Dylan torreggia sopra tutti non è perché sia un poeta che scrive anche canzoni o un autore di canzoni che scrive anche poesie, ma perché l’intensità con la quale ha fatto cozzare linguaggi diversissimi tra loro è unica e irripetibile.

Il leggendario artista è stato oggetto di diversi documentari e film per il cinema. Vediamone alcuni.

Dont Look Back (1967)

 

«Shake the dust off of your feet, don’t look back»

Diretto da  D. A. Pennebaker e prodotto da John Court ed Albert Grossman (l’impresario da tempo manager del cantautore) e distribuito dalla Docurama, Dont Look Back (volutamente senza apostrofo) è un documentario girato in bianco e nero dalla durata di poco più di un’ora e mezza, basato essenzialmente sulla tournée di concerti che Dylan tenne nel Regno Unito nel 1965.

Il documentario, il primo interamente dedicato ad un artista nella storia della musica rock, segue la lezione del cinema verità. Il docu-drama si apre con la conferenza stampa di Dylan al suo arrivo all’aeroporto londinese di Heathrow.

Vi prendono parte diversi personaggi – fra artisti e manager – dell’entourage di Dylan durante la prima fase della sua carriera, Joan Baez, Donovan ed Alan Price (che aveva appena lasciato il gruppo musicale The Animals), il manager dell’epoca di Dylan Albert Grossman ed il road manager nonché amico del cantante e a sua volta cantautore Bob Neuwirth. Come figure di secondo piano, vi compaiono poi Marianne Faithfull, John Mayall, Ginger Baker e il poeta Allen Ginsberg. Curiosamente, i Beatles, presenti durante le riprese, non vollero apparire tenendosi in disparte.

Continua a leggere su Dont Look Back

Rolling Thunder Revue (2019)

 

di Martin Scorsese . Il regista di Quei Bravi Ragazzi decide di osare mescolando  alla narrazione di fatti realmente accaduti tipica del documentario, anche invenzioni cinematografiche e aneddoti inventati. Tante le  testimonianze costruite per l’occasione ed interviste ad attori famosi che interpretano personaggi di finzione e raccontano avvenimenti mai accaduti. Il film di  Scorsese è un oggetto sperimentale che racchiude il meglio del materiale audiovisivo mai pubblicato sul cantautore.

Il progetto del documentario nacque da un’idea del manager di Dylan, Jeff Rosen, che approcciò Scorsese poco tempo dopo l’uscita di No Direction Home: Bob Dylan.Il regista accettò subito la proposta affascinato dall’argomento proposto, ma dovette rimandare il tutto in quanto occupato nella lavorazione di altri film all’epoca. La maggior parte del documentario fu realizzato da Scorsese dopo Silence.

Il documentario è disponibile su Netflix

 

Io non sono qui (2007)

 

Il capolavoro diretto da Todd Haynes ripercorre la storia di Bob Dylan attraverso sette distinti momenti della sua vita. Ad interpretare il cantautore sei attori diversi, uno per ogni fase

della sua carriera (anche se Christian Bale lo interpreta in due differenti periodi). Una didascalia all’inizio del film dichiara di essere “ispirato dalla musica e alle molte vite di Bob Dylan”. E questa sarà la sola menzione a Dylan.

Il film è concepito come lo sviluppo narrativo di un visionario racconto poetico scandito per quadri sulle note delle canzoni dell’autore di Duluth. La colonna sonora del film è stata raccolta da Sony Music in un doppio CD che riprende il titolo originale del film – I’m Not There – contenente cover di canzoni di Bob Dylan incise da artisti vari. Finora è l’unico film sulla sua vita ad aver ottenuto l’approvazione dell’icona della cultura Rock. Il film racconta Bob Dylan dagli inizi della sua carriera come cantante folk, alla conquista del successo nei primi anni ’60. E poi, la controversa svolta verso il rock, l’incidente di moto e il conseguente ritiro dalle scene, fino all’ultima parte della sua carriera.

Continua a leggere la recensione

No Direction Home (2005)

 

Altro  documentario diretto da Martin Scorsese su Bob Dylan. Il film ripercorre la vita del cantautore fino all’incidente motociclistico che lo coinvolse nel 1966 e analizza l’impatto della sua musica sulla cultura americana. Il progetto del film iniziò nel 1995 quando il manager di Dylan, Jeff Rosen, iniziò a programmare interviste con amici e persone collegate al cantautore. Tra gli intervistati, il poeta Allen Ginsberg e il musicista folk Dave Van Ronk, entrambi deceduti prima che il film venisse terminato.

 

Bob Dylan e il Cinema: gli ultimi film

Nel nuovo film biografico su Bob Dylan e nella parte del cantautore e poeta  Timothee Chalamet, la star di Chiamami col tuo nome  di Luca Guadagnino, NOMINATO AGLI OSCAR 2025.

A Complete Unknon Tra Dylan e Chalamet, che lezione di vita!

Il nuovo progetto prodotto da Fox Searchlight vede la regia di James Mangold di “Ford v. Ferrari” e prima ancora “Walk the the Line” .

Titolo provvisorio  era “Going Electric”, un riferimento a un momento chiave nella storia del rock quando, il 25 giugno 1965, al Newport Folk Festival, per la prima volta Dylan suonò in pubblico su una chitarra elettrica, fischiato e insultato come traditore dai fan sconcertati.

Il film segue l’ascesa del cantante verso la fama e la sua trasformazione in una delle grandi icone della musica contemporanea. 

A complete unknown

 

Il film prende il via da quando a 19 anni Dylan arrivò a New York e “coinvolge i grandi nomi della scena folk di quell’epoca“. Pete Seeger, Joan Baez, Woody Guthrie (che all’epoca era in ospedale) e altri big del tempo sono personaggi del film.  Nel 2017 Mangold aveva accennato a Rolling Stone che stava cercando un altro soggetto a sfondo musicale per dar seguito al film su Cash:

“Ho avvicinato alcuni artisti, ma il problema e sempre stato: avevano qualcosa di originale da dire, avevano una storia da raccontare in un film? Non basta aver scritto buona musica o aver cambiato la scena della musica”.

A Complete Unknown è nominato agli Oscar tra dieci i migliori film dell’anno. 

James Mangold è nella lista dei cinque registi per il lavoro fatto nel film, mentre il protagonista Timothée Chalamet è tra i ciane candidati come miglior attore.

Edward Norton è invece nominato tra gli attori non protagonisti Monica Barbaro (Joan Baez) tra le migliori attrici non protagoniste.

“A Complete Unknown” è inserito anche nella categoria migliore sceneggiatura non originale (è tratto da un libro) e in quella dei costumi originali

L’ottava nomination del biopic è nella categoria miglior sonoro.

Potrebbe interessarti:

1971: L’anno in cui la musica ha cambiato tutto

Rolling Stone: Stories From The Edge. Ecco di cosa parla la Docuserie in 4 episodi