Dagli ultimi sviluppi, dopo Nomadland, neanche Eternals troverà spazio nel mercato più popoloso al mondo, dal momento che la Cina ancora rifiuta la sua connazionale che ha vinto l’Oscar, Chloe Zhao
Battaglia ancora aperta tra Chloe Zhao e i suoi due titoli dell’anno, Nomadland e il prossimo Eternals, dal momento che il suo Paese di origine, la Cina, non ne ha confermato la distribuzione in sala.
Stessa sorte per il meno chiacchierato Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli di Destin Daniel Cretton: il primo super-eroe asiatico Marvel non ha sconfitto la censura.
Cina e distribuzione di film stranieri
La Cina non è un mercato libero. Quando un film prodotto all’estero tenta di accedere alle sale cinesi, deve necessariamente ottenere un visto di censura, il cui rilascio è ovviamente responsabilità governativa. E le cui caratteristiche non rientrano in un sistema di rating come nel nostro Paese o negli Stati Uniti: in Cina, si è dentro o si è fuori. Promossi o bocciati.
Inoltre, a seconda della tipologia di accordo distributivo che prevede, il numero dei film ammessi è vincolato ad una quota annuale.
Questo significa che, per quanto possa sembrare che Chloe Zhao abbia tutte le carte in regola per una distribuzione mastodontica (è cinese e ha vinto tre Oscar!), la realtà è che non andrà a finire così.
Chloe Zhao: il “Nonameland” di “quella tizia”
Il 23 di aprile, la precedentemente annunciata distribuzione di Nomadland è stata ritirata, e tutte le notizie relative a questa celebrata vittoria immediatamente cancellate dalla rete. Non solo la Cina non vedrà il film, ma i suoi commentatori non sono stati autorizzati a parlarne; quando, in una condizione normale, avrebbe potuto essere la notizia nazionalistica del momento. Un’artista cinese che vince la più importante competizione cinematografica americana, una stoccata che il Governo avrebbe potuto affondare con ancor più orgoglio, è diventata una pantomima esilarante.
In rete, blogger e commentatori si sono inventati rebus e sciarade divertentissime per riferirsi alla Zhao e al suo film. Nelle versioni meglio comprensibili è diventato “Nonameland” e la regista “quella tizia”. Il tutto per evitare di essere bannati.
Insomma, alcune dichiarazioni della Zhao, che risalgono al 2013, fanno ancora male. La Cina non dimentica, e pertanto questa talentosa regista, più che essere la star, è la reietta del momento. E questo, nonostante le parole riconcilianti che la Zhao ha pronunciato nel suo discorso agli Academy.
I film di Chloe Zhao: da Nomadland ad Eternals insieme a Shang-Chi, tutti risucchiati nel vortice
Eternals è misteriosamente sparito dalla lista delle uscite dell’autunno, ma è in buona compagnia: pure Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli se n’è andato. Entrambi i film, prodotti Marvel con un focus particolare sulla Cina. Eternals è il primo film diretto da una regista asiatica, mentre Shang-Chi sarà il primo super-eroe dai tratti asiatici di origine straniera. Il volto di Shang-Chi è di Simu Liu, e con lui troveremo Tony Leung Chiu-wai (The Grandmaster) e Michelle Yeoh (La tigre e il dragone), due nomi molto famosi in Cina.
Sebbene la sparizione dei nomi dalla lista delle prossime uscite di Marvel in Cina non sia una conferma definitiva , è estremamente plausibile. Mentre lo stop imposto a Zhao è ormai di chiara natura; pare che le regioni per l’espulsione di Shang-Chi siano più complesse.
Shang-Chi e lo stereotipo razzista
Il cattivo del fumetto originale, che risale agli anni Settanta, nonché padre di Shang-Chi, era il personaggio di Fu Manchu. Il quale sfoggiava una connotazione piuttosto razzista, dal momento che riprendeva lo stereotipo di “pericolo giallo”, retaggio di svariati decenni fa. Il personaggio è però stato ridisegnato nella versione Marvel odierna, per diventare “Il Mandarino”, interpretato da Tony Leung.
Purtroppo questa rivisitazione non è stata considerata dai fans, che hanno fortemente condannato il film sui social. Chiaramente, il pubblico non ha interesse ad andare a vedere al cinema un film che sminuisce il proprio popolo e divulga un stereotipo.
Un po’ come sostenere una produzione straniera il cui cattivo è un italiano rubacuori e mafioso, forse.
La faccenda si è così ingigantita da colpire persino i prossimi due film che includono Tony Leung. Fox Hunt e Theory of Ambitions, infatti, al momento non hanno ancora avuto distribuzione confermata in Cina. Possibile che l’attore sia entrato nella lista nera per la scelta di interpretare il Fu Manchu rivisitato?
Shang-chi e la fisicità sbagliata
Un’altra delle questioni, anche questa molto spinosa, è costituita dal fatto che la selezione degli attori abbia individuato due nomi, Liu e Awkwafina, che non rappresentano in realtà la fisicità cinese diffusa.
Insomma, i fans additano Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli di essere un tentativo commerciale per attrarre il pubblico cinese, ma senza una vera conoscenza della sua cultura. Favorendo piuttosto banali stereotipi e visioni comuni. Stessi commenti che l’action movie Mulan aveva scatenato in tutti i social cinesi, che l’hanno condannato diffusamente per l’ingenua superficialità con cui si è parlato di una cultura altra.
Per quanto siano comprensibili le critiche sollevate a proposito di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, si tratta comunque di chiacchiere pre-visione. La scottata di Mulan brucia ancora e la fiducia del pubblico cinese va riconquistata, inevitabilmente. Se solo si lasciasse a Marvel questa possibilità.
Scrivere in una rivista di cinema. Il tuo momento é adesso!
Candidati per provare a entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi drivers