Cortometraggi Mother di Antonio Costa arriverà agli Oscar? Il cortometraggio è nella selezione ufficiale del "In the Palace International Short Film Festival" di Sofia, uno dei prestigiosi festival cinematografici qualificanti per gli Oscar. Pubblicato 4 anni fa il 7 Marzo 2021 Scritto da Sandra Orlando Share Tweet Si avvia ad una possibile nomination agli Oscar il cortometraggio Mother di Antonio Costa del 2020. L’opera del regista palermitano autore di Francois, Anne 2011, A casa ( 2012), Felice 2015, è reduce della partecipazione al festival Capri Hollywood ed é ora nella selezione ufficiale del In the Palace International Short Film Festival di Sofia, in Bulgaria, uno dei prestigiosi festival cinematografici qualificanti per gli Oscar. A sfidarsi saranno alcuni dei migliori cortometraggi al mondo, il cui vincitore sarà ufficialmente eleggibile per gli Academy Awards del 2022. Il corto di Costa, riconosciuto di interesse culturale e realizzato con il contributo del MiBACT – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e di Apulia Film Commission, è prodotto da Antonio Tozzi per Yanez Film. Mother di Antonio Costa: la trama Mother è la storia di due uomini, John (David White) e Plazen ( Oltjon Bilaj), che vivono in campagna. Una richiesta disperata di John ” kill me” gravemente ammalato, sconvolge Plazen che si trova dinanzi al peso di una scelta difficile. Spinto dalla volontà di rasserenarlo, il ragazzo rimette in funzione le vecchie luci di Natale, addobba le finestre, la casa e persino la mucca, silente partecipe della loro vita. Le dichiarazioni del regista Antonio Costa Volevo raccontare la purezza di un sentimento, a prescindere dal tipo di relazione che lo rappresenta. La scelta di Plazen è una scelta d’amore, una scelta totale per l’altro. La mucca osserva dalla finestra e il suo sguardo pian piano si trasforma in sguardo di madre, che dissente e rimprovera ma al contempo consola», afferma Costa. Una dimensione sospesa Il punto di vista della mucca è sicuramente il più interessante nel corto. In questa dimensione sospesa e a tratti onirica, la mucca incarna anche la complessità di un importante dilemma morale. Continuare a veder soffrire chi si ama o porre fine al suo dolore? L’animale non esprime giudizi e rappresenta anche il fascino autoritario del grembo materno mentre si aggira nei pressi della fattoria. La campagna si apre silenziosa sulla casa isolata: due uomini e un rapporto quasi fraterno e filiale. Il dolore è palpabile, legato ad un’agonia insopportabile. La regia si sofferma sui rantoli continui, sui sospiri che rompono la quiete del luogo e mostra l’indicibile sofferenza di due corpi: quello di John, sfinito dalla malattia, e quello di Plazen che lo assiste con le sue amorevoli cure. Nel mezzo il silenzio della mucca, che tutto osserva. Mother è un dialogo silenzioso Sono poche le parole espresse dal regista che preferisce lasciar parlare il quadro d’insieme. La campagna umida, lo sgocciolio del latte munto nel secchio, il vento che smuove i panni stesi ad asciugare, l’acqua che lava via la stanchezza dal corpo di John e dal pavimento della vecchia casa. Le lacrime di Plazen arrivano silenziose, tra un colpo di tosse e l’altro di John, o violente, in auto, quando la sofferenza si fa insopportabile insieme al dilemma che lo attanaglia. Le parole non servono a vestire il dolore in questo dramma sulla necessità di obbedire alla legge di una Natura matrigna che pone dinanzi ad una scelta profonda e ad un quesito difficile nonostante la semplicità dell’ambiente in cui tutto accade. Il silenzio della mucca è quello di uno spettatore che si limita ad osservare le scene di dolore rimanendo da una parte distaccata e assente emotivamente, ma dall’altra parte partecipe in modo materno. Socchiudendo gli occhi conduce i due nel suo mondo e gli regala una nuova vita per cui gioire. Nella nascita del vitellino sta il nucleo del cortometraggio di Costa. Madre natura mostra come la Vita continui, come un nuovo essere giunga, mentre un’altra esistenza sta per spegnersi, con chiari riferimenti religiosi. Luce ed oscurità In Mother ogni cosa si compie in quella casa fatta di tristezza e oscurità. L’unica luce che si staglia è quella dei lumini natalizi, surreali simboli dell’alternanza della vita nel corpo di John. Plazel attende che quell’intermittenza si spenga totalmente ma allo stesso tempo teme il momento in cui accadrà. Le giornate trascorrono all’ombra di un dolore che non ha voce, in un tempo dilatato e sospeso in quella fangosa campagna. Le ultime parole Opera complessa e quasi lirica, Mother commuove soffermandosi sui volti disperati e scarni dei personaggi che esprimono senza necessità di dialogare concedendosi una richiesta di perdono solo alla fine: Mi dispiace Conclude John, prima che il respiro si faccia flebile. La testa bagnata si poggia stanca, la mucca osserva con occhi stretti, le luci si spengono. Si chiude il cerchio di Mother tra Natura, malattia, silenzio, amore e morte. Mother di Antonio Costa arriverà agli Oscar? Noi speriamo di si. Che ci arrivi o no, siamo sicuri che il talentuoso Antonio Costa abbia una lunga strada davanti a se e ci saprà regalare tanti altri gioielli. Mother Correlati:Antonio costaCortometraggiMother!Yanez Film Up Next Una trilogia ideale. Gli esordi del cinema di Bigas Luna Don't Miss In arrivo il Tony Sperandeo horror di Medium Potrebbe Piacerti Festival del Cinema Tedesco: tutti i corti di NEXT GENERATION SHORT TIGER ‘Landflucht’: la recensione. 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