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Festival del Cinema Tedesco

‘Landflucht’: la recensione. Dalla fattoria al formicaio

Il cortometraggio in stop-motion presentato il 20 marzo al festival del cinema tedesco.

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Un'immagine dal corto 'Landflucht'

La sera di giovedì 20 marzo ha debuttato alla quinta edizione del festival del cinema tedesco il cortometraggio Landflucht, di Anna Dokuchaeva e Sine Juhl. Il titolo, della durata di 5 minuti, è un breve sguardo a un bizzarro duo e al loro strano viaggio attraverso due mondi, che tuttavia racconta molto più di quanto potrebbe sembrare. È stato proiettato due volte al festival tedesco, della durata di tre giorni (dal 20 al 23 marzo 2025), subito dopo l’inaugurazione ufficiale. Ecco la nostra recensione sul corto animato in stop-motion Landflucht.

Clicca qui per la programmazione completa del festival del cinema tedesco.

‘Landflucht’: di cosa tratta il corto?

Protagonisti del cortometraggio della durata di pochi minuti sono un gallo e una mucca, due puppet animati in stop-motion dall’aspetto alquanto grottesco. Il filmato inizia proprio coi due che sembrano fuggire da una fattoria, e proseguono il loro viaggio fino ad arrivare nel bosco. Qui i due non trovano una natura esattamente comune, a partire da un curioso serpente che porta un cappello, e loro stessi non sembrano due abituali animali da allevamento. A partire dal fatto che entrambi indossano i pantaloni. Insomma, di cosa racconta questo Landflucht?

Ecco qui gli ultimi film proiettati al festival.

L’animazione in stop-motion

Landflucht è stato realizzato in stop-motion e non presenta alcun dialogo. È fatto di morbidi e scricchiolanti suoni e versi selvatici e affilati, come i momenti di comunicazione tra il gallo e la mucca protagonisti del cortometraggio. I due puppet hanno un aspetto bizzarro che salta subito all’occhio, sia per la presenza di indumenti su due animali selvatici, sia per quelle caratteristiche che un po’ li avvicinano a due buffi pupazzi. Fermo dopo fermo i due si inoltrano in una foresta di erba e foglie scricchiolanti e piccoli funghetti piantati qua e là, realizzati nei più piccoli e minuscoli dettagli. Un mondo in miniatura dai movimenti a tratti scattanti e a tratti lievi e morbidi, a gusto di uno sviluppo lineare ma dall’inquietante messaggio nascosto.

Un'immagine dal corto 'Landflucht'

Un’immagine dal corto ‘Landflucht’, fonte: Festival del cinema tedesco, 2025

Fuga nella campagna

Ebbene sì, questo gallo e questa mucca non sono animali comuni. Sono appena fuggiti da una fattoria, o così pare, ma indossano entrambi i pantaloni, come individui altamente civilizzati. È forse per questo che lo stesso gallo, arrivato nel bosco, se ne disfa immediatamente per ritrovarsi più libero e, forse, più a contatto con la sua profonda identità selvatica. Che sia questo lo scopo della loro landflucht? La parola può essere tradotta come “fuga dalla campagna“, e tuttavia i due fuggono nella campagna. Perché se l’urbanizzazione ha portato via gli esseri umani dal mondo rurale per condurli nelle città, forse per questo iconico duo vale l’opposto: una fuga dalla civilizzazione per tornare al mondo selvaggio.

E per qualche istante riescono a fingere che sia così: che siano lontani da quell’organizzazione, da quella civilizzazione forzata. Mangiano così funghi selvatici e dormono sotto le stelle, ma il loro viaggio nelle profondità del bosco sembra nascondere una dura verità, che toglie loro qualsiasi possibilità di liberarsi finalmente di quelle regole, quel sistema, quei pantaloni.

‘Landflucht’: dalla fattoria al formicaio

I due incontrano un formicaio. E si sa che le formiche sono l’apoteosi del sistema operativo: ognuno ha il suo ruolo e ognuno è indispensabile. Tutti collaborano al funzionamento dello stesso sistema: una distribuzione perfetta del dovere e del lavoro. Ma queste formiche sono diverse. Hanno i vestiti. E hanno delle case. E hanno delle mucche? A quanto pare, sì. La storia sembra proprio ripetersi.

In Landflucht il gallo e la mucca sono fuggiti da un sistema civilizzato e con tutta probabilità altamente organizzato, per tuffarsi in un mondo che pensavano diverso e selvatico. Eppure gli esseri viventi tendono sempre a organizzarsi in modi diversi ma simili. È quindi impossibile fuggire da quella civilizzazione? Da quella meccanizzazione? Se persino formiche e scarabei hanno perso la propria natura profonda, a che è servito fuggire da quella fattoria?

Landflucht

Un’immagine dal corto ‘Landflucht’, fonte: Festival del cinema tedesco, 2025

In conclusione

Probabilmente la bellezza di Landflucht è l’enorme quantità di spunti di riflessione che offre allo spettatore. E le altrettante domande che solleva: la libertà è una scelta reale o solo un’illusione che cambia forma nel tempo? Il gallo e la mucca desiderano forse una vita più libera nella natura selvaggia, ma si ritrovano incastrati in un altro sistema. Che sia la natura stessa a reinventarsi in modo sempre più meccanizzato? O che sia l’uomo, consapevolmente o meno, a ridisegnarla a sua immagine?

Ciao! Sono Aurora e cliccando qui puoi trovare tutti i miei articoli.

Landflucht

  • Anno: 2024
  • Durata: 5 min
  • Genere: Cortometraggio, animazione
  • Nazionalita: Germania
  • Regia: Anna Dokuchaeva, Sine Juhl