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La veduta luminosa di Fabrizio Ferraro: poesia e natura fuori concorso al festival di Berlino

Fuori concorso al festival di Berlino c'è "La veduta luminosa" di Fabrizio Ferraro

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Fabrizio Ferraro approda al Festival di Berlino, ma fuori concorso con La veduta luminosa.

La veduta luminosa di Fabrizio Ferraro

Il regista, 47 anni, con alle spalle tanti film da festival, arriva a quello di Berlino. La veduta luminosa, prodotto da Passepartout, Eddie Saeta e Rai Cinema, ha al centro due protagonisti: Mr. Emmer (Alessandro Carlini), regista cupo, introverso e tabagista cronico che non lavora da tempo, e Catarina (Catarina Wallenstein), mite assistente di un produttore assente.

Di cosa parla La veduta luminosa?

Da una parte, quindi, un regista cupo e introverso. Dall’altra quella che è una rappresentante di una produzione coraggiosa che vuol portare avanti un’opera su Friedrich Hölderlin, destinato a una lunga, ma produttiva pazzia. I due, così diversi, partono in auto verso Tubinga. Vanno alla ricerca dei luoghi del poeta tedesco. Ma il viaggio ha tempi lunghi ed è fatto da molti silenzi del regista intramezzati da sue considerazioni, sentenze, via via più deliranti e auto erotiche. Tra queste

“Non sappiamo nulla della sofferenza di un uccello chiuso in gabbia”

(omaggio di Ferraro al regista Luciano Emmer scomparso nel 2009)

O ancora:

“Il ragno non sa nulla della mosca perché i fili sono proporzionali alla sua cecità, a quello che non è capace di vedere”

Le dichiarazioni del regista

“Con La veduta luminosa abbiamo affrontato l’Hölderlin che accetta l’assenza di attrazione per il fuoco divino e vede il voltarsi obbligato degli umani per una natura non più casa divina. Noi lo abbiamo odorato e sentito nella foresta quel qualcosa dall’impossibile comprensione: la vita immediata che sfugge mentre si cerca di contenerla. E questa fuga, che canta una concretissima presenza astratta, è proprio un’arte, l’arte della fuga.”

Ma la vera sintesi di questo film, che andrà in onda su Rai TreFuori Orario sabato 6 marzo, è la lettera immaginaria di Fabrizio Ferraro al produttore Lluis: “Come ben sai, l’avvicinamento alla lavorazione del film è stato molto istintuale. Siamo andati avanti senza darci troppe spiegazioni. E ti ringrazio da subito per aver accolto questo movimento; anche per questo forse ci siamo ritrovati. Non posso che ammirare il modo di metterti in ascolto senza preordinare nulla, attendere di scoprire le cose evitando l’imposizione di un discorso anticipatorio”.

(Fonte Ansa)

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La veduta luminosa

  • Regia: Fabrizio Ferraro