‘Suole di vento – Storie di Goffredo Fofi’ di Felice Pesoli
Suole di vento - Storie di Goffredo Fofi è un documentario che delinea il ritratto di un intellettuale costantemente in viaggio. In modo semplice ed essenziale, al racconto di una persona unisce quello della vita sociale e politica italiana. In sala dal 7 ottobre
“L’uomo dalle suole di vento” è la bellissima espressione attribuita a Verlaine, soprannome che pare abbia dato all’amico Arthur Rimbaud, per indicare il suo vagabondaggio fisico e mentale. Il poeta maledetto e ribelle che tanto ha influito sulla cultura novecentesca e molto amato da Goffredo Fofi, con cui condivide l’animo ostinato e indocile. E Suole di vento – Storie di Goffredo Fofi è il titolo del documentario che Felice Pesoli ha realizzato sul celebre scrittore e critico cinematografico, presentato fuori concorso al Torino Film Festival e ora al Cinema.
Prodotto da Avventurosa e Rai Cinema, in associazione con Istituto Luce Cinecittà.
Intellettuale attivista continuamente in lotta e in viaggio, Fofi incarna una delle figure più importanti dello scenario culturale di fine Novecento e oltre. Ma anche controverse, per il suo temperamento riottoso e per il forte credo ideologico che è sempre stato pietra fondante del suo essere. Pesoli realizza un ritratto dallo stile semplice ma appassionato, tramite un’intervista alternata a materiale d’archivio e filmati o fotografie che mostrano Fofi nel corso della sua vita. Un racconto fiume fatto di parole e di immagini, che scorre impetuoso e che conduce in un lungo viaggio attraverso la sua vita e ancor più attraverso la storia del Paese. Vagabondaggio storico, ideologico, sociale e persino fisico evocato poeticamente dal titolo.
Il racconto di Fofi parte dalle sue origini e ripercorre la propria vita sin dal contesto della sua nascita. Il ricordo viene scandito a tappe dai luoghi in cui ha vissuto e in seguito da alcune delle riviste su cui ha scritto. Ma ancor più del suo lavoro in ambito letterario e cinematografico, quello su cui verte maggiormente l’intervista è la sua attività sociale. Sin da giovanissimo ha sempre lottato, spesso in prima linea, per cambiare la realtà e per opporsi ad un ordine delle cose verso cui è stato insofferente. I molti viaggi che ha intrapreso e le molte città in cui è vissuto gli hanno permesso di trovare nuovi stimoli e di conoscere molte realtà del paese.
Da Palermo, dove si trasferì giovanissimo nel dopoguerra al seguito del sociologo e attivista Danilo Dolce, città in cui ha conosciuto la massima miseria e in cui i giovani morivano per malnutrizione, a Torino, città simbolo della Resistenza. Da Parigi, la tappa che è stata fondamentale per la sua formazione cinefila e in cui ha lavorato per Positif, rivista “rivale” dei Cahiers du Cinéma, a Napoli, dove ha conosciuto un calore e una vitalità umana fuori dal comune. Non mancano gli aneddoti appassionanti e divertenti, come il racconto del Confiteor recitato con Luis Buñuel, la sua fascinazione per Totò e il rapporto tensivo con Elsa Morante.
Suole di vento – Storie di Goffredo Fofinon è un documentario celebrativo o unidirezionale. Oltre al viaggio nei luoghi e nella mente di Fofi, si realizza come ritratto dell’Italia del secondo Novecento. Un affresco sociale animato dai ricordi e composto in modo semplice ed essenziale, associando la parola al materiale di archivio. Vengono toccati e rievocati quelli che sono stati tre momenti chiave e di svolta per l’Italia della seconda metà del secolo, ovvero il dopoguerra, il ’68 e il ’77. Ricostruzioni, rivoluzioni, sogni, tensioni, incubi e stasi che hanno delineato la storia e la vita politica italiana. Goffredo Fofi è perfettamente a proprio agio nei panni del cantore. È un piacere sentirlo parlare per gli 80 minuti della durata, portando alla luce ricordi e pensieri in modo lucido, appassionato, divertito e divertente. Sempre con lo spirito ardente e contraddittorio che lo ha caratterizzato, scintilla presente nei suoi occhi e nella sua voce, insieme alla gioia reminiscenziale.
Oltre alla funzione rievocativa, storica e sociale, affiora la componente legata alla poesia, l’elemento nascosto ma fremente di questo documentario. Non solo i riferimenti a Rimbaud, di cui si cita anche il motto “il faut etre absolument moderne“, ma anche gli incontri con Elsa Morante, che portano Fofi a riconoscere che l’arte, una poesia, può avere lo stesso valore di un gesto sociale e rivoluzionario. Gocce di poesia si presentano inoltre in forma visiva, tramite i disegni che accompagnano alcuni momenti del racconto. Realizzati da Mara Cerri, Gianluigi Toccafondo e Simone Massi, tre dei protagonisti del sotterraneo e fervido panorama dell’animazione italiana. Autori dallo stile inconfondibile, amati e sostenuti dallo stesso Fofi in più occasioni.