La situazione delle sale cinematografiche si complica e non poco. L’Anec, l’associazione degli esercenti, ritiene irricevibili le disposizioni in tema di sicurezza emesse col decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 18 Maggio, laddove non consentirebbero di riprendere un’attività capace di assicurare utilità economica. Anche a fronte della mancanza di nuovi titoli da proporre, la maggior parte delle sale, quindi, non aprirà i battenti per la data prevista, il 15 Giugno.
Per l’Anec rimane incomprensibile l’obbligo della mascherina in sala e, infatti, dichiara: “Sicuramente sono stati fatti passi avanti con la deroga al distanziamento interpersonale per la visione con i propri familiari, ma il permanere dell’obbligo dell’uso della mascherina anche dopo aver preso posto in sala rimane incomprensibile“. “Le misure per le sale cinematografiche impongono il distanziamento di almeno un metro e, così come previsto in altre attività commerciali, si ritiene che al momento della occupazione del posto in sala il cliente possa rimuovere la protezione delle vie aeree, al pari di quanto definito per il settore della ristorazione“.
Proprio per evitare che le norme previste allontanino il pubblico dalle sale, l’Anec chiede al Governo di allineare i protocolli a quelli già operativi in Francia e in altri paesi dell’Unione Europea. Si auspica che si concretizzi questo percorso in previsione del prossimo aggiornamento delle linee guida nazionali a cura del Comitato Tecnico Scientifico, permettendo ai numerosi lavoratori ancora a casa di poter tornare a lavoro, evitando peraltro ogni rischio nascente con l’imminente fine della copertura degli ammortizzatori sociali.
Intanto ciò che è certo è che, visto lo stato attuale, la maggior parte delle sale resterà chiusa. Basti pensare al dato di Roma, in cui si prevede, in proporzione, la riapertura di 2 sale su 50.