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Ucraina, il Queer è vivo

Lo strano caso di un paese in guerra che parla di cinema

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Ucraina

Nonostante la tremenda guerra e la tragedia che vive da almeno due anni l’Ucraina, come in ogni situazione drammatica è sempre l’arte, in questo caso la forma cinematografica, ad allietare un popolo in lotta. Nel territorio ucraino infatti, come riporta IndieWire, il festival cinematografico Sunny Bunny, che ha proiettato film come Queer e Peter Hujar’s Day, ha resistito anche quest’aprile nonostante un attacco missilistico russo su Kiev.

La terza edizione del festival vede una spesa di circa 60.000 euro, che sono stati recuperati con gli scarti. Questa la testimonianza organizzativa da parte del direttore del Festival Queer Bohdan Zhuk : “In generale, non siamo mai riusciti a raccogliere un budget adeguato da uno o più donatori; si tratta piuttosto di un piccolo supporto da molte fonti diverse, nazionali e internazionali”.

La situazione festivaliera in Ucraina

L’Agenzia cinematografica statale ucraina ha fornito una certa quantità di finanziamenti, così come hanno fatto importanti partner internazionali come il Goethe Institute e l’International Renaissance Foundation, tra gli altri. Anche se un duro colpo è arrivato dalla cancellazione dei finanziamenti dell’USAID, sui quali il festival aveva fatto affidamento nelle edizioni passate.

Zhuk ha aggiunto : “Oggi assistiamo in Ucraina ad un taglio netto per i progetti culturali.”

Il festival Queer però in Ucraina sopravvive grazie alla collaborazione con le ambasciate, che sono ben 10, dal Canada all’Argentina. Il Regno Unito, ad esempio, ha offerto una retrospettiva del cinema queer britannico molto apprezzata. Considerando tutte le sfide, il programma è davvero impressionante, con 60 film che includono un mix di titoli freschissimi del Sundance e della Berlinale come Peter Hujar’s Day,  Lesbian Space Princesses, con successi dell’anno scorso come I Am Not Everything I Want to Be, Viet and Nam .

Il direttore ha raccolto a sé l’enorme affetto del popolo ucraino: “Vedo l’impatto, persone soddisfatte, comunità plasmata, o anche quando qualcuno mi dice che il festival gli ha cambiato la vita, è incredibilmente motivante e ci spinge ad andare avanti, qualunque cosa accada.”