È l’anno Fellini. Al centenario della nascita di questo cineasta grandissimo e unico, nato nella nostra regione, in un battibaleno approdato al mondo, per sempre consegnato all’olimpo della storia del cinema, abbiamo pensato e lavorato a lungo. Nel corso degli ultimi anni abbiamo restaurato tredici dei suoi film, e in questo mese di Gennaio ne riportiamo cinque nelle sale italiane, un carnet di Cinema
Ritrovato al cinema che allinea cinque capolavori, Lo sceicco bianco, I vitelloni, La dolce vita, 8½, Amarcord. In esclusiva al Lumière, invece, vi proporremo un’integrale della sua opera, suddivisa, mese per mese, in capitoli che abbiamo chiamato Fellini 23½: perché Fellini ha firmato in tutto ventiquattro regie cinematografiche, ma il primo film, Luci del varietà, lo condivise con Alberto Lattuada, e gli è sempre piaciuto pensarlo il suo ‘mezzo’ film.
Intorno, una serie di titoli che abbiamo scelto per la qualità speciale della loro filiazione felliniana. Fellini, regista inimitabile, è stato come spesso accade molto imitato. I tentativi di copia sono stati sempre maldestri o risibili. Quelle che ci interessano sono le relazioni indirette che si sono stabilite tra l’ispirazione felliniana e autori che, magari agli esordi, possedevano comunque un proprio mondo, e una forte idea del cinema: come nel caso de I basilischi e di Mean Streets, che in modi diversi raccolgono l’eredità de I vitelloni, e da lì partono per esplorare nuovi territori.
Federico Fellini nasceva il 20 Gennaio 1920; il 20 gennaio 2020 sarà una giornata di Cineteca aperta, con proiezioni continue e segni felliniani diffusi negli spazi della biblioteca e dei foyer, manifesti, fotografie, disegni e il rinoceronte immaginato da Dante Ferretti per E la nave va a dondolare sulle nostre teste. Per Febbraio, infine, è prevista l’uscita, per le nostre Edizioni, del densissimo volume in cui Aldo Tassone ripercorre tutti i film di Fellini e il Fellini visto dalla critica internazionale, in un tessuto fitto di memorie personali e interviste inedite.
Festeggiamo anche, con i suoi titoli più celebri, i novantanni appena compiuti da Alejandro Jodorowsky, uno dei registi più liberi, personali e felicemente folli della storia del cinema, autore che continua a far saltare ogni confine tra il cinema e le altre arti; ottimo compagno di strada per una manifestazione come Arte Fiera, alla quale anche quest’anno la Cineteca contribuisce con una ricca selezione di film e con i sette appuntamenti di Videocittà a Bologna, ricca rassegna di videoarte che in collaborazione con Videocittà – Festival della visione di Roma propone una documentazione del contemporaneo e una panoramica delle produzioni degli ultimi anni.
Chiudiamo con Noah Baumbach, regista indipendente e formidabile sceneggiatore: cinquantenne, attivo nel cinema indipendente fin dagli anni Novanta, si è conquistato poco alla volta e con titoli sempre migliori un posto di rilievo nel cinema americano contemporaneo, e ora, con Storia di un matrimonio, un’affermazione clamorosa e una lunga serie di premi e nomination. Di Baumbach potremmo dire che è un po’ l’opposto del Fellini post-8½ e di Jodorowsky, ovvero il suo è un cinema dove risplendono la sceneggiatura strutturata e l’arte del dialogo.
Da diversi anni apriamo l’anno nuovo con una piccola rassegna di grandi classici, tanto per partire col piede giusto. Quest’anno, nei primissimi giorni di gennaio, avrete Amarcord, 8½, La dolce vita, Roma. È l’anno Fellini. Sarà un anno di magnifiche visioni.
(Gian Luca Farinelli)
Per il programma dettagliato clicca qui.