David Budd è in viaggio con i suoi figli verso Londra quando, scosso da un incubo, si sveglia durante la sosta. Qualcosa colpisce la sua attenzione, nota un uomo fuori dal finestrino gettare il proprio telefono in un cassonetto ed allontanarsi. Budd si alza dal suo posto, raccomanda a una passeggera di controllare i suoi figli e comincia ad attraversare i vagoni verso quello della polizia.
Il sospetto infatti trova una conferma, Budd dopo aver denunciato all’agente sul treno un possibile terrorista presente assieme agli altri passeggeri, si incammina per trovarlo finchè non lo scopre uscire da un bagno. Consapevole di quanto potrebbe accadere, spalanca la porta del bagno e dentro, con sorpresa, vi trova una donna di origine musulmana con indosso dell’esplosivo.
È il 1 ottobre e la vita di Budd prenderà una piega che ne influenzerà, inevitabilmente, i mesi a venire.
Bodyguard segue la vicenda dell’agente David Budd – interpretato da Richard Madden – che rientrato da un’esperienza catastrofica in Iraq, sventa un possibile attentato terrorista sul treno su cui viaggia per Londra. Il giorno seguente l’uomo, freddo e professionale nonostante quanto accaduto, prende servizio come capo della scorta del ministro degli interni inglese, Julia Montague, una donna determinata nella sua lotta contro il terrorismo, specialmente dopo quanto accaduto al suo nuovo capo scorta.
La serie, che potrebbe essere accostata a qualsiasi altra che tratti di spionaggio o di terrorismo, è in realtà un ottimo prodotto che dapprima si concentra sul critico rapporto che nasce tra Budd e la Montague. I due, passando tempo insieme, si trovano prima a scontrarsi su opinioni personali ed internazionali, e, dopo un orribile attacco alla Montague in cui la donna rischia di essere uccisa, il rapporto cede al personale, diventando amanti l’una dell’altro. Sebbene la Montague, una donna forte ma fragile, cerchi di aiutare Budd con l’evidente stress post traumatico di cui soffre, l’uomo non riesce a cedere al suo problema mettendo al primo posto il lavoro per cui è chiamato, ed arrivando a seguire gli ordini del capo della polizia che è intenzionato ad indagare sugli affari del primo ministro.
Ciò che convince di questa serie è proprio il continuo cambiamento del flusso degli eventi. Si apre con un attentato a cui ogni altro fatto ed evento si lega, svelando una trama scritta in maniera tale che nella conclusione ogni tassello si dispieghi non lasciando lo spettatore deluso in quanto, nel dispiegamento si scoprono ed introducono nuovi elementi originali ed intelligenti nel loro ‘incastro’ che arricchiscono notevolmente l’andamento psicologico ed emotivo della vicenda. Bodyguard si compone di sei episodi, in cui la tensione è così crescente da ‘dispiacere’ il momento conclusivo dell’ultima puntata.
Richard Madden, interprete di David Budd, è ottimo nel personaggio, premiato agli ultimi Golden Globe, Madden è cinico, freddo, disperato, sofferente e scosso in ogni frangente, lascia che la psicologia di Budd, delicata e fragile, appaia sullo schermo mantenendo una fisicità consona al tipo di figura richiesta dal lavoro della guardia del corpo e dell’ex militare. Compromesso nel suo vissuto, è incredibile come trasferisca le sensazioni di Budd in uno sguardo criptico, in cui lo spettatore non capisce se stia osservando dolore o determinazione dell’uomo David o del sergente Budd.
Travolto dagli eventi che gli accadono, dalle figure potenti che intralciano il suo lavoro, Budd è un personaggio che di continuo sorprende, portando lo spettatore ad interrogarsi se sia dalla parte giusta oppure no. Nel crescendo della suspense della minaccia terrorista, argomento più che attuale e –forse- rivisto sul piccolo schermo, Bodyguard ci ricorda che siamo tutti esseri umani e che non conosciamo mai davvero nessuna persona fino in fondo.
Simona Grisolia