Il ritorno dei moti viventi, il film di culto che rivisitava in chiara ironica il genere zombie, disponibile in limited edition

Sebbene fosse stato concepito come un omaggio e una sorta di parodia del capostipite La notte de morti viventi (1968), del compianto maestro George A. Romero,  (1985), film realizzato con risorse ridotte, non può essere considerato semplicemente un b-movie, laddove la bravura dei protagonisti e la bontà degli effetti speciali (benché artigianali) lo hanno reso nel tempo un’opera di culto (nel 1985, nonostante non esistesse ancora la computer graphic, si riuscì ugualmente a creare splendidi trucchi, come, ad esempio, per la donna-zombi senza gambe o l’umanoide nella cantina). L’accostamento di horror e humour è interessante, in perfetto equilibrio, senza contare che il lungometraggio in questione si differenzia non poco dal prototipo romeriano, presentando non-morti che si muovono rapidi, parlano, e che, soprattutto, non possono essere in alcun modo “uccisi”.

Il ritorno dei morti viventi avrebbe dovuto essere diretto da Tobe Hooper (ma il regista in quello stesso periodo, si trovava in Inghilterra per girare Space Vampires) e prodotto proprio da Romero. Il budget messo a disposizione dalla Fox Films era di quattro milioni di dollari. Lo sceneggiatore John A. Russo, collaboratore dell’originale La notte dei morti viventi, fece da supporto nella stesura del soggetto. Alla fine la regia venne affidata a Dan O’Bannon, famoso per le sceneggiature di Dark Star (John Carpenter, 1974), Alien (Ridley Scott, 1979) e, successivamente, Atto di forza (Paul Verhoeven, 1990), e il film si rivelò un successo presso le platee statunitensi, guadagnando 14 milioni di dollari. In Italia, al contrario, non ebbe molta fortuna, forse per l’eccessiva vena ironica e il divieto ai minori di 18 anni, che ridusse drasticamente il numero di spettatori. Oltre a far sorgere il genere della “zom-com” (commedia-zombi), Il ritorno dei morti viventi delineò in maniera definitiva il genere degli zombi iperveloci e aggressivi, protagonisti di svariate pellicole come il precedente Incubo sulla città contaminata (Umberto Lenzi, 1980) e il successivo 28 giorni dopo (Danny Boyle, 2002).

Inoltre, il film ricorda – per alcune caratteristiche – la serie di film sui morti viventi degli anni trenta e quaranta in cui veniva mostrata la fase della resurrezione degli zombi. Nessuna pellicola, infatti, dai tempi di La notte dei morti viventi di Romero e di Zombi 2 di Luci Fulci, aveva più mostrato la sequenza del risveglio, che si dava come per scontato. Qui, la scena è resa ancora più esilarante dal sottofondo musicale dei 45 Grave, Partytime. In ultimo, Il ritorno dei morti viventi ebbe il merito di consacrare Beverly Randolph come regina dell’urlo dei B-movie anni ottanta. Non mancano durante i novanta minuti di visione scene di nudo piuttosto esplicite (lo spogliarello nel cimitero di Trash, interpretata dalla procace Linnea Quigley), che innestano una coloritura erotica inaspettata ma che ben si amalgama alla dimensione complessiva di pastiche e divertissement del film.

Midnight Factory mette a disposizione per l’home video una superba ed esaustiva edizione limitata, composta da ben tre blu ray (o tre dvd) e un book da collezione. Nel primo disco, oltre al film, è presente una ricca sezione di contenuti speciali, così come nel secondo, per una durata di 166 minuti e nel terzo (188 minuti). Un’occasione per rivisitare nel profondo un film di culto imperdibile che tanto ha inciso nell’iconografia di uno dei generi cinematografici più amati in assoluto. Insomma, da non perdere.