Inevitabilmente, l’immagine del mostruoso essere che, di spalle, si dedica ad una particolare lavorazione sui cadaveri mentre una vecchia canzone suona da un vinile non può fare a meno di richiamare alla memoria la fase conclusiva del mitico Jeepers creepers – Il canto del diavolo, diretto nel 2001 da Victor Salva e trasformatosi in uno dei cult horror d’inizio terzo millennio.
Andiamo in ordine, però, perché, datato 2016, nonché primo lungometraggio diretto dal Tikhon Kornev che ha sceneggiato, tra l’altro, l’action movie The crew – Missione impossibile, Diggers non sfrutta le desolate scenografie rurali americane come scenografie, bensì le viscere di Mosca, ricordando, in un certo senso, l’idea di partenza del barkeriano Prossima fermata: l’inferno di Ryûhei Kitamura, risalente al 2008.
Del resto, come lì avevamo un giovane fotografo interpretato da Bradley Cooper che, imbattutosi in un pericoloso serial killer attivo nella metropolitana della città, finiva per scoprire sanguinarie creature nascoste proprio al di sotto del suolo, con l’ambientazione a Mosca anche in questo caso ci si immerge nei tunnel in cui viaggiano i convogli.
E la vicenda – scritta dal regista stesso insieme ad Aleksey Karaulov ed Evgeniy Kolyadintsev – prende avvio dal momento in cui, anziché fermarsi all’ultima stazione, l’ultimo treno della notte si inoltra più in profondità, nel buio, spingendo le autorità a cercare senza successo di mettere a tacere la faccenda; mentre una combriccola di coraggiosi si propone di scoprire cosa è successo, addentrandosi là dove non batte il sole.

Infatti, tra disgustose immersioni in putride acque fognarie non prive di ratti che vi sguazzano e soggettive chiaramente in omaggio all’extraterrestre cacciatore di uomini lanciato nel franchise Predator, l’evoluzione della quasi ora e venti di visione segue in parallelo ed efficacemente ciò che accade ai dispersi e il percorso seguìto dai loro ricercatori.
Il giusto escamotage narrativo per far sì che emergano in maniera progressiva personalità e retroscena relativi ai diversi personaggi, in possesso, tra l’altro, dei volti di Roman Evdokimov, Alena Savastova e Anna Vasileva; man mano che spargimenti di liquido rosso non mancano e che, come gli amanti dell’horror in fotogrammi possono facilmente intuire, s’intuisce l’evidente influenza proveniente dalla co-produzione britannico-tedesca Creep – Il chirurgo, firmata nel 2004 da Christopher Smith.
Ulteriore testimonianza del voluto citazionismo disseminato nel corso di un raro esempio di film dell’orrore sfornato dalla Russia che, però, non lascia mai avvertire la sensazione di trovarsi dinanzi ad un semplice plagio o ad una banale operazione che si limita a scopiazzare a più non posso illustri modelli predecessori.
Anche perché, in seguito a un paio di colpi di scena, è un inaspettato e originale epilogo a chiudere Diggeri (come s’intitola in patria), inedito cinematografico che, in collaborazione con Minerva pictures, è CG Entertainment (www.cgentertainment.it) a rendere disponibile su supporto blu-ray italiano.