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Festival dei popoli

Ritorno e Radici: ‘Cumpartia’ di Daniele Gaglianone

Cumpartia di Daniele Gaglianone, presentato al Festival dei Popoli, è un ritorno tra silenzi e radici, un tempo sospeso che riflette la distanza e il bisogno di riconciliazione.

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Presentato nella sezione Concorso Italiano del 66° Festival dei Popoli, Cumpartia è un film italiano indipendente diretto da Daniele Gaglianone. La pellicola racconta il ritorno di Ivan (Ivan Locci) nel Sulcis, in Sardegna, dopo tre anni trascorsi in Francia come viticoltore. Tornato a lavorare con i genitori nella piccola azienda vinicola di famiglia, Ivan si confronta con la quotidianità, le scelte del passato e i legami familiari. Il film segue il suo viaggio interiore sospeso e rarefatto, in cui il tempo sembra dilatarsi e le cose ripetersi uguali a come erano state lasciate. Attraverso questo ritorno, Gaglianone esplora la solitudine, la malinconia, la gioia della condivisione e il senso delle radici, restituendo uno sguardo intimo sulla vita rurale e sulle relazioni che la sostengono.

UN RITORNO PIENO DI SILENZI

Il ritorno di Ivan non ha la leggerezza di un ricongiungimento. È un rientro carico di silenzi e di sguardi trattenuti. C’è in lui una malinconia sottile, quasi un senso di colpa per aver lasciato la sua terra e la famiglia, una fuga che ora pesa come un’assenza mai spiegata. I genitori, pur felici di rivederlo, sembrano custodire una ferita ancora aperta: il suo andare via è stato vissuto come un abbandono. Nel film non ci sono grandi conflitti o spiegazioni, ma gesti piccoli e reali, dove le parole dette e non dette riempiono lo spazio quanto il paesaggio che li circonda.

LA CASA, LA VIGNA, LA TAVOLA

Gaglianone filma la vita familiare con uno sguardo documentaristico, attento e discreto. La macchina da presa osserva senza interferire, lasciando che le giornate scorrano nel ritmo naturale del lavoro e dei pasti condivisi. La lunga scena della tavola, che occupa buona parte del film, diventa il centro emotivo della storia: genitori e figlio discutono delle sorti dell’azienda vinicola, ma dietro le parole si nasconde la difficoltà di comunicare davvero. In quei momenti il vino non è protagonista, ma presenza costante: simbolo del tempo che passa, del lavoro condiviso e del legame che resiste nonostante tutto.

TEMPO SOSPESO E CONDIVISIONE

Cumpartia vive in un tempo sospeso, dove nulla sembra davvero cambiare e ogni gesto ritorna. Ivan parla da solo, ma in realtà parla a noi spettatori, ripercorrendo la sua storia con la consapevolezza e la fragilità di chi non si sente del tutto a casa. Il film invita all’ascolto, alla lentezza, a stare dentro il silenzio delle cose. Il titolo, Cumpartia, che in sardo significa “compagni” o “persone con cui si condivide qualcosa”, racchiude il senso più profondo di questa esperienza: la necessità di appartenere, di condividere e di ritrovare negli altri una parte di sé.

Festival dei Popoli

Cumpartia

 

“Io sento che Cumpartia per me rappresenta un momento di transizione dentro il mio percorso cinematografico.
Forse perché è un film che racconta un passaggio di vita importante per il protagonista, che si trova in bilico fra le intenzioni ancora vive del passato e l’energia di nuove prospettive.
È un film minimale che tratta di cose primarie ed essenziali: confrontarsi con le proprie radici. Chiedersi che cos’è la terra e quale senso si nasconde dietro ad un albero che cresce.
Un film sulla solitudine, sulla malinconia e sulla gioia necessaria della condivisione, nato proprio dall’incontro inaspettato con un gruppo di amici vecchi e nuovi che mi ha fatto sentire almeno per una volta ancora la bellezza e il privilegio di raccontare una storia.”

– Daniele Gaglianone