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Euganea Film Festival

‘Spring’, una rivoluzionaria primavera all’Euganea Film Festival ‘25

Tra i concorrenti della nuova edizione dell’Euganea Film Festival spicca un cortometraggio molto particolare e intrigante. Si tratta di Spring, diretto da Pernille Kjaer, che racconta la primavera a modo suo, tra sogni, sesso e illusioni.

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Spring

Spring / Forår, eccentrico e onirico cortometraggio diretto dalla regista danese Pernille Kjaer, è forse una delle novità più clamorose all’Euganea Film Festival 2025. In soli 12 minuti, Kjaer non ci racconta solo una delle stagioni più amate e belle dell’anno, ma crea un mondo pieno di sogni, desideri, sfaccettature e amore, anche grazie al contributo di Sofie Birch. Forse farà discutere, ma farà molto riflettere, lasciando spazio a interpretazioni diverse per ogni spettatore.

Spring

In una fattoria, una donna cerca di attirare lo spirito che abita la casa (un dispettoso Nisse scandinavo) offrendogli del cibo. La primavera è ormai alle porte, ma il freddo dell’inverno si fa ancora sentire. Durante la notte, mentre i fantasmi si muovono per la casa, il Nisse si insinua nel sogno della donna. All’alba svanisce, ma qualcosa è cambiato: la primavera è arrivata.

La primavera come un piacere primitivo

Quando si pensa alla primavera, la mente evoca alberi in fiore, giornate che si allungano, colori che si riscaldano, animali che escono dal letargo. Tutto riprende vita, letteralmente. Non a caso, il corto animato di Kjaer si apre con questa premessa, riprendendo la campagna rurale da un punto di vista ‘basso’. L’uso del B/N trasforma la rinascita in un’atmosfera fiabesca e a tratti horror, richiamando il neorealismo italiano come principale influenza e la bellezza delle piccole cose spesso invisibili all’occhio umano.

La primavera non è solo una stagione bella e attesa. È il tempo in cui il numero zero diventa uno, dove la natura germoglia e dona i suoi frutti, e la noia e la nostalgia diventano un ricordo lontano. Le immagini pittoresche evocano emozioni dark e primitive, macabre e provocatorie. Nella campagna tutto appare ordinato. Al contrario, nella casa della donna (che non viene mai presentata per intera al pubblico), location principale dove si svolge il fulcro della storia, regnano caos, confusione e delizie inaspettate.

A guidarci è il piccolo folletto nudo Nisse, che scivola da una stanza all’altra senza lasciare tracce e senza prendersi sul serio. Si presenta come ‘guardiano della soglia’, ma entrambi si perdono dietro il piacere primitivo delle piccole cose, ignorando il pubblico e desiderando di più, senza mai arrivare a una vera destinazione.

L’unico momento felice è quando i due si incontrano, anima e corpo, in sogno, dando così l’opportunità ai fantasmi che aleggiano la casa di scatenarsi e fare ‘bianco rumore’. Poi nulla di più. Ancora una volta, noi umani non riusciamo a vivere pienamente da soli. Per andare avanti abbiamo bisogno di una mano, o meglio, dell’immaginazione del piacere.

Spring

Sogni di una malinconia rock e mellotron

La trama di Spring è semplice, ma ci sono diversi dettagli che catturano l’attenzione. Uno di questi è la colonna sonora di Sofie Birch che accompagna delicatamente la vita rurale pronta a rinascere. Dentro la casa della donna, invece, tutto cambia: ogni stanza, ogni dettaglio, ogni piccola sfumatura ha il suo suono e il suo sapore, rendendo ogni ambiente unico e riconoscibile. C’è molto disordine, forse troppo. È la notte che porta il vero consiglio: fantasmi che aleggiano nei corridoi, luci che brillano nel buio, maschere che prendono vita, sogni svelati a occhi aperti. La musica, pur monotona, è seducente, macabra e attraente, trasmettendo vuoto e stranezza dei pensieri della donna e di Nisse.

Il mondo sonoro di Birch conferisce continuità e straniamento a Spring, trasportando lo spettatore lontano dal caos della città lasciando spazio all’aria libera e frizzante delle campagne. Non sembra musica primaverile, bensì invernale. Con questo elemento Birch suggerisce che il meglio deve ancora venire (si percepisce spesso lo spettro di Halloween (1978) del maestro John Carpenter e di Fantasia (1940) della Disney). C’è spazio anche per lasciare parlare le immagini senza sottofondo. Ogni secondo crea meraviglia e stupore, lasciando voler di più, come una torta al cioccolato. La melanconia rock e l’uso del mellotron compongono dissolvenze ed effetti speciali da brivido, rendendo il lavoro di Birch uno dei punti di forza del corto. Brava Sofie!

Che dire di Spring?

Sarebbe riduttivo descrivere Spring come un cortometraggio qualsiasi. È sicuramente un progetto unico, ma soprattutto sperimentale e futuristico. Le sue immagini macabre evocano un passato che non c’è più. Invitano però alla sperimentazione e all’immersione tra sesso e noia (simile al brano vincitore di Sanremo 2024 di Angelina Mango). Il suo stile semplice e astratto richiama molto il cinema d’autore e la mente di artisti quali David Lynch (vi dice qualcosa Inland Empire del 2006?). Anche Fleabag (2016-2019), serie tv ideata e interpretata da Phoebe Waller Bridge, rientra nella categoria. È anche un chiaro omaggio alla videoarte, in particolare al corto Ghost (2009) di Marco Brambilla.

Senza dialoghi e accompagnato da giochi di suoni incredibili, Spring diventa un viaggio alienante interessante. Una sinfonia di fantasmi e luci dove dal silenzio nasce un mondo incognito e tenebroso, ricco di significato, amore e ricerca. Celebra la tradizione e la noia (con tono satirico) come forma d’arte, un luogo perfetto per liberare la mente e lasciarsi trasportare da suoni armonici e primitivi. Specialmente nel finale, dove lo splendido tramonto spinge lo spettatore a chiedersi se ci sarà altro da mostrare. Del resto, la vita, come la realtà, è un’incantevole scoperta e nulla va dato per scontato. Lasciamoci andare ai piccoli piaceri e alla spensieratezza della noia, e forse scopriremo qualcosa di nuovo.

Spring

Chi è Pernille Kjaer, la regista di Spring

Classe 1989, la regista danese Pernille Kjaer si è formata presso l’Accademia di Belle Arti di Aarhus, laureandosi in animazione di personaggi presso l’Animation Workshop di Viborg. La sua produzione spazia tra cortometraggi animati, arte visiva, musica, stampe, dipinti e sculture, esplorando livelli di astrazione attraverso forme colorate e concrete, bianco e nero e linee. Collabora strettamente con compositrici e sound designer come Sofie Birch e Astrid Fabrin su installazioni video e sonore di grandi dimensioni.

Ha diretto quattro cortometraggi disponibili su MUBI: Tiger (2015), On Ambition, Courtship and Procreation (2019), Terra Incognita (2021, co-diretto con Adrian Dexter) e per ultimo Spring (2023). Ha fatto anche parte del team creativo di Flee (2021), film documentario nominato agli Oscar 2022. Dopo la piccola gemma di Spring, chissà quali sorprese ci riserverà la giovane Kjaer.

Spring (Forår)

  • Anno: 2023
  • Durata: 12'
  • Genere: Animazione
  • Nazionalita: Danimarca
  • Regia: Pernille Kjaer