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Sedicicorto

‘Transumanza’, la versione intima, malinconica e drammatica della fiaba del Topo di campagna e di città

Due sorelle, due esistenze lontane e un padre ormai prossimo alla fine. Un racconto di riconciliazione silenziosa, in cui due anime smarrite si riscoprono a poco a poco, nel tempo sospeso del ritorno e del dolore condiviso.

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In Transumanza, c’è chi è rimasto e chi se n’è andato, ma è costretto a tornare all’improvviso.

Il film d’esordio di Giovanni Bertoia, prodotto da Terroir Films e attualmente presente al Sedicicorto Film Festival. Vincitore del Premio del Pubblico alla 25ª edizione dello ShorTS International Film Festival // Maremetraggio 2025, Transumanza è un’opera intensa e riflessiva che racconta il progressivo riavvicinamento di due sorelle, unite da un passato comune e da un legame infantile che il tempo sembrava aver cancellato. 

Transumanza ovvero che resta dell’origine

Ci sono persone con cui abbiamo condiviso gioie, risate e leggerezza, e che, col tempo, si sono allontanate fino a trasformare la vicinanza in assenza, l’intimità in un ricordo sbiadito, e ciò che era quotidiano in qualcosa di ormai remoto.
La vita di Carla, milanese d’adozione ma friulana d’origine, viene scossa dalla notizia della prossima morte del padre. Il ritorno improvviso nella terra natia la mette di fronte ad Anna, la sorella rimasta, che fatica ad accettare la perdita imminente.
>Il loro ricongiungimento mette in luce due modi opposti di abitare il mondo: da un lato, la trasparente essenzialità della campagna; dall’altro, la finzione imposta dalla vita cittadina, fatta di ruoli, maschere e convenzioni.

Due universi apparentemente inconciliabili che, nel dolore, trovano un punto di contatto, riportando alla superficie ciò che davvero resta: il legame profondo, ancestrale e indissolubile tra due sorelle.
>Il ritorno al luogo dell’infanzia – inteso non come semplice spostamento fisico, ma come riscoperta di una realtà che avevamo dimenticato o volontariamente rimosso – significa confrontarsi con odori, spazi e dettagli che ormai ci sono estranei, ma che un tempo definivamo “casa”. È un confronto silenzioso con ciò che eravamo e con ciò che, in fondo, continuiamo a essere.

Spogliare il superfluo e riscoprire l’essenziale

Con Anna, Carla riscopre una realtà che non le appartiene più: viene spinta a sporcarsi le mani in una terra che sprigiona l’odore delle radici perdute, e a spogliarsi di quei costumi che segnano l’unica differenza visibile tra due mondi lontani.
>Ciò che durante la visione sembra essersi smarrito è l’approccio stesso alla vita: rapido, superficiale e funzionale in città; lento, profondo e contemplativo in campagna.
>Solo immersi in uno scenario naturale, intriso di memoria e silenzio, ci rendiamo conto di quanto l’efficienza e la velocità siano idee ingannevoli, che modellano il nostro modo di pensare e sentire.

Le emozioni e la forza delle due sorelle emergono con autenticità e purezza, condotte da una regia sobria ed elegante che valorizza i contrasti, accoglie i silenzi e accompagna con misura il lento riavvicinarsi di due mondi distanti.
>Un’opera che condivide il dolore e celebra la riscoperta dei legami più profondi, ricordandoci che il ritorno alle origini – per quanto improvviso e doloroso – può trasformarsi in un’occasione per ritrovare sé stessi e ciò che credevamo perduto.

Transumanza

  • Anno: 2025
  • Durata: 15'
  • Distribuzione: Eroin Films, Prem1ere
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Giovanni Bertoia