Connect with us

Il Cinema Ritrovato

‘Barry Lyndon’: colto e raffinato romanzo di formazione

Una delle espressioni massime dell'arte cinematografica, in cui Kubrick meticolosamente ricrea il '700 cinico e frivolo

Pubblicato

il

Proiettato durante Il Cinema ritrovato, Barry Lyndon di Stanley Kubrick, a distanza di 50 anni dalla sua uscita, non ha perso il suo fascino. Anzi, rimane una pellicola insuperata per eleganza scenica e perfetto ritratto del Settecento inglese.

Contemplandolo estasiati la superba qualità scenografica e la fattura dei costumi, ci si rammarica soltanto di cosa sarebbe stato il Napoleone pensato minuziosamente da Kubrick e di cui Barry Lyndon, da un certo punto di vista, è il “cartone” preparatorio.

Barry Lyndon: colto e raffinato romanzo di formazione

Adattamento sfrondato del romanzo The Lucky of Barry Lyndon di William Makepeace Thackeray, il film quando uscì incassò poco e fu accolto con condiscendenza. Solo con il passare degli anni è divenuta opera imprescindibile.

Le vicende di Barry Lyndon, se non sono letteralmente una commedia, sono perlomeno una commedia degli equivoci. I film di Stanley Kubrick sono noti per il loro ritratto cinico della condizione umana, ma ciò che contraddistingue Barry Lyndon è il fatto di essere anche una delle sue opere più empatiche. Barry Lyndon (Ryan O’Neal) non ci viene mai mostrato come una figura perfetta, ma piuttosto come un ragazzo – e poi uomo – sopraffatto dalle circostanze che lo circondano.

E questa vita umana è raccontata da un narratore (Michael Hodern) che fornisce il resoconto delle sfortune e dei disastri che colpiscono Barry Lyndon con un tono di voce appena al limite della beffa cinica. Freddezza che proviene da un ambiente aristocratico arroccato nei propri rituali frivoli e moralistici. E questo distacco tra umani è perfettamente rappresentato dalla raffinata messinscena di Kubrick.

Il ‘700 rivive nella riproduzione fotografica ricreata da Kubrick con l’ausilio del fidato John Alcott. Il regista, che per le sue minuziose ricerche sul 18º secolo si è basato soprattutto su cataloghi d’arte, crea dei ricercati tableaux vivant per mostrare questa rigidità dei rapporti interpersonali, con i personaggi più attenti al vestiario e al portamento che al sentimento.

Barry, rimasto ferito per l’amore non corrisposto della cugina, acquisisce questa spregiudicatezza  che lo porterà alla fine all’isolamento. Cinismo che scompare soltanto quando il piccolo figlio è morente, mostrando tutta la fragilità paterna e umana.

Tecnica ed eleganza

Per poter ricreare scrupolosamente il ‘700, Kubrick, onnivoro di letture scientifiche, si è avvalso di speciali lenti Zeiss che la NASA usava per fotografare lo spazio. La forte sensibilità di queste lenti gli ha consentito di poter girare con la luce naturale e poter girare molte scene soltanto con l’ausilio delle candele.

Inoltre, per marcare l’origine pittorica che permea l’eleganza del film, Kubrick ha recuperato l’idea del lento zoom all’indietro. Con una sola modifica: l’utilizzo di un joystick collegato alla macchina da presa. Questa innovazione tecnica gli ha permesso zoom più fluidi.

La musica

Altro fattore fondamentale che rende sofisticato Barry Lyndon è la colonna sonora. Il tema principale, ovvero la Sarabanda di Händel, è di per sé un riflesso tonale dell’esperienza di ascesa e declino delle precarie fortune di Barry. Al contrario, il tema che accompagna l’impronta romantica che la cugina Nora Brady (Gay Hamilton) lascia nell’anima di Barry è Woman of Ireland di Seán Ó Riada, una ritmata canzoncina irlandese che, contrapposta al lento brano di Händel, si libra dolcemente.

 

Barry Lyndon

  • Anno: 1975
  • Durata: 180
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Inghilterra
  • Regia: Stanley Kubrick