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Milano Film Fest

‘Girls on wire’, il tragico nel wuxia nel noir

Dopo il debutto alla Berlinale, 'Girls on wire' di Vivian Qu viene proiettato in doppia data al Milano Film Fest 2025

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'Girls on wire' è il nuovo film di Vivian Qu, presentato alla Berlinale e, a inizio giugno, al Milano Film Fest 2025

Girls on wire è un lungometraggio del 2025 della sceneggiatrice e produttrice cinese Vivian Qu, al suo terzo film da regista (Trap street, 2013; Angels wear white, 2017), e una produzione L’Avventura Films e J.Q. Spring Pictures.

Presentato quest’anno al Festival internazionale del cinema di Berlino, ha anche partecipato tra i titoli in concorso all’Hong Kong International Film Festival ad aprile, e al Milano Film Fest proiettato in due date. In apertura all’ultima proiezione di sabato 7 giugno, a Milano, Davide Dubinelli, redattore del blog LongTake, ha parlato del film di Qu come di un viaggio al femminile tra presente e passato, dove i rapporti familiari si mischiano a quelli, più infimi, del denaro.

«È uno dei film che più abbiamo avuto onore di poter presentare al Milano Film Fest quest’anno. Un bellissimo ritratto al femminile. Un doppio ritratto; un incontro tra due solitudini. La regista dà alle donne ruoli nei quali non ci si aspetterebbe di trovarle»

Girls on wire è la storia di due cugine, separate da cinque anni, che finalmente si ritrovano. Ma scoprono, ognuna dell’altra, che il tempo e il dolore ne hanno trasformati oltre che il volto anche il destino.

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Un commovente racconto di famiglia

'Girls on wire' è il nuovo film di Vivian Qu, presentato alla Berlinale e, a inizio giugno, al Milano Film Fest 2025

Fotogramma di ‘Girls on wire’ (2025). Sul set di un wuxia, Fang Di è nella veste nera di una spadaccina

Tian Tian ha solo sedici anni ed è rimasta incinta. Vive sola, mentre il padre cerca disperatamente la sua attenzione ogni volta che è in astinenza dal denaro – e dall’eroina. Per la povera Tian Tian (Liu Haocun) quel denaro è sufficiente appena per badare alla sua bambina, Lulu, la quale nutre tanto amore e compassione per la giovane madre. Stanca di patire una vita scappando dal padre eroinomane, Tian Tian decide per sé e per Lulu quale sia la cosa migliore da fare. Così, denuncia l’uomo alle forze dell’ordine, tra le lacrime e il senso di colpa che la rendono succube, ancora una volta, della meschinità dell’adulto.

La soluzione, comunque, sembra aver dato finalmente pace alla famiglia di madre e figlia, anche se è solo un’impressione temporanea. La vendetta nei confronti di Tian Tian serpeggia. La ragazza viene rapita da alcuni membri del cartello di cui il padre era entrato a far parte. Viene segregata e forzata a esserle somministrate ampie dosi di droga quotidiane.

Un giorno, sotto a brillanti luci al neon rosse e alle ombre fredde che le hanno fatto da letto, Tian Tian si ribella, fugge, senza più voltarsi verso quell’inferno durato chissà quanto.

Nel frattempo, Fang Di (Wen Qi) è diventata una stuntman professionista per un grande studio cinematografico. Sul set stanno girando un wuxia. Lunghi cavi metallici legati attorno all’esile corpo di Fang Di la tengono sospesa in aria, la fanno volteggiare e saltare da un tetto  all’altro della scenografia. Con i soldi che guadagna, ripaga i debiti della propria famiglia. Con il proprio sogno di diventare un’attrice, non se ne fa niente.

Tian Tian e Fang Di si sono perse di vista, ma si sono sempre volute bene. Si ritrovano, dopo tanto tempo da essersi dimenticate la storia l’una dell’altra, e allora i fantasmi del passato tornano a far loro visita. Sarà l’amore che provano, e non più l’arroganza né la crudeltà delle loro sorti, a farle rinascere e spiccare il volo. Come due corvi, su un mare fatto di sogni e di promesse.

Girls on wire: l’amore tra sorelle

'Girls on wire' è il nuovo film di Vivian Qu, presentato alla Berlinale e, a inizio giugno, al Milano Film Fest 2025

Fotogramma di ‘Girls on wire’ (2025). Da destra: Fang Di mentre abbraccia Tian Tian

Due sorelle, che si amano come se lo fossero per davvero, sono una l’immagine capovolta dell’altra. Fang Di è la donna pupillo, quella che ce l’ha fatta, che lavora e guadagna. La fortuna non ha patteggiato, invece, per Tian Tian. Bollata come una iellata, un uccellaccio nero, marchiata a fuoco dai vizi di un padre la cui unica fortuna è sempre stata quella di aver avuto potere su di lei.

Ciò nonostante, nonostante le etichette e i ricordi che non si possono più cancellare, il loro affetto va oltre. Dal dramma, al wuxia, al noir, al comico, al sentimentale. Il loro viaggio è anche il viaggio dello spettatore, che da un genere filmico si sposta a un altro senza soluzione di continuità, volendo però cercare un nesso tra tutte le cose. Fang Di scoppia in lacrime mentre la cuginetta le racconta della sua prigione, ed è questo il nesso. Un legame stretto, sommerso dal tempo e annegato dai risentimenti, torna a galla alla fine, e unisce i tanti punti di cui è fatta la sua storia.

Il trauma si fa sentire: i colori della paura, del dolore e del pianto sono protagonisti assoluti di quest’ultimo lavoro di Vivian Qu. Il suo  film parla a una Cina insofferente e cieca alle ingiustizie, a due attrici che dialogano con essa in modi differenti sopra una linea sottile che definisce passato e presente. Un carosello che gira, in un’inquadratura finale, ripreso dal basso, mentre rapidi diventano i ricordi, i singhiozzi e i respiri. I cuori battono, la mano di una bimba accarezza quella di una neonata in braccio alla mamma.

Girls on wire

  • Anno: 2025
  • Durata: 115'
  • Distribuzione: Films Boutique
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Cina
  • Regia: Vivian Qu