Si è svolta sabato 7 giugno la cerimonia di premiazione della prima edizione del Milano Film Fest. Sul palco del Piccolo Teatro di Milano, una delle molte location coinvolte nel festival, sono saliti giurati e vincitori.
A giudicare i lungometraggi in concorso è stata una giuria internazionale, composta da James Franco, Claudio Giovannesi, Francesco Di Leva, Isabella Ragonese e Margherita Buy. Aimer Perdre dei fratelli Lenny e Harpo Guit si è aggiudicato il premio per il miglior lungometraggio in concorso. Sul palco a ritirare il premio le attrici Maria Cavalier Bazan e Gwladys Lefeuvre.
Inoltre, la giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale a Girls on wire di Vivian Qu “per l’efficacia della narrazione che si muove su diverse linee temporali”.
A giudicare i cortometraggi in concorso, invece, è stata la giuria composta da Valentina Lodovini, Luca Bigazzi, Luca Lucini, Paola Randi e Romana Maggiora Vergano. A trionfare in questa categoria Rochelle di Tom Furniss.
Due i riconoscimenti speciali: a Spine di Kristina Panova va il Gran Premio della Giuria, mentre menzione speciale a È successo di Ezio Maisto.

Milano Film Fest. Foto di Giulia Virgara per Taxi Drivers.
Milano Film Fest, premio speciale a Micaela Ramazzotti
In occasione della cerimonia di premiazione del Milano Film Fest sono stati assegnati anche numerosi premi collaterali: il Premio WeShort a De Sucre, il Premio Miglior corto Sezione Scademy a Pharmakon di Claudia Rancatori, il Premio MyMovies a Raana di Ahmad Monajemisalekdeh.
Il Premio Miglior Supervisione Musicale, assegnato per la prima volta in Italia, è andato a Guillaume Clement per Bolero, mentre il premio Urban Vision – Premio Altre Prospettive a 40 Acres di R.T Thorne.
Infine, Dardust ha ottenuto il Premio in Sincrono per la composizione della colonna sonora del film Mani Nude. Durante la serata a Micaela Ramazzotti ha ritirato il premio You Intensified Award by Syoss per “aver dimostrato come il talento, quando è nutrito da passione, determinazione e profondità emotiva, possa trasformarsi in forza. Una forza che attraversa i ruoli, si reinventa, cambia registro. Una forza che non ha bisogno di clamore per lasciare il segno”.