Nuova serie tv Netflix in streaming dal 20 Agosto, La direttrice (The Chair) divisa in 6 episodi, è ideata da Amanda Peet ed Annie Julia Wyman e prodotta da BLB e Nice work Ravelli .
Il serial segue la dottoressa Ji-Yoon Kim (Sandra Oh) nel suo nuovo ruolo a capo della facoltà di inglese della prestigiosa Pembroke University. Ji-Yoon si ritrova ad affrontare una serie di sfide uniche come prima donna a capo del dipartimento, nonché una dei pochi collaboratori non bianchi dell’università.
Il cast: Sandra Oh (professoressa Ji-Yoon Kim), Jay Duplass (professor Bill Dobson), Holland Taylor (professoressa Joan Hambling), Bob Balaban (professor Elliot Rentz), Nana Mensah (professoressa Yaz McKay). David Morse (rettore Paul Larson), Everly Carganilla (Ju-Hee “Ju Ju” Kim).
Amanda Peet è sceneggiatrice, showrunner e produttrice esecutiva, ruolo nel quale è affiancata da Sandra Oh. La sceneggiatura è di Peet, insieme ad Annie Julia Wyman, Richard E. Robbins, Jennifer Kim e Andrea Troyer, mentre la regia è di Daniel Gray Longino.
La direttrice la trama
Con Sandra Oh e Jay Duplass, la serie commedia segue le vicende della direttrice del dipartimento di inglese di un’importante università. Ji-Yoon Kim è anche insegnante di letteratura e come direttrice della facoltà è chiamata a ridare nuovo lustro all’istituzione diventando la prima donna a ricoprire l’incarico. Dopo la rottura della sedia, ( The Chair) si ritrova travolta dagli eventi costretta ad affrontare l’invecchiamento dei professori, il calo degli iscritti e soprattutto l’amico Bill Dobson (Jay Duplass) scrittore e professore vedovo, amato dagli studenti ma caduto in un vortice depressivo dopo la partenza per il college della figlia (che scompare nonostante i problemi del padre).
La direttrice. il lato comico di Sandra Oh
Che Sandra Oh avesse anche un lato comico non c’erano dubbi. In ognuna delle sue brillanti interpretazioni ( anche in quelle più drammatiche) si è sempre scorto un aspetto ironico (autoironico il più delle volte) che alleggeriva la tensione nei momenti più difficili vissuti dai suoi turbolenti personaggi ( Grey’s Anatomye Killing Evesoprattutto).
Arriva così La direttrice (The Chair) e la risata, pur facendo riflettere, sgorga leggera.
Nella nuova serie in sei parti di Netflix, creata da Amanda Peet e Annie Julia Wyman, la Oh interpreta la professoressa Ji-Yoon Kim, che è stata appena nominata prima presidentessa del dipartimento di inglese alla Pembroke University. Una scuola prestigiosa ma che non se la cava bene nell’attirare gli studenti verso materie più intellettuali come letteratura o scrittura. E neppure nel riuscire a convincere il classico corpo insegnanti a modernizzare il loro repertorio o a mandare in pensione i ‘prof’ che gli ‘anta ‘li hanno superati da un bel po’.
Ma Kim si mette al lavoro, cercando di mediare tra preservazione del prestigioso passato e nuove proposte, fronteggiando anche i problemi con la figlia adottiva Ju Ju (brava Everly Carganilla) e la sua eterna ‘cotta’ per l’amico docente Bill Dobson (Jay Duplass).
All’interno del dipartimento ci sono i giochi ‘politici’ accademici e le classiche questioni interrazziali dure a morire. Il preside (David Morse) che tenta di minare i tentativi di Kim di promuovere la giovane e formidabile professoressa nera Yaz McKay (Nana Mensah). L’amata statista anziana Joan Hambling (Holland Taylor, in una delle sue migliori interpretazioni) che non riesce a far aumentar le presenze al suo corso. Il professore confusionario e senza equilibrio che arriva tardi e che non ha una direzione da seguire. Sono tutti ai ferri corti, tutti con qualcosa da recriminare e forse tutti l’uno contro l’altro.
La direttrice: un pacchetto ben assestato di temi attuali
Peet e Wyman impacchettano tutto in ogni episodio, con una sapiente organizzazione che rende ogni cosa mano a mano sempre più interessante (ogni episodio dura solo mezz’ora) senza eccessive e superflue lungaggini.
Dal razzismo al sessismo, dalle diversità tra etnie e lingue allo scontro generazionale, dal conflitto tra ideologia e praticità, classicismo e modernità, libro di testo o Twitter, fino a domande su chi ha l’autorità ( o la debba possedere) e altro ancora.
Tante le tematiche affrontate ma senza pedanteria. Niente di troppo ‘didattico’ o troppo di ‘protesta’. Solo una tranquilla e divertente discussione sulle differenze e le divisioni intergenerazionali che si annidano negli ambienti accademici ( in questo caso) , sulla classica situazione dell’istruzione americana rivolta per lo più ai ‘privilegiati’ sociali e soprattutto una riflessione sulla Donna.
Proprio lei é al centro delle questioni più interessanti affrontate dalla serie, una donna che lotta per assicurarsi il suo spazio ( Yaz) o per mantenerlo anche se in un seminterrato (Joan), una donna che si barcamena tra il lavoro, l’amore e un ruolo di madre che sa di non compiere in modo perfetto, ( Kim).
Una donna cosciente di aver fatto progressi ma che che sa allo stesso tempo quanto ancora molto ci sia da fare.
Delicatezza e intelligenza ironia e dramma, il personaggio di Sandra Oh è tutto questo e sà mostrare una donna dai mille volti.
Si riflette dunque con La direttrice,ma allo stesso tempo ci si diverte con un umorismo che trapela dalle conversazioni tra amici, nei momenti sentimentali (soprattutto nel flirt tra Joan e Bill) e persino tra le rigide aule accademiche, attraverso le vicende di una donna contemporanea che vive tra ragione e sentimento, che sbaglia e inciampa amaramente, ma che sa rialzarsi con leggerezza.