Mathieu Kassovitz, premiato con l’Excellence Award Moet & Chandon al 70 Festival di Locarno, è il protagonista di Sparring, opera prima del giovane attore francese Samuel Jouy che in questa occasione si è voluto cimentare dietro la macchina da presa.
Kassovitz interpreta Steve Landry, un pugile ormai vicino alla mezza età, alla fine di una carriera dove le sconfitte sono state molto più delle vittorie e relegato, appunto, al ruolo di sparring partner di avversari ben più talentuosi. Landry vive con moglie e due figli in Normandia e lavora in una tavola calda. La figlia maggiore è portata per la musica e dovrebbe suonare il piano tutti i giorni. Così il padre cerca in tutti i modi di trovare un ingaggio che gli permetta di realizzare il sogno e di coltivare il talento della figlia. L’occasione la trova come sparring partner di un giovane campione Tarek M’Barek (interpretato dal vero campione del mondo ed europeo, il pugile francese Souleymane M’Bay). Landry si mette a rischio, anche contro la volontà della moglie che gli ricorda la pericolosità del lavoro accettato, con la possibilità di rimetterci la lucidità mentale. Ma Landry antepone alla propria salute la possibilità di concedere un futuro migliore ai propri figli.
Samuel Jouy sceglie giustamente un profilo decentrato in Sparring per raccontare un mondo, quello del pugilato, fatto di sacrificio e rivalsa personale e sociale, andando a mostrare quei personaggi secondari, defilati, i pugili del sottobosco di quel mondo. Al giovane regista interessa mettere in scena la vita di uno di questi uomini che perdono gli incontri (e ce ne sono molti, perché dove c’è un vincitore sopravvive anche uno sconfitto), omaggiando il coraggio quotidiano di sportivi di seconda e terza fila che vivono all’ombra dei campioni.
Mathieu Kassovitz – oltre che attore, anche affermato regista (ricordiamo su tutti L’odio) – interpreta Steve Landry con l’arte attoriale distaccata che contraddistingue la sua recitazione: quasi come se non fosse presente, in punta di piedi, defilata, come lo è il suo personaggio, ma cesellando il rapporto con la figlia con grande dolcezza emotiva. Così come le sue mani servono per dare i pugni, quelle della figlia volano sulla tastiera del pianoforte nel finale di Sparring, decretando la vittoria della vita per un professionista della sconfitta, ma mai perdente.