Mentre si fa sempre più viva l’attesa nei confronti di It di Andy Muschietti, trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo scritto nel 1986 da Stephen King, Warner rende omaggio al Re dell’horror su carta attraverso Terror 4 tv series collection, cofanetto dvd dispensatore di quattro riletture destinate al piccolo schermo dei suoi scritti.
E, incluse in un unico disco caratterizzato da una facciata A e una B, sono proprio le due parti che costituirono l’It televisivo diretto nel 1990 da Tommy Lee Wallace – autore, tra l’altro, di Halloween III – Il signore della notte – ad aprire le danze, portando in scena la vicenda dei sette ragazzini del New England che sconfissero il diabolico Pennywise (da essi soprannominato, appunto, It), clown assassino sotto il cui travestimento si nasconde una mostruosa creatura che approfitta dei loro complessi e paure per ucciderli.
Lo stesso Pennywise che, magistralmente incarnato da Tim Curry, spinti da un patto stretto all’ epoca si ritrovano a combattere da adulti, quando tenta di portarli alla morte sfruttandone difetti, ricordi e tormenti interiori.
Infatti, si manifesta a Richie alias Seth Green facendo uso dell’immagine del lepo mannaro che lo spaventò in I was a teenage werewolf; nel corso di un’operazione che, impreziosita da un ricco cast spaziante da Richard Thomas ad Annette O’Toole, passando per i compianti Jonathan Brandis e John Ritter, pur avendo fatto storcere il naso ai fan irriducibili del romanzo a causa delle probabilmente inevitabili differenze, s’inserisce tranquillamente nell’ elenco dei riusciti titoli del “cinema della memoria” tratti dal maestro del Maine.
Titoli tra i quali regna Stand by me – Ricordo di un’estate, con cui manifestano più di un punto in comune queste circa tre ore di visione sul mostro che, a causa delle disgrazie che colpiscono la cittadina ogni volta che si palesa, non può fare a meno di rappresentare i tanti irrisolti mali della vita.
Due dischi, invece, per la mini-serie Shining, che, fortemente voluta da King, non intende essere un rifacimento dell’omonimo classico di Stanley Kubrick, bensì una versione in fotogrammi più fedele al libro Una splendida festa di morte.
Versione datata 1997 e che, a firma del Mick Garris cui dobbiamo Critters 2, a differenza dell’opera kubrickiana non lascia nulla all’immaginazione e tende a dare logica a tutto ciò che inscena, con apparizioni dei cineasti Frank Darabont e Sam Raimi.
Non a caso, la dipendenza da alcool dello scrittore Jack Torrance – qui con il volto di Steven Weber – viene messa ancor più in risalto e gli elementi soprannaturali (si pensi agli oggetti che si muovono da soli o al giardino topiario che prende vita) accentuati, man mano che vediamo in continuazione anche l’amico invisibile di Danny, interpretato da Courtland Mead.
Al servizio di una ottima sceneggiatura che, purtroppo, sacrifica il senso di desolazione e disorientamento che si respirava nel film del 1980 e sequenze storiche come quella della cascata di sangue, per approdare, però, ad un diverso e maggiormente significativo epilogo.
Unico disco per Salem’s lot di Mikael Salomon, risalente al 2004 e già portato sia al cinema che in tv a fine anni Settanta con Le notti di Salem, sotto la regia di Tobe Hooper.
Un nuovo adattamento in cui appare del tutto assente la figura del calvo vampiro proto-Nosferatu e che cala Rob Lowe nei panni di uno scrittore di ritorno nella sua città natale e costretto a lottare contro la forza angosciante del male.
Nel corso di circa tre ore che, relegando la maggior parte dell’azione alla loro seconda parte, destinata a chiudersi attraverso un finale all’insegna della spettacolarità, tra effetti digitali e situazioni riprese dalla precedente trasposizione (si pensi al giovane succhiasangue che appare alla finestra) dedica la prima alla presentazione dei diversi personaggi; dal Richard Straker di Donald Sutherland al Kurt Barlow di Rutger Hauer, passando per il sacerdote Donald Callahan di James Cromwell.
Chiudono alla grande i tre dischi dedicati a Incubi e deliri, otto episodi nello stile di Ai confini della realtà che sei registi hanno derivato nel 2006 da altrettanti racconti kinghiani.
Brian Henson si occupa di Campo di battaglia, tutto giocato sul movimento e senza dialoghi nel porre un killer dai connotati di William Hurt alle prese con una lotta casalinga contro vendicativi soldatini.
Forte senso di inquietudine e risvolti lovecraftiani, invece, dominano il viaggio di nozze nella malfamata cittadina di Crouch End di Mark Haber; prima che Rob Bowman immerga William H. Macy nel doppio ruolo di uno scrittore e del suo alter ego appartenente ad una storia noir ambientata nel passato ne L’ultimo caso di Umney e che racconti della ricerca del bottino milionario di una rapina ne Il quinto quarto.
Poi, se il già citato Solomon mostra le conseguenze della fine delle guerre e della violenza ne La fine del gran casino e rende il sopra menzionato Thomas spettatore della propria autopsia mentre si trova in uno stato di morte apparente in Sala autopsia 4, Sergio Mimica-Gezzan trasforma con Il virus della strada va a nord Tom Berenger in uno scrittore che acquista un quadro a quanto pare animato dallo spirito dell’artista suicida che lo dipinse.
Mike Robe, infine, ci porta nelle strade di Rock and Roll Heaven in E hanno una band dell’altro mondo, con miti della musica quali Janis Joplin, Buddy Holly, Jimi Hendrix ed Elvis Presley pronti a tornare dall’aldilà.
Per quanto riguarda i contenuti speciali, a parte Salem’s lot, che ne è privo, It offre un elenco di cast e tecnici e il commento audio di regista e attori, Shining undici scene inedite più commento di cast e tecnici e scheda relativa ad essi, Incubi e deliri abbondanza di interviste, featurette e dietro le quinte alla scoperta della realizzazione degli effetti speciali e del lavoro svolto per passare dalle parole scritte ai fotogrammi.