Poter vivere i propri nonni è una fortuna immensa: ci insegnano l’amore incondizionato e la bellezza della semplicità. Ed è ciò che Forastera, film della regista spagnola Lucía Aleñar Iglesias e presentato ad Alice nella Città, vuole raccontarci. Ma questo legame viene tematizzato nella triste circostanza del lutto, che colpisce la famiglia della diciassettenne protagonista Catalina (Zoe Stein) in seguito alla morte improvvisa della nonna Cata.
Il film racconta dolcemente come il nucleo familiare (composto dalla sorellina Eva, dal nonno Tomeu e dalla mamma Pepa) ha reagito a questa scomparsa. Ed è tramite l’adolescente protagonista che si esplora il lutto e il suo percorso emotivo, mai univoco e mai semplice, e per questo insindacabile.
Perdersi e ritrovarsi: la vita prima e dopo il lutto

L’adolescenza è un periodo complicato, in cui cerchiamo di formare la nostra personalità e capire chi siamo davvero. Il nostro volto e il nostro corpo prendono forma, li amiamo e odiamo, e ci giochiamo; ci innamoriamo e ci facciamo anche spezzare il cuore; desideriamo il tenero abbraccio genitoriale, ma quando ci viene concesso lo allontaniamo. E Forastera, da bravo racconto coming of age, non dimentica nemmeno uno degli step.
Catalina, la protagonista, è nel pieno di questa pioggia emozionale. A ciò si aggiunge il lutto della nonna Cata, evento che destabilizza una struttura psicoemotiva già piuttosto traballante. Ed elaborare la tristezza, presumibilmente sperimentata dall’adolescente protagonista in forme diverse e meno dolorose, richiederà un percorso altrettanto ostacolato.
La quotidianità adolescenziale di Catalina si dividerà dunque tra bagni al mare, cotta per un giovane svedese, falò sulla spiaggia, e il tentativo di digerire la perdita. E per farlo, sceglierà prima di impersonare la defunta (letteralmente…), e poi di lasciarsi cullare dagli altri componenti familiari. Farsi aiutare da chi condivide il suo dolore, è un punto di arrivo che raggiunge faticosamente solo dopo aver lasciato andare sua nonna, cui presenza era ancora palpabile nelle empanadas dolci preparate poco prima della morte, nei suoi vestiti, nel ricordo della sua voce e del suo amore.
La regista e sceneggiatrice del film ha scelto una storia semplice e la narra in modo altrettanto semplice: la trama si sviluppa seguendo il rollercoaster emozionale di Catalina e anche quello dei familiari che la circondano. Forastera è costellato di simboli e riferimenti volti a costruire un tessuto psicologico complesso, dove prevalgono silenzio e fragilità umana.