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PANORAMA

40 anni di Ritorno al futuro: il tempo come ponte tra generazioni

Grande Giove! Ritorno al futuro compie 40 anni, e per l'occasione, il capolavoro di Robert Zemeckis riporta il suo pubblico al cinema, in un incontro generazionale senza tempo.

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Il 21 ottobre, Ritorno al futuro compie 40 anni, e quale occasione migliore di festeggiarne l’anniversario se non tornare ad ammirare il capolavoro di Robert Zemeckis direttamente nelle sale.

Capostipite di una trilogia diventa ormai un cult del genere, il film che consacrò la carriera del giovane Michael J. Fox (prima di allora principalmente conosciuto per il suo ruolo nella sitcom Casa Keaton) ha fatto ridere, sognare e emozionare generazioni di spettatori, riportandoli a un passato quasi mitico, in una tipica cittadina statunitense degli anni ’50, con i suoi caffè, la musica, le gonne a balze e nessuna scappatoia: se una donna vuoi conquistare, abbi il coraggio di invitarla a ballare.

Un incontro generazionale

Ritorno al futuro è un film che fa dell’incontro tra generazioni il suo tema portante: dall’avventura di Marty nella Hill Valley del 1955, che lo porta a conoscere più a fondo i suoi genitori, la loro giovinezza e la nascita del loro amore (seppur con un qualche aiutino necessario), fino all’incredibile rapporto di amicizia, stima e esasperazione col geniale Doc Brown (Christopher Lloyd), inventore della mitica macchina del tempo: una coppia all’apparenza improbabile e squinternata, ma che assume un senso più profondo se si pensa al fortissimo divario generazionale comune negli anni ’80, magari non uno dei più netti del 900, ma sicuramente tra i più significativi per quanto riguarda i cambiamenti dei linguaggi, sia visivi, che mediatici e culturali.

Nostalgia del passato e potere dei giovani

Marty impara molte cose dal suo viaggio nel passato, ma ne insegna anche altrettante; in questo modo, Ritorno al futuro riscatta la gioventù, dimostrando che non c’è mai un momento della vita in cui si impara o si insegna in modo unilaterale, ma che ogni esperienza di vita porta con sé una saggezza unica e che, seppur propria del suo tempo, è allo stesso momento atemporale.

Una profondità, questa, che scaturisce però in maniera naturale, leggera, quasi di sfuggita dal film: la sceneggiatura di Zemeckis e Bob Gale è dinamica, colorata, pop, e persegue l’obiettivo primario di intrattenere e stupire il proprio pubblico, senza mai appesantirsi di messaggi espliciti o moralismi.

È proprio in questo equilibrio tra leggerezza e significato che risiede la sua forza: Ritorno al futuro è una commedia fantascientifica, ma anche un racconto universale sul desiderio di cambiare il destino, di comprendere le proprie origini e di riconciliarsi con esse.
Per questo motivo, ancora a distanza di decenni, il film continua a far sognare e divertire, parlando contemporaneamente a più generazioni e ricordando a ciascuna di esse che il tempo, pur separandoci, può anche unirci.

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