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Interviews

Intervista a Giovanni Piperno, co-direttore artistico di Perugia Social Film Festival

Un festival necessario, senza paillettes e riflettori, che aiuta a riflettere e a interrogarsi sulle mille sfaccettature della società odierna.

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E’ giunto all’undicesima edizione (Perugia, 26 settembre – 8 ottobre) il PerSo Film Festival. Il programma, ricco di eventi, ospiti, masterclass e progetti di formazione, prevede la proiezione di 53 film provenienti da 27 Paesi, tra cui 13 film in anteprima italiana o mondiale.

Ne parliamo con Giovanni Piperno, co- direttore del festival, assieme a Luca Ferretti.

Come nasce il PerSo Film Festival?

“Stefano Rulli, dopo aver fondato e promosso l’esperienza de “La Città del sole”, organizzò un festival di documentari sui temi legati al disagio psichico. Poi, l’evento si è allargato sempre più ed è diventato un concorso internazionale che dirigo da otto anni.”

La locandina e il promo del festival sono deliziosi e accattivanti. Come nascono?

“Lo scorso anno avevamo come locandina l’immagine di una colomba della pace, con la benda agli occhi. Quest’anno, invece, abbiamo scelto  tre locandine, che provengono dal materiale AAMOD (Archivio del Movimento Operaio e Democratico).  Una di queste, mostra un ragazzo e una ragazza che si baciano, anche per dare un messaggio di speranza, d’amore e tenerezza; un’altra una ragazza che ha in mano una cinepresa. Le sigle, invece, sono state realizzate con 15 secondi precedenti ai tre fotogrammi  scleti per la grafica, estratti dal film “Dentro Roma”, girato nel 1974 da Ugo Gregoretti.”

C’è un file rouge che lega i pregevoli documentari selezionati?

 “Ci sono quelli da camera e altri che prediligono le interviste, ma, nel complesso, affrontano tematiche molto diverse tra loro. Non prevale sempre la sofferenza, il disagio e l’emarginazione, ma ci sono anche doc divertenti e carichi di umorismo. In alcuni casi i registi sono più attenti al linguaggio che al tema. Questa edizione prevede anche un omaggio a Daniele Segre, cineasta recentemente scomparso, autore di numerosi documentari a sfondo sociale.”

Numerosi, ormai, i festival che utilizzano, come denominazione il termine social, ma sono generalisti e proiettano doc e corti di tutt’altro tipo. Il vostro, invece, sposa in pieno e con rigore il tema.

“E’ un festival molto radicato in città. Chi collabora, organizza frequentemente incontri con la cittadinanza. Inoltre, a premiare uno dei tre premi dedicati ai corti, c’è una giuria di detenuti ai quali sono proposti tutto l’anno dei film. C’è poi una giuria di studenti universitari che vota il miglior lungometraggio e, invece, gli studenti liceali scelgono il corto vincitore.”

Un festival che diserta, per fortuna, il red carpet e gli ospiti glamour.

“É una scelta questa, che non abbiamo mai condiviso, anche se negli anni passati abbiamo avuto come ospiti Matteo Garrone, Alice Rorwacher, Pietro Marcello e Leonardo Di Costanzo, registi che provenivano dal documentario e sono poi passati, poi, alla fiction. Se ti rivolgi a un pubblico intelligente, non hai bisogno di star, anche se l’ospite d’eccezione di questa edizione è il regista francese Nicholas Philibert, premiato nel 2023 con l’Orso d’oro alla Berlinale con Sur l’Adamantal quale abbiamo dedicato una retrospettiva.”

PerSo 2025 – Altri sguardi e Omaggio a Daniele Segre per l’undicesima edizione