La Festa del Cinema di Roma sta per tingersi di rosso sangue. Dracula: L’Amore Perduto di Luc Besson, con Caleb Landry Jones nel ruolo del conte immortale, debutterà nella sezione Grand Public del festival prima di arrivare nelle sale italiane il 29 ottobre, per gentile concessione del distributore Lucky Red.
Roma, una città che sa qualcosa di imperi eterni, ospiterà ora uno degli immortali più duraturi della narrativa.
La lettera d’amore insanguinata di Besson
Scritto e diretto da Besson, questo Dracula non è solo l’ennesima rivisitazione con mantello e zanne. È presentato come una storia d’amore così potente da sfidare la morte stessa. Il conte di Landry Jones non è un semplice mostro: è una creatura dilaniata dalla fede, dalla fame e dalla perdita.
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Avendo voltato le spalle a Dio, Dracula manipola, seduce e distrugge alla ricerca di una sola cosa: l’amore perduto secoli prima. La sua sete di sangue è, in fondo, una sete di connessione. La domanda rimane: l’amore può redimere un’anima che ha indugiato nell’oscurità per quattrocento anni?
Christoph Waltz, il preferito del XIX secolo
E poi, naturalmente, c’è Christoph Waltz, che sembra trascorrere il 2025 a fare il secondo lavoro esclusivamente negli incubi del XIX secolo. Fresco di Frankenstein a Venezia, ricompare a Roma con Dracula, una sorta di doppio spettacolo gotico che nessuno ha chiesto, men che meno Waltz stesso.
L’attore ha già ammesso, con quella sua maliziosa scrollata di spalle viennese, di trovare “piuttosto ridicolo” recitare consecutivamente in due classici mostruosi, e ha persino osato definire il romanzo di Stoker “un po’ noioso”. Questa combinazione – un premio Oscar che sa smorzare i testi sacri con una risata secca, pur elevandoli con la sua presenza – potrebbe essere esattamente ciò che mantiene vivi questi racconti nel XXI secolo.
Un cast grintoso
Oltre a Waltz e Landry Jones, Dracula vede la partecipazione di Zoë Bleu, Matilda De Angelis, Ewens Abid e Guillaume De Tonquedec. La loro presenza promette un mix di sensibilità internazionali: l’eleganza europea si scontra con le inquietudini moderne, il tutto all’ombra dell’immaginazione operistica di Besson.
E sì, calcheranno il red carpet romano alla ventesima edizione del festival.
Dal mostro di Venezia al vampiro di Roma
C’è una sorta di poesia cinematografica in questa scelta temporale: Venezia ci ha regalato la tragedia cucita insieme di Frankenstein, e Roma ci regala ora la fame aristocratica di Dracula. Entrambe sono storie di ossessione, creazione e rovina. Entrambe sono storie di uomini che hanno voluto troppo e l’hanno pagato a caro prezzo.
Se il gotico parla del passato che si rifiuta di rimanere sepolto, allora il 2025 potrebbe essere ricordato come l’anno in cui è tornato spavaldo in smoking e cravatta, con Christoph Waltz a guidare la parata.