Nei titoli di testa di After the Hunt, thriller ispirato al movimento #MeToo,  Luca Guadagnino ha scelto di richiamare l’estetica dei film di Woody Allen, presentando i nomi degli attori in ordine alfabetico su una sola schermata.
Interrogato durante la conferenza stampa ufficiale al Festival del Cinema di Venezia sul perché avesse voluto rendere omaggio a Allen Guadagnino non ha esitato a rispondere con franchezza.
“La risposta più diretta sarebbe: ‘Perché no?’. sono cresciuto artisticamente con un certo canone, e quando ho iniziato a riflettere su questo film insieme ai miei collaboratori, non riuscivamo a smettere di pensare a Crimini e Misfatti, Un’altra donna o Hannah e le sue sorelle. La struttura della storia sembrava legata alla grande opera di Woody Allen dal 1985 al 1991”,
ha spiegato Guadagnino. “Avevo già sperimentato quel tipo di grafica e font in passato e mi sembrava un modo interessante per riflettere su un artista che, in qualche modo, si trova ad affrontare problemi legati alla sua persona e su quale sia la nostra responsabilità nel guardare a un artista che amiamo, come Woody Allen.”
After The Hunt il poster ufficiale del film di Luca Guadagnino
Conclude secco:
“E poi, sia chiaro, è un font classico, che ormai va oltre Woody Allen.”
Ambientato nel mondo universitario, After the Hunt vede Julia Roberts nei panni di un’ amata professoressa universitaria che si trova a un bivio personale e professionale quando il suo allievo (Ayo Edebiri) accusa un amico e collega (Andrew Garfield) di aver oltrepassato un limite. Mentre cerca di districarsi nella situazione, un oscuro segreto del suo passato rischia di emergere.
Descrivendo il film, Guadagnino afferma che la storia si concentra sulle persone e sulle loro verità. “Non si tratta di stabilire quale verità sia più importante, ma di osservare come si scontrano e dove siano i confini tra queste verità. Non è un manifesto per riportare in auge valori tradizionali.”
La sceneggiatrice Nora Garrett ha parlato della difficoltà di affrontare temi complessi e delicati come la cultura della cancel culture nel suo copione.
“Immaginare di essere già passati a un’altra ondata del femminismo sarebbe un modo per ignorare ciò che accade realmente e la realtà delle nostre convivenze sociali”, ha detto. “Abbiamo cercato di raccontare qualcosa di autentico e vero.”
Durante una conferenza stampa piuttosto accesa, Julia Roberts ha difeso After the Hunt in risposta alla domanda se il film potesse indebolire il movimento femminista. Il giornalista che ha sollevato la questione ha detto che il film ha “creato polemiche” tra il pubblico, che ha percepito la trama come un ritorno a vecchie controversie sulle accuse di abusi sessuali.
L’attrice ha lamentato che la società sta “perdendo l’arte della conversazione umana.”
“Se questo film può fare qualcosa — ha detto — è proprio quello di far parlare le persone tra loro, e sarebbe il risultato più bello.”
Variety fonte.
La Biennale di Venezia
Venezia 82: programma del 29 agosto. Julia Roberts al Lido