Dopo il concorso all’82esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, arriva al cinema Duse l’ opera di Pietro Marcello, con Valeria Bruni Tedeschi, premiata al Festival,  nei panni della celebre attrice teatrale pavese. A tre anni da Le vele scarlatte, presentato alla Festa del Cinema di Roma, il regista e sceneggiatore casertano torna in scena per dare vita e forma a un biopic di tutto rispetto. Con il suo stile, l’eleganza e il gusto per un certo tipo di cinema del passato, Marcello si candida a papabile vincitore del Leone d’Oro.
La pellicola, in sala dal 18 settembre per Piperfilm, è una produzione PALOMAR (a MEDIAWAN company), AVVENTUROSA con RAI CINEMA e con PIPERFILM in co-produzione con AD VITAM FILMS. Una co-produzione Italia – Francia in collaborazione con BERTA FILM in collaborazione con NETFLIX
Duse | La trama
Lontana dalle scena da circa un decennio, Eleonora Duse (Bruni Tedeschi) continua a essere osannata da quanti l’hanno vista sul palco o ne conoscano le gesta teatrali. Nonostante la tubercolosi che l’ha colpita, debilitandone irrimediabilmente il fisico (e la mente), la celebre attrice non manca di dimostrare e portare supporto ai soldati italiani impegnati nella Grande Guerra. Durante uno dei suoi interventi, ritrova un suo conoscente, che chiama affettuosamente Giacomino (Fausto Russi Alessi) e che si diletta con le poesie. Nel tentativo di donargli una prospettiva differente da quelle della morte e della violenza legate al conflitto bellico, lo invita a portare avanti questa sua passione.
Forse l’arte ci può salvare.
Nel frattempo, la banca di Berlino dove sono custoditi i suoi risparmi fallisce, lasciandola al verde. Eleonora si vede quindi costretta a tornare a lavoro, contro il parere medico e della figlia Enrichetta (Noémie Merlant), con la quale ha da sempre un rapporto conflittuale. Assieme all’immancabile assistente Désirée (Fanni Wrochna), torna a seguire il richiamo del suo primo grande e unico amore, il teatro. La sua arte non è solo un mestiere, ma è qualcosa che le ha permesso di esprimersi, di resistere e di farla sentire importante.

Tra leggenda e umanità
Come in ogni altra sua opera, anche qui Marcello ci presenta una figura leggendaria ma incredibilmente umana. La potenza narrativa della storia fa affidamento su ciò che ha vissuto e provato la sua protagonista. Eleonora Duse non era una santa, e nemmeno voleva esserlo. In tanti momenti risulta piuttosto sgradevole, ma il modo in cui viene raccontata permette di comprenderne, seppur non condividerne, le scelte. Spinta da desideri personali così ingombranti da non farle vedere altro, neppure la sua stessa figlia, la donna segue una direzione senza farsi distrarre o convincere a desistere.
L’unico modo che ho di rispondere alla guerra è il teatro.
Il teatro diviene una missione, che la conduce verso la vita e la libertà. Sono questi i due grandi binari sui quali si muove la sua esistenza, costantemente minacciata dalla malattia, dalla crisi economica, dalla guerra che devasta i paesi. A darle forza e vigore, ovviamente, il talento, che non l’ha mai abbandonata e l’ha resa la diva che era.
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