Connect with us

Euganea Film Festival

‘Until the orchid blooms’: la storia di un popolo

L’importanza della tradizione e la cura del territorio in vista dell’avanzare della cultura individualista e capitalista.

Pubblicato

il

Until the orchid blooms, proiettato in concorso all’Euganea Film Festival 2025, si apre con immagini che racchiudono l’essenza del documentario stesso: la foresta, gli indigeni e gli animali che la popolano, e un’industria sempre più presente che rischia di contaminare tutto.

Polen Ly, attraverso la cinepresa, soppesa lo sguardo sul verde, sul territorio e sulle conseguenze che l’inondazione di una diga ha provocato su di esso e sulle persone che lo abitano.

Il regista ha sempre avuto a cuore i diritti delle popolazioni indigene e l’importanza del territorio e delle tradizioni. Partendo da Colorful knots (2015) e proseguendo con Further and Further Away (2022), Ly ha sempre messo in primo piano il suo paese, la Cambogia, i Bunong, lo sfruttamento dei fiumi e delle foreste, e l’apparente felicità promessa nella capitale industriale del paese.

Per questo, anche con questo documentario, girato in ben sei anni, sceglie di mostrare al pubblico la condizione in cui la popolazione Bunong versa. E lo fa attraverso uno sguardo prettamente femminile, raffigurato da Neang e dalla sua storia.

Ripercorre con lei e i suoi ricordi la storia di un popolo che vive in simbiosi con la natura e che si trova a dover far fronte a una situazione estremamente delicata e complicata, a causa dell’avvento degli imprenditori stranieri.

Comunità e Individualismo

Attraverso le metafore e le immagini, mette a confronto una società comunitaria e una individualista e ne evidenzia differenze e ideologie.

Gli indigeni raccolgono solo il cibo e i frutti che servono loro. Camminano scalzi nella natura, condividono il loro raccolto con gli altri abitanti e si dividono i compiti necessari per sopravvivere.

Al contrario, gli imprenditori non si curano di tutto ciò. Occupano i territori, cercano di allontanare gli abitanti dei villaggi dalle loro case e si curano solo dei propri interessi.

A causa di un loro errore, la diga ha provocato un’enorme inondazione che ha sommerso la foresta e distrutto le case degli indigeni. Eppure, nonostante ciò, continuano a disboscare e a comprare nuovi pezzi di terra.

Inoltre, trovano un escamotage per non far rivoltare alcuni dei cittadini contro di loro: gli offrono una casa alternativa, lontana dai loro villaggi ormai distrutti dall’acqua, del cibo e un compenso.

Questa soluzione però non convince e Neang e la sua famiglia decidono di opporre resistenza e rimanere nella foresta.

Una resistenza al femminile

C’è una certa difficoltà, per alcuni registi, nel mostrare un punto di vista femminile senza contaminarlo con uno maschile. Eppure, Polen Ly, ci riesce.

Con estrema delicatezza mostra ciò a cui Neang ha dovuto far fronte per aver scelto di non lasciarsi corrompere dal sistema, di restare nel suo villaggio e proteggere la foresta: il marito ha deciso di rifarsi una vita nel nuovo insediamento industriale e il figlio è stato allontanato da lei. Ma il film non la compatisce, anzi, ne risalta l’intelligenza, la determinazione e il coraggio.

Vive una vita complicata, con cibo che scarseggia e continue contrattazioni con gli industriali, per cercare di riprendere alcuni territori che a lei e al suo popolo sono stati illegalmente sottratti.

“I am only scared of humans”

Attraverso gli incontri tra Neang e gli industriali stranieri, il regista evidenzia l’ipocrisia dell’uomo capitalista e di un movimento colonialista che va avanti da anni, condannandolo fermamente.

Al contempo, mostra anche come le influenze straniere possano in realtà suscitare in alcune persone il desiderio di voler scoprire altro, come andare a scuola, anche se questo vuol dire allontanarsi dai luoghi sacri dei loro antenati, dalle loro tradizioni e di scegliere una vita più individualista che comunitaria.

Infine, un altro elemento importante che Polen Ly inserisce nel documentario è l’orchidea.

Un fiore che simboleggia la bellezza, il lusso e la femminilità, ma che nel film rimanda alla speranza e alla resilienza e a un possibile guadagno futuro.

Il bocciolo è ancora verde, non riesce a fiorire, ma continua imperterrito a resistere alle condizioni avverse in cui si trova, proprio come Neang.

Until the orchid blooms

  • Anno: 2024
  • Durata: 103'
  • Distribuzione: L'Oeil Vif productions
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Cambogia, Francia
  • Regia: Polen Ly
  • Data di uscita: 15-November-2024