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SICILIAMBIENTE FILM FESTIVAL

‘L’Été de Jahia’: ritratto di un’estate sospesa

Proiettato durante l'ultima edizione di SiciliAmbiente, Olivier Meys mostra cosa vuol dire diventare grandi nel mondo contemporaneo che pur continuiamo a sentire distante.

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L'Été de Jahia di Olivier Meys (2025)

L’Été de Jahia di Olivier Meys è un coming of age che racconta un momento specifico nella vita della giovanissima Jahia: l’estate dei suoi quindici anni all’interno di un centro di accoglienza per richiedenti asilo in Europa. Non è un caso che un film come quello di Olivier Meys venga presentato durante l’ultima edizione di SiciliAmbiente Film Festival, in programma dal 14 al 19 luglio, da sempre impegnato nella missione di portare sul grande schermo prodotti legati all’ambiente, alla sostenibilità e ai diritti umani.

Meys si svincola da tutte le truffe legate alla compassione infeconda e decide di ritrarre la giovanissima protagonista, Jahia (Noura Bance), in un momento preciso della sua vita: la sua estate, quella che le cambierà per sempre la vita. Oltre i turbolenti anni adolescenziali, Jahia combatte per qualcosa di più grande, di più potente e significativo; al di fuori di qualsiasi portata generazionale, ovvero la sua libertà.

L'Été de Jahia di Olivier Meys (2025)

L’Été de Jahia, l’estate in apnea

Meys è bravissimo a tracciare il carattere e il tumulto interiore di Jahia, fin dalle prime immagini se ne intuisce il peso, la solitudine, l’arrendevolezza e l’ingiustizia di chi non avrebbe dovuto vivere tutto questo durante i suoi quindici anni. Jahia è intrappolata nella vita degli adulti e nella loro burocrazia ornamentale, vivendo, insieme alla madre sul filo del rasoio, l’incubo di essere respinta.

Il rapporto difficilissimo – eppure allo stesso tempo dolce e premuroso – con la madre ne dirama incredibili sfaccettature. Jahia si fa madre di sua madre, proprio lei che con i suoi quindici anni dovrebbe essere protetta e curata, si fa protettrice e curatrice di una madre senza colpe, rimasta però intrappolata nella sua terra d’origine. La protagonista di L’Été de Jahia si fa carico di tutti i doveri per salvarsi e salvare chi ama; in un’estate così non rimane tempo per vivere i propri quindici anni.

L'Été de Jahia di Olivier Meys (2025)

Quando Mila incontra Jahia

In questo tempo sospeso, esattamente come le palline del flipper, Olivier Meys decide di lanciare una variabile imprevedibile: Mila (Sofiia Malovatska), una ragazza che, come Jahia, attende – insieme alla sua famiglia dell’Europa dell’est – i documenti per la richiesta di asilo. Mila mostra a Jahia tutta una vita possibile per chi ha ancora quindici anni senza il peso della propria libertà sulle spalle. E la ragazza respingente dell’inizio del film trova con Mia motivi per sperare, credere – in fondo – in un futuro possibile, dove i sogni esistono e possono realizzarsi.

L’Été de Jahia è un dolce amaro in cui le speranze vivono sospese in un eterno presente in cui Mila e Jahia ci insegnano a non perdere i propri anni, perché la vita – quella vera, cattiva, dolorosa e politica – trova sempre il tempo per colpire. Quando succede, Meys dimostra tramite Mila un collasso generazionale: la resa definitiva di una giovinezza perduta per sempre a causa di trame politiche che avrebbero dovuto essere subordinate a quelle umane. E nel turbolento passare delle stagioni è ancora Jahia a dare l’ennesima lezione finale: “io rimango”, “io ti aspetto”.

L'Été de Jahia di Olivier Meys (2025)

L'Été de Jahia

  • Anno: 2025
  • Durata: 90min
  • Distribuzione: na
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Belgio, Francia, Lussemburgo
  • Regia: Olivier Meys
  • Data di uscita: 15-July-2025