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Approfondimenti

TikTok e i verticaldrama, il nuovo modo di vedere il cinema

Tik tok, ormai una nuova piattaforma streaming.

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Giuseppe Suma, Head of Media Entertainment, Global Business Solutions della società di TikTok in Italia, in un’intervista con Paolo Sinopoli, per la rivista Boxoffice, ha affermato che Tik Tok non è più considerabile un social media, gli utenti non lo impiegano per mettersi in contatto con la propria rete sociale ma per usufruire dei suoi contenuti, come mera forma di intrattenimento. Quasi l’80% degli utenti usa la piattaforma per godere dei suoi prodotti che spaziano in una vastissima gamma di generi.

In questo articolo tratteremo in particolare di quel ramo che si sta sviluppando all’interno del programma: quello dedicato alla visione di film tramite una modalità che si potrebbe definire all’avanguardia.

Il sistema consiste sostanzialmente nella segmentazione di un film in una serie di video di pochi minuti; questo è avvenuto con Mean Girls, pubblicato direttamente dalla casa di produzione Paramount Pictures, per celebrare i dieci anni dalla sua uscita. Per questa operazione è stato aperto un nuovo profilo che ha raggiunto in un solo giorno 2 milioni di like, confermando il successo dell’impresa.

Il piacere della comodità

Comfort è la parola che caratterizza questo periodo storico, ogni cosa deve essere funzionale, facile e veloce; questa nuova modalità di fruizione cinematografica si adatta perfettamente ai modi di agire contemporanei.

Tramite smartphone è possibile vedere un film da qualunque posto. Questa operazione era già concretizzata attraverso le piattaforme streaming standard, ma in questo modo risulta ulteriormente semplificata.

Si agevola la gestualità: infatti risulta estremamente comodo prendere il telefono dalla tasca, aprire l’app e cominciare a guardare quel che viene proposto, eliminando tutta la ritualità che si cela nel momento antecedente alla visione del film.

Inoltre si facilita la visione, favorendo una velocizzazione delle immagini, il così detto x2: si possono evitare parti del film che si reputano meno incalzanti o passando alla clip successiva scrollando dal basso verso l’alto.

Il contenuto è denaturalizzato, ridotto a battute fuori contesto in cui tutta la narrazione perde ragion d’essere in favore di uno svago svuotato di senso.

Uno spiraglio di luce

Uscendo dalla stanza

Analisi statistiche hanno affermato che, in seguito alla visione di un film o a una sequenza di esso, molti utenti abbiano successivamente acquistato un biglietto per il cinema.

L’estate del 2023 si ricorda per il Barbenheimer, fenomeno culturale innescato dalla distribuzione simultanea di Barbie e Oppenheimer, giocato sull’ironia del contrasto dei temi trattati. Tik Tok ha aiutato ad aumentare l’eccitazione e l’aspettativa attorno all’uscita dei due blockbuster tramite la produzione di video teaser, portando nelle sale moltissimi user.

Per chi ha in uggia la casa inospitale,

il rifugio preferito nelle serate fredde è sempre il cinema.

Oltre la superficie

I video presenti sono dei più svariati, dall’estrapolazione di scene agli approfondimenti sulla trama o la biografia degli attori, è possibile vedere delle spiegazioni su come alcune inquadrature sono state realizzate, fino alle interpretazioni di determinate scelte registiche. Si inserisce la possibilità di apprendere tramite questi brevi video, tentando anche di innescare la formulazione di un pensiero critico proprio.

Questione di formato

Il comune formato delle proiezioni cinematografiche è di 16:9 in uso sin dagli anni ’80, adatto allo scopo perché tale dimensione ripropone la visione periferica. La mente umana inoltre è predisposta a riconoscere il contenuto dal formato proposto. In questo caso un film viene identificato tale per il suo essere orizzontale, oppure nel caso editoriale un quotidiano è differente da un saggio.

Quindi il caso preso in esame stravolge la comune percezione e comunque funziona. Prima di tik tok è possibile risalire ai vertical drama cinesi. Grazie all’aiuto Gianluigi Perrone, regista insediatosi in Cina, abbiamo la possibilità di vedere questo fenomeno da un altro punto di osservazione.

Perrone spiega che i film realizzati in verticale sono di produzione completamente cinese, con saltuari investimenti e distribuzioni occidentali, ma la gestione è sotto il loro totale controllo.

In un lungometraggio sono presenti dalle 60 alle 100 sequenze di un minuto circa, mentre se si tratta di un corto anche di 20 video. Le riprese si interrompono sempre in un momento cruciale così da incuriosire lo spettatore a scrollare verso la parte successiva.

Le principali consumatrici di questi film sono le casalinghe, infatti l’architettura cinematografica rispecchia le telenovelas, con intrecci che possono variare ma in cui la struttura permane.

Sono prodotti realizzati appositamente di bassissima caratura, con scarse inquadrature e attori non qualificati, con lo scopo sia di fare economia sia di non alzare il pregio rischiando, per tutti i film, di dover seguire una certa qualità.

Nuove prospettive

Il tema legato allo sviluppo  dei social e delle piattaforme è di assoluta delicatezza. Ci si è resi conto da tempo del potenziale di questi nonluoghi, e ora, in particolar modo, si vuol puntare anche ai valori culturali che in questo spazio possono essere condivisi.

I nuovi film serebbero plasmati direttamente sul contemporaneo aspect ratio, 9:16, studiando principalmente le inquadrature e le scene, aumentando la portata intellettuale. Anche Perrone afferma l’eventualità di girare un film in 9:16, sfruttando  l’onda del fenomeno TikTok ma inspessendo la narrazione e le virtù cinematografiche.

Non si può ignorare, tuttavia, l’altra faccia della medaglia: la pervasiva assuefazione che il cellulare e i suoi contenuti possono provocare. Un problema sempre più evidente.

Rimane dunque un interrogativo aperto su quale sia la strada migliore da percorrere, se evolvere la produzione cinematografica all’interno di un oggetto quotidiano così da renderla accessibile veramente a chiunque, oppure tentare un passo indietro e riportare il pubblico lì dove tutto è cominciato.