Dal 25 luglio su Netflix arriva Maledetto il giorno che t’ho incontrato, una delle commedie più brillanti e irriverenti di Carlo Verdone, interpretata e diretta da lui stesso. Al suo fianco la spalla destra perfetta per questo genere di ruolo, Margherita Buy che insieme a Verdone sancisce una coppia indimenticabile per il cinema italiano.
Il film mescola abilmente umorismo, introspezione e un tocco di malinconia; si distingue per la sua capacità di raccontare le fragilità umane con leggerezza e profondità, conquistando un posto speciale nel cuore del pubblico.
Maledetto il giorno che t’ho incontrato
Bernardo Arbusti (Carlo Verdone), critico musicale romano trapiantato a Milano, è un uomo nevrotico e ipocondriaco, ossessionato dalla stesura di una biografia su Jimi Hendrix. Dopo essere stato lasciato dalla compagna Adriana (Elisabetta Pozzi), cade in una crisi depressiva che lo porta a frequentare lo psicanalista Ludwig Altieri. Qui incontra Camilla Landolfi (Margherita Buy), un’attrice altrettanto ansiosa e instabile, innamorata ossessivamente del loro terapeuta. Tra litigi, confidenze e disavventure, i due sviluppano un’amicizia surreale che, attraverso un viaggio tra Milano, Londra e la Cornovaglia, si trasforma in amore. La narrazione, arricchita da elementi autobiografici di Verdone (come la passione per la musica e l’ipocondria), culmina in un finale romantico, abbastanza atipico per il regista.
Un’evoluzione nel cinema di Verdone
Il film si presenta come una commedia sofisticata che strizza l’occhio a modelli come Harry ti presento Sally e al cinema di Woody Allen, ma con un’impronta personale e profondamente italiana. Verdone abbandona il suo classico accento romano per calarsi in un personaggio più complesso, Bernardo, che riflette le insicurezze dei quarantenni degli anni ’90. Margherita Buy, al suo primo ruolo importante, è una rivelazione: il suo personaggio, Camilla, è un mix di fragilità e ironia, capace di rubare la scena con monologhi esilaranti e momenti di grande tenerezza. La chimica tra i due protagonisti è il cuore pulsante del film, resa autentica da dialoghi brillanti e situazioni comiche ben costruite, come la scena in cui Camilla distrugge una chitarra di Hendrix o il viaggio in moto con sidecar in Cornovaglia.
Regia, ambientazioni e sceneggiatura
La regia è attenta e matura, con un ritmo vivace e una colonna sonora che rende omaggio a Jimi Hendrix (ben sei brani, un record per il cinema). Le ambientazioni aggiungono un respiro internazionale, mentre la sceneggiatura, scritta a quattro mani con Francesca Marciano, bilancia umorismo e riflessione su temi come la solitudine, la depressione e la ricerca di sé.
Il film ha ricevuto un’ottima accoglienza, vincendo ben cinque David di Donatello (miglior sceneggiatura, attore protagonista, attrice non protagonista, fotografia e montaggio) e un Ciak d’oro per Margherita Buy. Al botteghino ha avuto un buon successo, pur non raggiungendo i picchi di altre opere di Verdone, forse per il tono più maturo e meno immediato, rivolto a un pubblico adulto. L’Ufficio Turistico della Gran Bretagna ha premiato Verdone per aver valorizzato la Cornovaglia, una regione poco nota agli italiani dell’epoca.
Un film ben riuscito con una coppia irresistibile
Maledetto il giorno che t’ho incontrato è una delle commedie più riuscite di Carlo Verdone, un’opera che unisce risate, emozione e una riflessione agrodolce sulle nevrosi umane. La coppia Verdone-Buy è irresistibile e il film conserva una freschezza che lo rende attuale anche a trent’anni dalla sua uscita. Perfetto per chi cerca una commedia intelligente che non sacrifichi il cuore per la risata.
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