Quasi cinquant’anni dopo il debutto al cinema di Qualcuno volò sul nido del cuculo e la vittoria agli Oscar, un nuovo capitolo viene tracciato con discrezione, questa volta non sul grande schermo, ma come serie televisiva e da un punto di vista radicalmente diverso. Intervenendo al podcast di cinema indipendente CK Café, il produttore Paul Zaentz ha rivelato di aver appena firmato un accordo con la vedova dell’autore di “Nido del Cuculo” Ken Kesey per sviluppare un adattamento televisivo che vedrà al centro un personaggio a lungo muto: il Capo Bromden.
“Questa volta”,
ha dichiarato Zaentz,
“la prima stagione sarà narrata dal punto di vista del Capo. Dopo la prima stagione, vedremo cosa succede al Capo dopo la sua fuga.”
Sebbene il progetto sia ancora in fase di sviluppo iniziale – senza showrunner o studio confermati – il concept in sé rappresenta un’avvincente inversione rispetto al focus del film originale del 1975 sull’antieroe ribelle R.P. McMurphy interpretato da Jack Nicholson.
The Chief Speaks
Sia nel romanzo che nel celebre film di Milos Forman, il Capo Bromden – l’imponente paziente per metà nativo americano che finge di essere sordo e muto – è un silenzioso osservatore del caos all’interno dell’ospedale psichiatrico dell’Oregon.
Ma il suo silenzio maschera un profondo trauma, una dislocazione culturale e un acuto senso della realtà. Osserva la sfida anarchica di McMurphy scuotere l’istituto, diventando infine colui che rivendicherà la propria autonomia attraverso la fuga – un atto sia fisico che simbolico.
Affidare a Capo le redini narrative della nuova serie rappresenta un cambiamento audace. Non solo riporterebbe al centro una voce marginalizzata che è rimasta a lungo ai margini del canone, ma offre anche l’opportunità di reinterpretare i temi centrali della storia: oppressione, resistenza e controllo istituzionale.
L’approccio di Zaentz suggerisce anche un viaggio più ampio dopo la fuga: un’opportunità per immaginare come potrebbero essere la guarigione, la sopravvivenza o la reintegrazione al di fuori delle mura del regno dell’infermiera Ratched.
Un’eredità custodita con cura
Non è la prima volta che l’eredità di Nido del Cuculo viene adattata per la televisione. Anche Ratched (2020) di Netflix, una storia delle origini visivamente elegante per la famigerata e gelida capoinfermiera, è stata prodotta da Zaentz. Nonostante il suo successo stellare e il concept ambizioso, è andata in onda per una sola stagione e ha ricevuto recensioni contrastanti dalla critica, forse a causa del suo allontanamento tonale dal nucleo emotivo del materiale originale.
Zaentz rimane cauto nel rivisitare opere classiche, affermando nel podcast: “Non rifate Psycho”. Ha espresso diffidenza nei confronti di recenti adattamenti televisivi di prestigio come The Mosquito Coast e Ripley di Netflix, che a suo avviso “sono stati inferiori” ai loro predecessori cinematografici.
Tuttavia, ritiene che la televisione offra un’opportunità unica: “Le serie possono concedere più tempo allo sviluppo dei personaggi”, osserva – cosa che potrebbe essere utile per immergersi profondamente nel mondo interiore tormentato del capo Bromden.
Un classico restaurato e un dialogo rinnovato
La notizia della serie arriva mentre Qualcuno volò sul nido del cuculo si prepara a tornare al cinema in un nuovissimo restauro 4K, in occasione del suo 50° anniversario.
Fathom Events ripubblicherà il film su oltre 1.000 schermi statunitensi, offrendo a una nuova generazione l’opportunità di vivere il capolavoro di Forman così come era stato concepito, e forse offrendo un contesto rinnovato per ciò che la prossima serie potrebbe ereditare, reinterpretare o sfidare.
La casa di produzione di Zaentz, Teatro della Pace Films, detiene ora i diritti del formidabile archivio di opere del suo defunto zio Saul Zaentz, che include Il nido del cuculo, Amadeus e Il paziente inglese. Si tratta di un’eredità preziosa, che Paul Zaentz ha contribuito a plasmare in prima persona come produttore associato o produttore finanziario di molti di quei classici premiati con l’Oscar.
Cosa c’è in serbo per il futuro?
È ancora presto per la serie Il nido del cuculo, senza un cast ufficiale, un team creativo o una tempistica di uscita. Ma il concetto stesso – dare un primato narrativo al capo Bromden, un personaggio che è da tempo una metafora delle voci messe a tacere – ha un profondo potenziale.
In un’epoca di televisione di prestigio che brama profondità e reinvenzione, il passaggio di rientrare nel manicomio con occhi diversi potrebbe rivelarsi più di un ritorno nostalgico. Potrebbe, se fatto bene, innescare un tipo di resa dei conti completamente nuovo, radicato non solo nella ribellione, ma nella rivendicazione.
Fonte: Deadline