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Cannes

‘The Phoenician Scheme’: che delusione!

Wes Anderson si inceppa. Resta imbrigliato nelle sue stesse elucubrazioni.

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The Phoenician Scheme

Wes Anderson non cambia. Presenta al Concorso e al pubblico la sua nuova creatura The Phoenician Scheme, ispirata dal rapporto con la paternità e dalla scomparsa di suo suocero, un ricco libanese uomo d’affari. Queste due suggestioni lo hanno portato a costruire una spy story europea ambientata negli anni ’50.

Al centro di The Phoenician Scheme, con la sua stazza anche di talento e carisma, un Benicio Del Toro a 360°.

Zsa-zsa Korda è un ricco uomo d’affari, nuovamente e tragicomicamente coinvolto nel suo sesto incidente aereo. Al quale, miracolosamente, come ogni volta, sopravvive. Dei burocrati anonimi provenienti da tutto il mondo, i mandanti: vedono nel magnate una minaccia globale. Zsa-zsa truffa le  banche, elude i dazi doganali, blocca i tribunali con cause legali tattiche. Provoca la guerra o rilancia la pace, muovendo a suo piacimento l’agenda diplomatica. Diventa perciò indispensabile sconvolgere, paralizzare l’impresa di Korda in qualunque modo. L’ennesima morte scampata induce Zsa-zsa al suo azzardo: il piano più grandioso di sempre.

The Phoenician Scheme

Convoca la giovane Liesl, la sua unica figlia femmina, una suora che non vede da anni. Ha deciso che sarà lei, in caso di morte, a succedergli, a scapito dei 9 piccoli maschi, relegati a vivere in un dormitorio. Liesl è, per il momento, messa in prova.

Con al seguito il tutor personale Bjorn, Zsa-zsa e Liesl attraversano la moderna Grande Fenicia indipendente incontrando i vari partner del piano del magnate, in una missione per colmare “Tutto ciò che abbiamo, più qualcosa in più”, ossia un deficit finanziario in rapida espansione.

Nell’universo Wesendersoniano, accanto agli attori di sempre Benicio del Toro, Tom Hanks, Bryan Cranston, Scarlett Johansson, Bill Murray, Willem Dafoe e Jeffrey Wright si affiancano le new entry  Michael Cera (perfetto nella caratterizzazione del suo personaggio, il più riuscito del film), Mia Threapleton (la figlia di Kate Winslet nel suo primo ruolo importante) e Riz Ahmed.

Una storia e una forma che non abbagliano

The Phoenician Scheme riproduce esattamente sulla carta tutte le maniacali ossessioni del pluripremiato Wes. Impeccabili, multiformi, i piccoli gioielli di messa in scena. La maggior parte del film è stata girata allo Studio Babelsberg di Potsdam (dove ha anche costruito molto di Grand Budapest Hotel), in Germania, il più antico studio cinematografico su larga scala del mondo, aperto nel 1912.

Una novità, in The Phoenician Scheme, è la collaborazione con un direttore della fotografia europeo, il francese Bruno Delbonnel. Wes Anderson voleva raggiungere un particolare stato di oscurità:

C’è qualcosa di più oscuro che Bruno ha apportato all’illuminazione del film, che era perfetto per la storia. Non oscurità in termini di luminosità, ma un’oscurità nella personalità.

La colonna sonora, affidata ad Alexandre Desplat, confeziona una macchina luccicante, con ogni ingranaggio incastrato al suo posto, studiata nei minimi dettagli, come sempre, ma che non funziona.

The Phoenician Scheme

The Phoenician Scheme poggia su di un racconto incapace di accendere alcun tipo di curiosità, che non porta chi guarda da nessuna parte. La caccia ai finanziatori e le strategie per convincerli a prendere ciascuno una parte di debito da saldare, semplicemente annoia. Come gli inserti ‘fideistici’ che accompagnano la morte e la resurrezione di Zsa-zsa. Il plot principale del film, ossia la redenzione e la paternità ritrovata, non si appoggia ad una sceneggiatura accattivante. La musicalità dello scambio ‘tronco’ dei dialoghi affidati ai personaggi resta una pura ridondanza di ritmo ed estetica fine a se stessa.

Probabilmente Wes Anderson dovrà cambiare qualcosa al suo cinema. Il ‘bel giocattolo colorato e multitasking’ non funziona più.

 

 

The Phoenician Scheme

  • Anno: 2025
  • Durata: 110'
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Genere: Spionaggio, commedia
  • Nazionalita: USA, GERMANIA
  • Regia: Wes Anderson