Il film di Andrea Arnold compone un ritratto crudele e formativo dell’essere adolescenti. Coniugando inaspettatamente il neorealismo con la propria componente onirica
È uscito in sala Bird, il nuovo film di Andrea Arnold, dopo lo sconvolgente American Honey. La regista, vincitrice nel 2005 del premio Oscar per miglior cortometraggio, scrive e dirige l’opera prodotta da BBC e Pinky Promise. Il dramma, in concorso al 77º Festival di Cannes per la Palma d’oro e il Queer Palm, è distribuito da MUBI e da noi da Lucky Red. Nel cast, Barry Keoghan, Franz Rogowski, e Nykiya Adams.
Il TRAILER – Bird
Sinossi – Bird
La dodicenne Bailey (Nykiya Adams) vive con suo fratello Hunter e suo padre Bug (Barry Keoghan) in una casa occupata abusivamente nel nord del Kent. Siccome Bug non ha molto tempo per la figlia, Bailey, che si avvicina alla pubertà, comincia a cercare attenzioni altrove, incontrando uno strano personaggio di nome Bird (Franz Rogowski).
L’amico immaginario – Bird
Nel nuovo film di Andrea Arnold lo spazio è importante come riconoscimento dello status dei personaggi. E la regista non è certo nuova a comunicare il degrado, l’estraneità dal mondo civile e di leggi in cui agiscono i suoi prototipi. La sua opera precedente, il delizioso American Honey, aveva già messo in relazione personalità allo sbando con la frontiera americana delle case occupate, dell’abusivismo in una caratterizzazione pasoliniana dei ragazzi di vita. In Bird invece fa vivere il film nella sua struttura neorealista, genere che nel corso dell’opera si estende tramutandosi in un realismo magico che sfida le regole del documentario di finzione unendosi a fattezze oniriche.
I due protagonisti, la ragazzina Bailey e lo stralunato Bird, comunicano attraverso questi due mondi, generi e impalcature di cinema apparentemente opposti. Se la ragazzina è al centro della vorticosa messa in quadro indipendente della Arnold, il personaggio di Rogowski protegge l’adolescenza dai pericoli, che nella visione della regista ha diverse forme, dall’abuso all’omofobia. Bird è asessuato come un sogno (in linea con la scrittura della Arnold), un amico reale e immaginario al tempo stesso. La sua vicenda, quella della ricerca della famiglia perduta, potrebbe anche apparire come una visione psichica che ruota nella testa di Bailey. Una ragazzina che cerca il proprio posto nel mondo grezzo e sporco della contea londinese, con Rogowski nella parte di quell’amico immaginario visto in tante favole per bambini che c’è quando si ha bisogno del suo soccorso.
Bailey e il maschile nel femminile
Bailey rifugge la propria natura, quella femminile, per convincersi di essere un maschio. Tale transizione a cui crede, è indotta dall’ambiente circostante. Dalle gang del quartiere che si raduna per picchiare i mariti violenti, e dal rapporto contorto e possessivo col padre che la obbliga a vestirsi da bambola, condizione che spinge Bailey a rifugiarsi nel mondo maschile. La Arnold applica un viaggio dell’eroina anomalo, incentrato nell’immedesimazione del maschile e della figura paterna, che l’ottima interpretazione di Nykiya Adams respinge fino all’incontro con Bird.
Un film straordinario e poeticamente commovente, tra i migliori dell’anno
La regista rappresenta un quadro del coming of age disarmante, un universo famigliare contraddistinto da violenze e soprusi che solo il personaggio trasversale di Rogowski può, se non spezzare, almeno indirizzare verso l’adolescenza “normale” della protagonista. Bird fa un discorso oscuro e sprezzante dell’adolescenza recuperando lo scenario desolante di American Honey e facendo virare il film verso una favola nera. In tale narrazione fiabesca il dramma della cineasta britannica rappresenta un unicum nel concepimento narrativo. È una delle prime volte che si vede un personaggio collaterale, ma funzionale alla storia, impossessarsi del titolo di un film ed essere catalizzante e formativo per i destini della protagonista.
L’opera di Andrea Arnold è una mescolanza di generi dentro la categoria del dramedy che raccoglie un po’ tutto: cinema indipendente, teen-drama, e film grottesco con l’interpretazione di Barry Keoghan bravo a mettere in scena una mascolinità tossica da commedia nera. L’abuso è al centro del film: la violenza subita dalla madre naturale di Bailey e il degrado che a più riprese i bambini sono costretti a subire.
Ed è proprio in questa fase del film, alla fine del secondo atto, che Bird si riempie della sua componente onirica: l’amico immaginario diventa un piccione, il giustiziere delle violenze, e nella sua forma tra il metaforico e il fantastico, il film si spoglia del suo neorealismo per dipingere la flebile speranza versa il domani dell’adolescenza di cui Rogowski si fa inaspettato e attento guardiano.
La regia di Andrea Arnold nel suo realismo-onirico
La direzione registica di Andrea Arnold è volutamente sporca come il contesto drammatico che rappresenta. A differenza di Adolescence, la serie Netflix dove la regia è un piano-sequenza convenzionale mai interrotto, Bird fa della tecnica della shaky-cam il suo marchio di fabbrica. Per riportarci la condizione di Bailey nell’abusivismo tossico di Kent, la regia della Arnold traballa volutamente come le fragilità della protagonista e lo spazio aldilà del mondo in cui è immersa.
Le vibrazioni della camera a mano, molto usata nel corso del film, sottolineano l’esigenza della regista di mostrarci la cruda realtà di Bird, esaltando a dismisura la componente reale del cinema indipendente. Ma man mano che si inserisce il personaggio di Rogowski all’interno della narrazione, il film entra in un processo di ibridizzazione tra realismo e onirismo, un mutamento mostrato dalla cineasta col passaggio dai volti al montaggio discontinuo di immagini tra il presente e il passato. L’indi-movie, soprattutto nella sua seconda parte, fa della manipolazione della propria linea temporale la sua cifra. In un film che rappresenta la pubertà anche sul piano della propria metamorfosi estetica.
Bird è un’operazione sublime di Andrea Arnold dove due tipologie di cinema si uniscono per parlarci dell’adolescenza e della sua speranza. Bailey ha trovato il suo posto nel mondo dentro di sé e Bird sarà sempre una parte di lei.