Sinistri (Some Accidents) è un cortometraggio sperimentale italiano della durata di 5 minuti, firmato in concept ed editing da Salvatore Insana, artista da sempre impegnato nel dialogo tra immagine in movimento e pensiero critico. L’opera è disponibile sui circuiti indipendenti e festival internazionali di videoarte e sperimentazione.
Ad accompagnare la densità visiva del film, la colonna sonora originale di Silvia Cignoli e Nioto, tratta dall’album The Wharmerall: una composizione elettronica e materica che si fonde con le immagini, diventandone estensione e commento emotivo.
Un archivio di ombre: Totò Musolino e la memoria fotografica

Elemento centrale del progetto è la collaborazione con l’Archivio fotografico Totò Musolino, preziosa raccolta di immagini che documentano frammenti di vita, cronaca e territorio. Il cortometraggio seleziona e rielabora fotografie in bianco e nero, volti e corpi cristallizzati in una dimensione atemporale, come impronte lasciate da una civiltà interrotta.
Le immagini non sono mai didascaliche: Insana le monta in una sequenza ritmica e ipnotica, giustapponendole a texture visive astratte che sembrano volerci dire che “l’incidente” non è solo un fatto, ma un’interruzione dello sguardo, un errore nella narrazione della realtà.
Il suono come detonatore percettivo
La composizione sonora a cura di Silvia Cignoli e Nioto si inserisce con forza e precisione nel flusso visivo, diventandone parte viva e pulsante. Non si limita a seguire le immagini: le attraversa, le mette in crisi, ne rivela i non detti. I suoni elettronici, i riverberi metallici, le interferenze improvvise creano un tessuto sonoro che avvolge lo spettatore, amplificando la sensazione di disagio, attrazione e mistero.
Come spesso accade nei lavori di Insana, l’audio non è un semplice accompagnamento, ma un elemento narrativo a tutti gli effetti. Fruscii di fondo, distorsioni stratificate, silenzi sospesi e irruzioni improvvise costruiscono una dimensione percettiva parallela, dove ogni fotogramma sembra vibrare di tensione. La colonna sonora diventa così una sorta di detonatore emotivo, capace di alterare il tempo del racconto e trasformare la visione in esperienza fisica.
Selezionato all’Unarchive Film Festival: quando l’archivio diventa racconto
Sinistri (Some Accidents) è stato selezionato tra i titoli in concorso all’Unarchive Found Footage Film Festival, il festival romano che ogni anno porta alla luce il cinema costruito a partire da materiali d’archivio. Una cornice perfetta per il corto di Salvatore Insana, che lavora proprio sulla memoria visiva e sul modo in cui le immagini del passato possono essere rimesse in circolo e trasformate in nuovi significati.
La candidatura arriva per la forza con cui il film riesce a dare nuova vita a fotografie dimenticate, facendo emergere l’emozione nascosta dietro ogni volto, ogni frammento. Non è solo un lavoro sull’archivio, ma un vero e proprio gesto poetico: un modo per guardare ciò che già conosciamo con occhi diversi, sorprendendoci di quanto ancora possa parlare.
Un cortometraggio che è anche teoria del cinema

Sinistri si inserisce nel solco di una riflessione più ampia che attraversa da tempo il lavoro di Salvatore Insana, incentrata sulla rappresentazione, sull’archivio come oggetto critico e sull’immagine come spazio di resistenza. Il montaggio, in questo cortometraggio, non è solo una scelta estetica: è un gesto politico, che riporta a galla ciò che solitamente resta ai margini, nei cassetti della memoria collettiva o negli scarti del visibile. È un modo di “rimettere in moto” immagini ferme, accidenti dimenticati, errori e fratture del reale, riassemblandoli in una nuova forma di racconto, in cui la crepa diventa centro.
Anche Sinistri, dunque, continua questo percorso: quello di un cinema che non racconta storie nel senso classico del termine, ma che scava nei resti, riattiva memorie visive e acustiche, e si interroga su cosa resta – e su cosa può ancora dirci – ciò che abbiamo dimenticato di guardare.