Tra emozioni forti, applausi e omaggi ,la 70ª edizione dei David di Donatello si è conclusa.L’evento, tra i più prestigiosi del panorama cinematografico italiano, si è accesocon una cerimonia in grande stile, trasmessa in prima serata su Rai 1.
A guidare il pubblico in questa serata celebrativa una coppia inedita : Elena Sofia Ricci, icona del cinema e della televisione italiana, e Mika,artista internazionale amato per il suo talento e la sua originalità. Insieme hanno portato sul palco eleganza, ironia e energia, accompagnando lo svolgersi di una serata che ha saputo coniugare intrattenimento e passione per il grande schermo.
David alla carriera al regista italiano Pupi Avati.
Timothée Chalamet ha invece ricevuto il David Speciale:
“Le radici europee e l’educazione americana fanno di Timothée Chalamet uno dei protagonisti oggi più imprevedibili e talentuosi del cinema internazionale, in grado di proporsi allo stesso tempo come interprete d’autore e star capace di generare tendenze e stili – ha dichiarato Piera Detassis, Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia del Cinema Italiano – L’Accademia è felice di attribuirgli il David Speciale, che vuol essere il riconoscimento al grande attore di film di qualità e innovativi, e, insieme, al protagonista globale. È importante per noi ricordare come la sua affermazione sulla scena mondiale sia avvenuta proprio grazie a un meraviglioso film italiano, Chiamami col tuo nome, di uno dei nostri registi più apprezzati a livello internazionale, Luca Guadagnino. Incroci indispensabili e assolutamente contemporanei di culture e di visioni, un connubio che il David di Donatello è lieto di celebrare”.
Protagonisti assoluti della serata sono stati i film che hanno saputo distinguersi per la qualità artistica, l’intensità narrativa e la forza della loro visione. Sul palco si sono alternati registi affermati e giovani promesse del cinema italiano, pronti a ricevere l’ambito riconoscimento in una cornice che celebra il meglio della produzione cinematografica nazionale.
Tra interpretazioni magistrali, sceneggiature avvincenti e regie ispirate, il David di Donatello 2025 si conferma come un tributo alla creatività del cinema, premiando talento, impegno e innovazione.
Vermiglio di Maura Delpero trionfa e si aggiudica sette statuette, tra le quali quelle per miglior film, miglior regia, miglior produttore, miglior casting. E fa la storia, perché il premio per la miglior regista per la prima volta va a una donna: “Dobbiamo molto al cinema documentaristico – dice Delpero – perché ha aperto alle donne e questa cinquina ci dice tantissimo”.
Miglior attrice protagonista è Tecla Insolia per “L’arte della gioia”, mentre Elio Germano vince come miglior attore nel film “Berlinguer – La grande ambizione”, di Andrea Segre. E scatena gli applausi parlando di dignità e di eguaglianza, ricordando in poche semplici parole il diverso trattamento di ricchi e poveri, di uomini e donne, di bianchi e neri, di israeliani e palestinesi.
Il miglior film internazionale è “Anora” di Sean Baker. Miglior attrice non protagonista è Valeria Bruni Tedeschi per “L‘arte della gioia”, mentre il premio come miglior attore non protagonista va a Francesco Di Leva per “Familia”.
Le donne trionfano non solo con Delpero ma anche con “L’arte della gioia” di Valeria Golino. La serie, uscita in sala e quindi considerata un film secondo il regolamento dell’Accademia del Cinema Italiano, conquista il David alla Miglior attrice protagonista (Tecla Insolia), Miglior attrice non protagonista (Valeria Bruni Tedeschi) e Miglior sceneggiatura non originale.
Margherita Vicario con “Gloria!” porta a casa il David al Miglior film d’esordio, alla Miglior canzone originale (“Aria!”) e al Miglior compositore.
Due statuette soltanto per “Berlinguer – La grande ambizione” di Andrea Segre, il più nominato di questa edizione insieme a “Parthenope” di Paolo Sorrentino – che torna a casa a mani vuote – con 15 candidature ciascuno. Il film di Segre vince il David al Miglior attore protagonista (Elio Germano) e Miglior montaggio. Mentre Miglior attore non protagonista come già detto è Francesco Di Leva per ‘Familia’ di Francesco Costabile.
Miglior sceneggiatura non originale: L’arte della gioia, sceneggiatura di Valeria Golino, Francesca Marciano, Valia Santella, Luca Infascellie Stefano Sardo
Migliore autore della fotografia: Mikhail Krichmanper Vermiglio.
Miglior canzone originale: Aria!; musica e testi di Margherita Vicario, Davide Pavanello, Edwyn Clark Roberts, Andrea Bonomo, Gianluigi Fazio, interpretazione di Margherita Vicarioper Gloria!
Miglior scenografia: Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, scenografia di Tonino Zerae arredamento di Maria Grazia Schirripae Carlotta Desmann
Migliori costumi: Massimo Cantini Parriniper Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta
Miglior trucco: trucco di Alessandra Vita, trucco prostetico/special make-up di Valentina Visintinper Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta
Miglior acconciatura: Aldo Signorettie Domingo Santoroper Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta
Miglior montaggio: Jacopo Quadriper Berlinguer – La grande ambizione
Miglior documentario – Premio Cecilia Mangini: Lirica Ucrainadi Francesca Mannocchi
Miglior produttore: Vermiglio, produzione Francesca Andreoli, Leonardo Guerra Seragnoli, Santiago Fondevila Sancet, Maura Delperoper Cinedora, con Rai Cinema, in collaborazione con Charades (coproduzione con la Francia), Versus (co-produzione con il Belgio)