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PERSO Perugia social film festival

‘Billy’ il ritratto psichedelico di un’amicizia impossibile

La regista Canadese Lawrence Côté-Collins racconta l'incredibile storia di aggressione, perdono e amicizia che la vedono protagonista insieme a Billy, un ragazzo problematico la cui malattia, mai diagnosticata, ha reso la sua vita un'infinita guerra interiore

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Billy Unarchive 2025

Forza di volontà, desiderio di andare oltre la superficie e un utilizzo spregiudicato di filmati d’archivio, animazione e découpage digitale. Billy è una delle opere più interessanti al PERSO Perugia social film festival

La regista Lawrence Côté-Collins guidata da un profondo e curioso desiderio di risposte decide d’incontrare il suo aggressore in prigione. Vuole comprendere, sostenere e perdonare un uomo sofferente. Billy è schizofrenico e, in passato, il suo peggior attacco ha causato la morte di due persone. Il loro rapporto improbabile prende forma tra le mura di un carcere e fa luce sulla verità di questa malattia mentale che non è stata né diagnosticata né curata. Insieme, raccontano le loro storie e si ricostruiscono attraverso una corrispondenza intima e inaspettata, fatta di archivi inediti e immagini vibranti.

Billy

Billy (Lawrence Côté-Collins, 2024)

Scoprire ad ogni sequenza una sfumatura nuova, inaspettata e talvolta tragica della vita di Billy è un viaggio emozionante, reso ancora più d’impatto dalla sporca e tangibile verità, senza filtri, che le immagini di repertorio del protagonista trasmettono.

Trasformare il trauma in scoperta

Un ragazzo come tanti ma con quello sguardo negli occhi tipico di chi soffre, è questa la prima idea che ci si può fare di Billy, accompagnata da un pizzico d’inquietudine; ma questo sorprendente documentario che ha saputo stregare decine di festival in tutto il mondo riesce a scavare nella mente di una persona diversa dal normale tramite le immagini che essa stessa cattura di se, è archivio come mezzo di comprensione, quello strumento che regala allo spettatore la fortuna di poter sbirciare nella vita di qualcuno, affezionandosene, colpevolmente, nonostante tutto.

Billy Poulin, un appassionato di cinema di Montreal, incontra la regista Lawrence Côté-Collins durante le riprese di un film, i due diventano amici. Una notte, senza preavviso, la aggredisce. È questo il macigno che ci viene scagliato addosso con una brutalità enorme racchiusa in due righe di logline, ma è invece ciò che questa vicenda nasconde e che ci viene mostrata poco alla volta a cambiare le carte in tavola, a far riflettere come un buon documentario deve sempre saper fare.

Billy era solito filmarsi di continuo, accumulando, tra il 2002 e il 2012, inconsapevolmente materiali che, anni dopo, avrebbero fornito una visione sorprendente del progressivo deterioramento della sua salute mentale. Condannato all’ergastolo per accuse gravissime, Billy deve attendere anni prima che gli venga diagnosticata la schizofrenia.Con l’aiuto della regista, l’unica persona cara rimastagli oltre alla famiglia, i suoi archivi personali diventano una risorsa inestimabile per comprendere la sua malattia. Una decostruzione della schizofrenia attraverso uno sguardo straordinariamente imparziale.

Billy (Lawrence Côté-Collins, 2024)

Billy (Lawrence Côté-Collins, 2024)

Mettere in scena le crepe della vita

Billy è Un film che sa raccontare la malattia mentale attraverso una ricerca personale e ostinata, in cui le immagini sono espressioni dell’abisso e al tempo stesso strumento di cura e di rinascita. Con Billy, Lawrence Côté-Collins presenta un’opera disturbante, stratificata e a tratti destabilizzante, che oltrepassa i confini del documentario, un genere tanto malleabile quanto spesso limitante, per cimentarsi in territori delicati tra l’autobiografia e la scomposizione di un trauma raccontato per mezzo filmico. 

Lawrence Côté-Collins, già membro del collettivo Kino, dove aveva stretto un sodalizio creativo e personale proprio con Billy, orchestra il film a partire da un materiale, incandescente, di rara intensità. Lo assembla con un gesto autoriale netto, innestandovi sequenze d’animazione apparentemente grezze e lo-fi e l’intimità delle lettere scritte in carcere, costruendo così un montaggio frammentato e cristallino, capace di restituire la vertigine di una soggettività instabile, febbrile, tragicamente umana. Non è true crime, il racconto evita la morbosità del dettaglio criminologico per farsi invece riflessione disturbante e acuta sul divario tra l’individuo e la sua rappresentazione, tra la messinscena cosciente e la deriva allucinata del sé.

Billy (Lawrence Côté-Collins, 2024)

Billy (Lawrence Côté-Collins, 2024)

 

Il film solleva interrogativi etici radicali, che si riflettono anche nella reazione degli spettatori. Alcuni si indignano per quella che potrebbe sembrare un’eroicizzazione della malattia mentale e della violenza; altri, più empatici o forse più disposti a farsi interrogare, riconoscono nella regista non tanto una complice quanto una testimone coraggiosa. È la stessa Lawrence, in fondo, ad abitare l’epicentro di questa narrazione, a mettere in scena – consapevolmente o no – il proprio rapporto con Billy e con il cinema come strumento di potere, cura e anche manipolazione.

Billy è quindi molto più di un ritratto clinico o un’opera d’impegno sociale: è un gesto cinematografico che inquieta perché è profondamente onesto e radicalmente ambiguo. Spinge a chiedersi cosa significhi davvero “dare voce” a qualcuno, dove finisca la rappresentazione e inizi la speculazione. Soprattutto, ci obbliga a interrogarci sul nostro stesso sguardo, su cosa ci turba davvero: la violenza o il fatto che venga raccontata da chi l’ha vissuta, con i propri strumenti, senza filtri?

Non tutti usciranno dalla visione con le stesse risposte, ma pochi usciranno senza domande. E in un panorama spesso anestetizzato, questo è già un atto politico.

Billy 2024

Billy (Lawrence Côté-Collins, 2024)

La regista: Lawrence Côté-Collins

Lawrence Côté-Collins è un’artista trasparente e autenticamente queer. La sua identità senza filtri traspare in tutte le sue opere e il suo background non convenzionale nel cinema e nella televisione lo dimostrano. Ha diretto oltre quaranta cortometraggi e tre lungometraggi: Écartée (2016), Bungalow (2022) e appunto Billy (2024). È inoltre coautrice di Billy à vie, il suo primo libro tratto anch’esso dalle vicende mostrate nel documentario.

Billy

  • Anno: 2024
  • Durata: 107'
  • Genere: Documentario, Archivio
  • Nazionalita: Québec (Canada)
  • Regia: Lawrence Côté-Collins