Una recente sentenza della Corte Suprema del Regno Unito che ha ridefinito “uomo” e “donna” come sesso assegnato alla nascita a fini legali ha scatenato una tempesta di polemiche. La sentenza, che riguarda il modo in cui le persone transgender vengono riconosciute negli spazi e nei documenti ufficiali riservati a un solo sesso, ha suscitato preoccupazione da parte di gruppi di difesa LGBTQ+, organizzazioni per i diritti umani e, sempre più spesso, voci provenienti dall’industria dell’intrattenimento.
Le star Bella Ramsey, Nicola Coughlan e Harris Dickinson sono tra coloro che hanno espresso la loro opinione, denunciando le implicazioni della sentenza e chiedendo un continuo sostegno alle comunità transgender.
La forte posizione di Nicola Coughlan
L’attrice irlandese Nicola Coughlan, nota per Bridgerton e Derry Girls, ha sfruttato la sua presenza al festival Canneseries – dove ha ricevuto il Premio per l’Impegno per il suo attivismo – per lanciare un appassionato appello alla solidarietà. Nel suo discorso, Coughlan ha dichiarato:
“Non sono mai stata spaventata da una donna trans in vita mia”.
Ha sfidato direttamente la narrazione secondo cui le donne trans sarebbero una minaccia per le donne cisgender, sostenendo invece che queste politiche sono basate sulla discriminazione, non su prove concrete. Coughlan ha anche lanciato una raccolta fondi per l’organizzazione benefica trans Not a Phase, che ha raccolto oltre 70.000 sterline in pochi giorni – un esempio tangibile di alleanza che va oltre ogni dire.
Bella Ramsey e Harris Dickinson si uniscono al coro
Bella Ramsey, acclamata per il suo ruolo in The Last of Us, ha da tempo dichiarato apertamente di essere non binaria e ha utilizzato la sua crescente piattaforma per sostenere le cause LGBTQ+. Anche Harris Dickinson (Babygirl) si è unito alla richiesta di dignità e sicurezza per le persone trans nel Regno Unito, sottolineando che le leggi dovrebbero riflettere compassione e realtà vissute, non ideologie obsolete.
La sottile dichiarazione di Paapa Essiedu nel mezzo della controversia su Harry Potter
Anche l’attore Paapa Essiedu, recentemente scelto per il ruolo di Severus Piton nel nuovo adattamento televisivo di Harry Potter, ha espresso il suo parere, seppur in modo più discreto. Sebbene Essiedu non abbia rilasciato dichiarazioni dirette sulla sentenza, il suo silenzioso sostegno ai diritti inclusivi assume un significato ancora più significativo dato il legame del franchise con J.K. Rowling, che è diventata una delle figure più attive nell’opposizione alle leggi sull’autoidentificazione di genere nel Regno Unito.
La posizione di Essiedu illustra il terreno complicato che gli attori devono affrontare quando lavorano su franchise tradizionali con associazioni problematiche, in particolare quando questi franchise provengono da autori che hanno ripetutamente rilasciato dichiarazioni controverse sui diritti transgender. La sua presenza nella serie potrebbe suggerire un cambio di tono o una direzione più inclusiva, anche se questo è ancora da vedere.
Una resa dei conti del settore in tempo reale
Ciò a cui stiamo assistendo non è solo una reazione politica, ma un tentativo di rimodellare la narrativa su genere e identità. Con un numero crescente di artisti e personaggi pubblici che si rifiutano di rimanere in silenzio, c’è la speranza che il dibattito pubblico si sposti verso un dibattito che valorizzi l’empatia e la dignità umana.
In un momento culturale in cui le decisioni legali regressive vengono spesso accolte con il silenzio, le voci di Ramsey, Coughlan, Dickinson e altri sono più vitali che mai. Con la continua evoluzione delle leggi, anche la lotta per l’uguaglianza deve essere tale: una voce e una piattaforma alla volta.
Fonte: Deadline