Un treno a tutta velocità che ci passa davanti. Il dubbio se salirci o restare fermi. Con questa immagine si apre il cortometraggio di 21′ R_Evolucion (2024) scritto, diretto e montato da Jacopo Brucculeri e Gianluca Paolisso, presentato in concorso al Festival Internazionale della Cinematografia Sociale “Tulipani di Seta Nera”, nella sezione documentari.
Un viaggio interiore alla ricerca di nuove storie
I due giovani cineasti decidono di raccontare la storia di Vittoria, interpretata da Chiara Della Rossa, una sceneggiatrice in crisi che, dopo essere stata ammessa a una scuola di cinema a Cuba, decide di partire per allontanarsi il più possibile dalla sua quotidianità. La sua voce fuori campo ci guida in questo viaggio alla ricerca di sé. Un percorso nel quale la protagonista desidera ritrovare l’ispirazione: nuove idee, storie diverse da raccontare. In poco tempo, però, la realtà dell’isola – segnata da profonde disuguaglianze sociali, tra città e provincia rurale, eppure così vibrante e umana in ogni persona che la abita – le presenta il conto delle sue illusioni. Il sogno di una rinascita si confronta con la complessità di un luogo che non è soltanto sfondo, ma protagonista silenzioso di una trasformazione interiore. Gli stessi registi sono andati incontro a queste difficoltà:
“Mentre prendevamo appunti, scartavamo idee, immagini e pensieri, avevamo un’unica certezza: non voler raccontare la Cuba da cartolina, quella che si vede in tantissimi documentari, ma l’isola nella sua autenticità.(…) Non volevamo cadere nella “trappola” della politica, senza perdere un nostro punto di vista autoriale sulla condizione delle persone che abbiamo conosciuto. Nostra volontà era creare un flusso di ricordi, una sequenza di quadri che rendesse il senso profondo di quella realtà, in un viaggio che fosse nostalgico e leggero”.
In pochi minuti, la regia accorta di Brucculeri e Paolisso riesce a catapultare lo spettatore in un’atmosfera sospesa tra finzione e realtà, trascinandolo in una Cuba assolata e lontana. Un mondo distante, che si scontra con lo sguardo occidentale, incapace — a causa di una visione distorta del presente — di capire pienamente cosa significhi davvero vivere ai margini della realtà.