Invece Si è conclusa a Roma la 22° edizione dell’Asian Film Festival. Diretta da Antonio Termenini, dall’8 al 16 2025 aprile ha portato il meglio del cinema asiatico al Cinema Farnese. Una settimana di proiezioni, incontri e scoperte culminata con l’annuncio dei vincitori da parte della giuria composta da Giulio Base, Gianluca Arnone e Luca Bove. Con un totale di 36 film, la XXII edizione dell’Asian Film Festival conta opere provenienti dal Vietnam, Thailandia, Cina, Giappone, Filippine, Indonesia, Myanmar, Malesia, Singapore, Corea del Sud e Taiwan.
Trionfo vietnamita: ‘Cu Li Never Cries’ miglior film

A vincere il Premio al Miglior Film è stato Cu Li Never Cries del regista Pham Ngoc Lân, già premiato alla Berlinale 2025.
“Un ritratto intimo di una donna alle prese con il passato. Girato in un bianco e nero che sembra filtrare il tempo, Cu Li Never Cries è un film che resta. Resta nello sguardo dell’attrice, straordinaria nella sua presenza silenziosa; resta nell’atmosfera sospesa, in bilico fra il decadente e il nostalgico, fra l’assurdo e il tenero. È un’opera che non cerca effetti, ma lavora di sottrazione, lasciando affiorare la tristezza con grazia, quasi con pudore. E proprio per questo, forse, è memorabile: perché ci tocca dove siamo più fragili, senza mai forzare, come solo il vero cinema sa fare”.
‘The Unseen Sisters’ conquista Migliore Regia

Il premio per la Migliore Regia è stato assegnato a Midi Z per The Unseen Sister, un thriller psicologico che esplora le dinamiche familiari e il confine tra realtà e finzione.
“Un thriller autoriale, rigoroso e consapevole, che scava nel cuore del cinema stesso. Con “The Unseen Sister”, Midi Z firma un’opera solida, costruita con maestria e misura, dove il gioco del cinema nel cinema non è mai compiacente ma funzionale al racconto. Ogni scelta registica – dal ritmo serrato alla composizione delle inquadrature – rivela un controllo pieno del mezzo, una visione chiara, una mano sicura. È un film che si muove tra realtà e finzione con intelligenza e tensione, restituendo al genere una nobiltà rarefatta, da grande artigianato d’autore”.
Ex aequo per l’originalità

Il premio per il film più originale è stato assegnato ex aequo a Tale of the Land di Loeloe Hendra Komara e Ma-Cry of Silence di The Maw Naing.
“Tale of the Land” è la storia di una giovane indigena legata alla terra dei suoi antenati. Un film di grande impatto visivo. Un mondo visionario tra terra e acqua, mostrato con uno stile poetico ed evocativo, disseminato da affascinanti metafore cinematografiche alla scoperta delle tradizioni del popolo indonesiano. Una tragedia familiare diventa universale per raccontare un dramma collettivo tra la magia dell’onirico e il dramma della realtà, tra il mito e la storia”.
“Ma-Cry of Silence” mostra la resistenza silenziosa di donne operaie in una fabbrica in Myanmar. Con coraggio e vigore prende vita sul grande schermo una storia vera, tutta al femminile, di rivendicazione e riscatto sociale. In un microcosmo asfissiante di sfruttamento e violenza, alcune donne si ribellano alla prepotenza del capitalismo, facendosi protagoniste della propria vita, in un dramma silenzioso e assordante. Il regista The Maw Naing trova la giusta distanza dal materiale narrativo, riuscendo a costruire un testo filmico toccante e riflessivo, alternando con successo le tradizioni e le innovazioni del linguaggio cinematografico”.
Interpretazioni maschili: doppio riconoscimento per ‘Pierce’

Gli attori Yu-Ning e Hsiu-Fiu sono stati premiati ex aequo come migliori attori per le loro interpretazioni in Pierce, diretto dalla regista di Singapore Nelicia Low. Il film esplora il complesso rapporto tra due fratelli uniti dalla passione per la scherma e da segreti del passato.
“Per aver incarnato con straordinaria precisione la danza sottile tra inganno e verità, colpa e desiderio, costruendo una relazione fraterna fatta di maschere, silenzi e tensioni sotterranee. Liu dona al giovane Zijie una dolcezza vulnerabile che si fa strada tra i dubbi e la lealtà, mentre Tsao incarna Zihan come un enigma, il cui volto imperscrutabile cela abissi di ambiguità morale. Insieme, rendono Pierce un thriller dell’anima, dove ogni gesto è una stoccata emotiva”.
Miglior attrice per la protagonista indonesiana di ‘Yohanna’

Laura Basuki ha ricevuto il premio come miglior attrice per il suo ruolo in Yohanna, film che racconta la storia di una suora che scopre lo sfruttamento minorile durante una missione umanitaria. La vittoria è data:
“per aver dato vita a un personaggio di profonda intensità e umanità, attraversato da un conflitto morale che si riflette in ogni gesto, sguardo e silenzio. Con misura e partecipazione, Laura Basuki interpreta una donna dilaniata tra fede e realtà, rendendo “Yohanna” un dramma toccante e universale”.
Sguardi nuovi: premi universitari alle opere emergenti

La sezione Newcomers ha vinto il riconoscimento di Girl with Closed Eyes di Chun Sun-young, premiato dalla giuria dell’Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT). Il premio va
“per l’efficace unione di intensità narrativa e cura visiva. Il film affronta con sensibilità temi come la solidarietà femminile, l’abuso e il trauma psicologico, costruendo personaggi credibili e profondi. La regia valorizza l’atmosfera del racconto attraverso un uso attento di luci e scenografia. Il finale sorprendente rafforza il messaggio del film e ne arricchisce la struttura”.

Invece, la Rome University of Fine Arts (RUFA) premia il cortometraggio Playground di Yaxin Lin. Il film mette in scena un incontro immaginario tra una madre e sua figlia entrambe all’età di 25 anni. Il premio è
“per la delicatezza con cui racconta il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Il corto alterna toni realistici e fiabeschi, mettendo in luce l’assenza di una figura di riferimento e la fragilità dell’infanzia. La regia contrappone con efficacia lo sguardo innocente della protagonista alla durezza del mondo reale, offrendo una riflessione intensa e poetica sulla crescita”.